i fratelli grimm
Vita
Jakob Ludwig Karl Grimm e il fratello Wilhelm Karl Grimm, nati rispettivamente il 1785 e il 1786 ad Hanau (in Germania), sono noti soprattutto per la pubblicazione di due volumi Kinder und Hausmärchen (Fiabe) e Deutsche Sagen (Saghe germaniche), dove raccolsero ed elaborarono moltissime fiabe e leggende della tradizione popolare tedesca. L’idea fu di Jakob, professore di lettere e bibliotecario, che volle ridare lustro alla cultura popolare tedesca e contribuire alla formazione di un’identità tedesca in una Germania, che allora era suddivisa in una miriade di stati e staterelli. I fratelli Grimm si occuparono anche di diritto, grammatica (pubblicarono un importantissimo volume Deutsche Grammatik - Grammatica tedesca, che rappresentò un riferimento essenziale nella definizione della lingua tedesca moderna standard), letteratura, linguistica e mitologia, ottenendo il riconoscimento da parte dell’intera comunità accademica.
Il Pifferaio Magico
I fratelli Grimm nel trascrivere la leggenda del Pifferaio Magico, si basarono sulle fonti a loro disposizione. Dalla lettura del testo originale appare immediatamente chiaro come gli autori fossero attenti e precisi rispetto alla ricerca bibliografica. Il testo, come tutti i racconti della raccolta “Deutsche Sagen”, era rivolto a chi si fosse interessato di cultura popolare, sicuramente non era destinato ai bambini.
- mentre il Pifferaio la prima volta viene descritto come un tipo strano che indossa abiti variopinti, tanto che si sarebbe potuto chiamare “il Multicolore”, quando torna il 26 Giugno per portare via i bambini il suo aspetto è quello di un cacciatore, ha un espressione terribile in viso e porta uno strano cappello rosso;
- gli autori mettono in rilievo che tra i bambini che seguono il Pifferaio c’è anche la bella figlia del sindaco;
- una bambinaia assiste da lontano al fatto e corre in città per dare l’allarme;
- tornarono indietro due bambini, uno cieco e l’altro muto. Quello cieco raccontò cosa successe, quello muto poté indicare il luogo della sparizione;
- al termine della storia gli autori si soffermano sulla reazione dei cittadini e sugli eventi che seguirono la tragedia;
- si cita la possibilità che i bambini siano andati attraverso una caverna nella montagna in Transilvania;
- viene riportata l’iscrizione sul muro del comune di Hamelin e l’iscrizione latina sul portale, inoltre si dice che il sindaco fece raffigurare l’evento su una finestra della chiesa;
- si riferisce che fino alla metà del XVIII secolo la strada per cui i bambini furono condotti fuori dalla città venne chiamata "via senza i tamburi” e vi era proibito suonare e danzare;
- si dice che l’evento fu registrato nei Registri comunali e si prese a datare gli eventi a partire da quella tragedia.
Die Kinder zu Hameln - nella raccolta Deutsche Sagen, Fratelli Grimm
I bambini di Hamelin - Traduzione italiana