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Il Gigante Egoista

- Intervista con Mario Restagno -

I personaggi

Trovata la storia e trovato il linguaggio si comincia a scrivere.
Il Gigante Egoista è nato così: Geloho trascritto il testo di Oscar Wilde e ho individuato i protagonisti della storia. Gigante e Bambini venivano da sé come ruoli già confezionati dall'autore. Mi ha subito impressionato la parte negativa, quella in cui il Gelo e la Neve diventano padroni assoluti del giardino. Il testo che avevo sotto gli occhi (Edizioni Einaudi) riportava delle illustrazioni che orientavano a concepire tali elementi naturali come umanizzati. Ecco allora Neve, Gelo, Vento del Nord e Grandine. Umanizzando i cattivi della storia, diventava ovvio umanizzare i buoni: Primavera e i suoi amici, gli uccelli, le farfalle, i fiori, gli alberi… tutti gli esseri che la Primavera risveglia. Una soluzione anche per la costruzione del muro: l’egoismo del Gigante diventa palpabile attraverso il gruppo di Muratori, organizzati come delle nere formiche, che sistematicamente chiudono il giardino.

La vita dei personaggi
Questa è una fase più delicata perché deve rispettare una serie di equilibri che non è facile descrivere, soprattutto per chi ne è autore. È come avere su di un tavolo tanti barattoli di colore, ma proprio tanti e diversi, e su di una tavolozza creare un colore nuovo pescando un po’ dall’uno e un po’ dall’altro. Come si può alla fine scrivere la formula? Soprattutto perché, presi dal momento, non si ha davvero il tempo di segnare sul taccuino modalità e dosi!

Vento del Nord
Per esempio, questo signore ha un parente stretto, il gallo del film di animazione “Galline in fuga”. Pensando al vento, al volo, mi è venuto in mente quel gallo, piovuto nel pollaio. Ecco allora il professionista, colui che può insegnare a diventare padroni assoluti del giardino.
Un individuo che alla fine si rivela un venditore di fumo, incapace di sostenere il confronto con la purezza dei bambini.

Gelo e Neve
Rappresentano le paure.
Spesso le reazioni negative degli umani non sono dettate da vera e propria crudeltà.
Spesso è la paura che determina le reazioni. Questi due cattivi sono schiavi della paura e non una paura da poco poiché per essi l’avvento della Primavera significa la morte.
Noi sappiamo che nel ciclo delle stagioni torneranno a rivivere, loro anche, ma la paura dell’ignoto è più forte. Così decidono di trasformare quel luogo in un “inferno”, cantano infatti nel ritornello “qui è noia e si battono i denti” parafrasando un verso di Dante Alighieri.
Molteplici sono le riflessioni che si possono fare sulle sofferenze prodotte dalla paura a sé e agli altri. Si racconta che Adler abbia affermato come i sensi di inferiorità abbiano provocato più danni della guerra mondiale.

Il linguaggio dei personaggi
C’è sempre davanti agli occhi il testo trascritto del racconto di Oscar Wilde.
Lo si immagina svilupparsi sul pacoscenico attraverso gli strumenti linguistici che si hanno a disposizione: nel caso del Musical (o Commedia Musicale) sono diversi, pensando poi ad un videoclip aumentano ancora.
Non ricordo l’ordine, è impossibile… un aneddotto può servire a descrivere la molteplicità dei fattori che favoriscono il momento della creazione. Il tema infantile “freddo freddissimo, questo è bellissimo, quanto è bellissimo…” che viene cantato dal coro della Neve e del Gelo, ha avuto origine nelle fredde mattinate invernali quando, portando mia figlia alla scuola, cercavo di superare e vincere l’impatto con la temperatura rigida, elemento che mi mette di cattivo umore. Sempre la risposta corale “Comandiamo noi, comandiamo noi…” al discorso tenuto dal Vento del Nord, è uno scherzo nato in casa, quando il sottoscritto rimane solo con i figli e si trova a preparare la cena e metterli a letto. L’assenza della mamma può generare un certo disagio quando i bambini hanno 2/3 anni: e allora, consoliamoci… comandiamo noi! Mi è sembrato adeguato il linguaggio infantile a questo coro di sciocchi, Neve e Gelo, che ubbidiscono ciecamente alle indicazioni dei loro capi.
Accanto a queste semplici invenzioni tratte dalla vita di tutti i giorni, ci sono le parti che vanno costruite in una sorta di volo senza rete. A dire il vero, avendo come base il racconto di Oscar Wilde, la rete non è mai mancata! Canzoni come “Primavera” ricalcano quasi fedelmente il testo dell’autore inglese. Nella canzone “Neve e Gelo” ci siamo avventurati con più libertà.