Rapporto Genitore-Figlio

Il burattino nasce per mano di Geppetto, che ne lavora la materia legnosa e lo porta alla luce, e infine lo battezza con il nome di Pinocchio. Geppetto riveste, quindi, il ruolo di padre fin dall’inizio del racconto e da subito conosce i piaceri e i dolori dell’essere padre.

GeppettoL’importanza che ha l’istruzione per Geppetto è di gran valore, se si pensa che il racconto è ambientato in un contesto di miseria e povertà e in un tempo in cui l’analfabetismo era molto diffuso. Fino a pochi decenni or sono, e ancora adesso in alcuni contesti maggiormente disagiati, le famiglie povere preferivano mandare i figli a lavorare per contribuire al sostentamento della famiglia. Geppetto, invece, si vende la giacca e trascorre l’inverno al freddo per poter comprare l’abbecedario e far istruire il proprio figliolo. L’istruzione è l’unico strumento in mano al povero per poter avanzare di classe sociale, questo Collodi lo sa bene per propria esperienza, ed è il premio finale che spetterà a Pinocchio al termine della formazione: quando Pinocchio diventerà un bambino vero, verrà anche consacrata la loro ascesa sociale.

Dall’ultimo capitolo: “Ora immaginatevi voi quale fu la sua maraviglia quando, svegliandosi, si accorse che non era più un burattino di legno: ma che era diventato, invece, un ragazzo come tutti gli altri. Dette un’occhiata all’intorno e invece delle solite pareti di paglia della capanna, vide una bella camerina ammobiliata e agghindata con una semplicità quasi elegante. Saltando giù dal letto, trovò preparato un bel vestiario nuovo, un berretto nuovo e un paio di stivaletti di pelle, che gli tornavano una vera pittura”.

La figura femminile è rappresentata dalla fata, ma questa volta il rapporto con essa appare difficile, ambiguo e mutevole. La fata interviene nel racconto soltanto nel XV capitolo. La prima immagine è quella di una bambina morta che nega il suo aiuto al povero Pinocchio, inseguito dagli assassini. Nel capitolo successivo la bambina risorge come fata, ma restando ancora bambina. Per il momento il rapporto con Pinocchio è quello che si instaura tra un fratello e una sorella. In seguito la fata bambina muore nuovamente e risorge come la “brava donnina” delle isole delle Api industriose. Da questo momento in poi la fata diventa una mamma per il burattino, ma il rapporto rimane sempre precario e instabile. Dopo il XXX capitolo, quando Pinocchio parte per il Paese dei Balocchi, la fata ricompare saltuariamente e in ogni occasione l’incontro è caratterizzato da un fattore di impossibilità: o si pone tra i due una grande distanza fisica, oppure i due si incontrano su un piano diverso dalla realtà, come nel sogno. Per quanto alla fine del racconto sia la fata a consacrare l’umanizzazione di Pinocchio e il passaggio a una classe sociale più elevata, essa non ricompare più per rimanere al fianco di Pinocchio. Il rapporto con la madre rimane complesso e ambiguo.