La rivincita dei topi. La diversitÀ sociale

Gemme, oro e diamanti per i quali hai sgobbato
Nelle cave dell’Angola col Kalashnikov spianato
Qui risplendono sul corpo del gentil sesso infiammato
Che alle pietre luccicanti scioglie il cuore lusingato.

 

Nella notte ad Hamelin si incontrano o, sarebbe meglio dire, si scontrano due mondi diversissimi: quello dell’abbondanza “è il paese del consumo con eccesso e tracotanza/qui non manca da mangiare pane latte e cioccolato/ le dispense sono piene di formaggi e pan grattato” e quello povero di quanti hanno “sgobbato/ nelle cave dell’Angola col Kalashnikov spianato”. Sono gli stessi topi che spiegano la loro presenza ad Hamelin: “È il primo mondo, quello tosto, che si mangia il resto arrosto/ sono ricchi da strafare e puoi pretendere il tuo posto”. Sono parole terribili, certo con alcune licenze poetiche, magari non trovano la nostra condivisione, ma non si può negare che descrivano in maniera inequivocabile la realtà attuale.

Ormai avviato il XXI secolo, fatto tesoro degli errori terribili che il secolo scorso ha segnato, ci si dovrebbe attendere che le politiche economiche attuali mirino al cancellamento delle diseguaglianze sociali, all’innalzamento della qualità della vita a livello planetario, al contrasto di ogni forma di conflitto, guerra e calpestamento dei diritti umani. Ebbene in un’epoca in cui si sente parlare tanto di globalizzazione, new economy e multinazionali, assistiamo invece ad un accrescimento sempre più evidente della disparità tra Nord e Sud del mondo, all’ampliamento sempre maggiore della forbice tra poveri e ricchi, a un numero sempre maggiore di persone che muoiono per fame o i cui diritti umani fondamentali vengono brutalmente calpestati in vista di interessi economici particolari.

Si è sviluppata e diffusa in tutto il mondo quella che Amnesty International definisce “schiavitù del bisogno”: la condizione di estrema povertà li porta ad accettare condizioni lavorative che li privano della dignità di esseri umani.

La Dichiarazione universale dei diritti umani, nel suo invito alla promozione e all’applicazione del rispetto dei diritti umani, si rivolge ad “ogni individuo e ad ogni organo della società”, questo significa che sono coinvolti responsabilmente tutti gli attori sociali, in particolar modo i governi, le istituzioni, i sindacati, le organizzazioni non governative e anche le imprese. Questo significa che l’obiettivo di creare un sistema economico che garantisca i diritti umani, compreso quello della libertà dalla fame e il diritto al lavoro, a tutti e ovunque nel mondo deve coinvolgere tutti gli attori sociali.