Struttura narrativa

Emilio Garroni nel 1975 sostenne in un suo saggio, Pinocchio uno e bino, che Pinocchio possa essere letto come due romanzi in uno: Pinocchio I e Pinocchio II. Il primo Disegno di Mazzanticorrisponde al racconto immediato e spontaneo dei capitoli che vanno dal I al XV, il secondo è un racconto ben più elaborato e disteso, che occupa i capitoli dal XVI alla fine.

Sono molti gli elementi a sostegno di questa tesi: innanzitutto le lunghe pause incorse durante la pubblicazione su Il Giornale della Domenica (trascorsero quasi quattro mesi tra la pubblicazione del XV capitolo e quella del XVI), inoltre la pubblicazione del XV capitolo riportava in fondo la parola “fine”, cosa che fa supporre che Collodi abbia inizialmente voluto terminare il proprio racconto al XV capitolo e, in seguito, sia stato indotto a riprendere la pubblicazione, probabilmente dall’editore.

Possono essere individuate anche caratteristiche stilistiche e narrative diverse tra i due romanzi:
- Pinocchio I: si costruisce intorno a pochi snodi narrativi e volge rapidamente alla sua catastrofica conclusione. I capitoli sono brevi ed essenziali. Il senso pedagogico, pur essendo chiaro ed esplicito, lascia ampio spazio al gioco e al divertimento dell’anima infantile del burattino.
- Pinocchio II: ingloba Pinocchio I come suo primo elemento e ne sviluppa e dilata le vicende. I capitoli sono più lunghi e il ritmo narrativo è più lento, vi sono presenti molte descrizioni e la narrazione risulta complessivamente più equilibrata. L’intento pedagogico è dominante e prende forma la finalità ultima del processo formativo, l’umanizzazione del burattino.

Alberto Asor Rosa (1995, pag. 25), pur accettando tale tesi interpretativa, parla anche di “struttura di compromesso”, sostenendo che l’originalità e l’irripetibilità del progetto di Collodi sta nella capacità di unire elementi diversi e contrastanti: personaggi realistici e fantastici insieme; nozioni di tempo e spazio talvolta indeterminate, talvolta precisissime; la presenza nello stesso protagonista dell’antitesi burattino/ragazzo; elementi di fiaba e di racconto insieme nella stessa opera.

Lo stile che caratterizza Pinocchio è quello tipico del racconto orale: spesso elementi e situazioni vengono ripresi e manipolati per essere adattate alle nuove esigenze narrative, proprio come se neanche l’autore sapesse esattamente come la storia sarebbe andata a finire.