Il Gigante Egoista

Il muro di Israele

cartina di Israele
La nascita dello stato di Israele

Nel 1947 l'assemblea delle Nazioni Unite (ONU) stabilì la creazione di uno stato ebraico e di uno stato arabo in Palestina. Tra il dicembre del 1947 e la prima metà di maggio del 1948 ebrei e palestinesi si fecero guerra perché entrambi volevano controllare la zona più vasta del territorio. Nel 1948 fu fondato lo Stato d’Israele, che si estendeva su un territorio ben più ampio rispetto a quanto l’ONU avesse stabilito. Moltissimi palestinesi dovettero fuggire dalla guerra o furono espulsi dalle loro case.

La guerra di indipendenza
Il 15 Maggio 1948 gli eserciti di Egitto, Siria, Libano e Iraq attaccarono lo Stato di Israele perché avrebbero voluto espandersi in Palestina. L’anno successivo gli ebrei vinsero sugli arabi. Lo Stato d’Israele si estendeva ora su tutta la Palestina, fatta eccezione per la Cisgiordania, che venne consegnata alla Giordania, e la “striscia di Gaza”, che venne consegnata all’Egitto. Ci furono numerosi morti e profughi da entrambe le parti.

La guerra dei sei giorni
Gli stati arabi cercarono in seguito di ostacolare Israele in diversi modi: ad esempio l’Egitto impedì che le navi israeliane transitassero attraverso il canale di Suez, che si trovava sotto il controllo del governo egiziano dal 1956, arrecando un grave danno commerciale a Israele. La maggior parte degli stati arabi dichiararono che era un loro obiettivo annientare lo Stato di Israele.
Il 5 Giugno 1967 l’esercito israeliano attaccò contemporaneamente l’Egitto, la Giordania e la Siria. In sei giorni di guerra Israele occupò le alture di Sinai e del Golan e si riprese la Cisgiordania e la “striscia di Gaza”. Israele dichiarò che la Cisgiordania sarebbe rimasta sotto il controllo israeliano sino a quando i paesi arabi avrebbero continuato a progettare la distruzione dello stato di Israele, ma i paesi arabi non vollero riconoscerlo come Stato.
Gli Usa decisero così di aiutare Israele contro i paesi arabi.
L’ONU stabilì che si ritornasse ai confini che c’erano prima della guerra, ma Israele violò la decisione dell’ONU e annesse Gerusalemme.

La questione palestinese
A differenza di quasi tutti gli stati arabi, che solitamente sono retti da monarchie o da governi costituiti da un unico partito, i palestinesi sono organizzati in una molteplicità di gruppi che si confrontano in un’organizzazione unitaria, chiamata Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina). I gruppi politici palestinesi sono finanziati da tutti i paesi arabi. Sono migliaia i profughi palestinesi che negli ultimi anni sono stati costretti a lasciare la loro terra e che ora vivono, come in esilio, negli stati arabi che li ospitano, ma anche qui i palestinesi non sono sempre ben accetti.
Nel settembre 1970 (il “Settembre nero”) la Giordania disarmò le formazioni palestinesi e li costrinse ad emigrare. Alcuni gruppi palestinesi presero una grave decisione che si ripercosse sugli anni a venire: decisero di adottare metodi terroristici non solo nei confronti di Israele, ma anche nei confronti dei paesi occidentali perché ritenuti responsabili della condizione di esilio che il popolo palestinese subiva. Il terrorismo palestinese riceveva segretamente l’appoggio della Libia e della Siria e stringeva alleanze con altri gruppi terroristici occidentali. Gli attacchi terroristici consistevano soprattutto nel dirottamento di aerei, nella cattura di ostaggi, nell’assalto di “commando” suicidi contro obiettivi militari o civili.
Il terrorismo riesce con mezzi poveri a seminare paura, raggiungendo risultati considerevoli: attira l’attenzione dell’opinione pubblica su delle questioni che pochi conoscono, riesce inoltre ad interrompere dei processi di mediazione e a imporre decisioni improvvise e autoritarie.

La guerra dello Yom Kippur
Con lo sviluppo del terrorismo gli Stati Uniti appoggiarono ancor più Israele. Di conseguenza i paesi arabi ritennero che tutto l’Occidente fosse favorevole agli israeliani e ostile agli interessi arabi. In questo clima di odio si giunse alla guerra dello “Yom Kippur”, termine che indica la festività religiosa ebraica che si celebra il 6 Ottobre. In tale data, nell’anno 1973, l’Egitto attaccò Israele, nel frattempo i paesi arabi decisero di bloccare le esportazioni di petrolio verso l’Europa e gli Stati Uniti, questo causò una grave crisi economica nei paesi industrializzati. Ma alla fine l’Egitto e i paesi arabi persero nuovamente.
In seguito gli Usa avviarono un processo di pace, che ottenne qualche risultato. Nel 1977 l’Egitto e Israele firmarono un accordo a Camp David: in cambio del trattato di pace Israele avrebbe restituito la penisola del Sinai all’Egitto.

La prima Intifada
Nell' agosto del 1988, il movimento terrorista palestinese dichiara la Jihad (guerra santa) contro Israele dando inizio a quella che verrà chiamata la prima Intifada. Gli attentati in Israele ed all'estero diventano sempre più intensi.
Nel settembre del 1993 Arafat, leader palestinese, riconobbe lo stato di Israele e accettò il metodo del negoziato, rinunciando all'uso della violenza. Rabin, leader israeliano, riconobbe l'Olp come rappresentante del popolo palestinese.
Il 13 settembre, dopo mesi di trattative, Rabin e Arafat firmarono alla Casa Bianca, davanti al presidente americano Clinton, una Dichiarazione di Principi, che doveva guidare il processo di pacificazione. In seguito la Lega Araba estese i rapporti commerciali anche a Israele. Il 26 ottobre venne firmato l'accordo di pace tra Israele e Giordania.
Quando ormai i rapporti si erano distesi, il 4 novembre del 1993 il primo ministro israeliano Rabin venne assassinato da un estremista, suo connazionale. Il successore di Rabin, non rispettò gli accordi e permise che gli israeliani fondassero delle colonie al di fuori del loro territorio, questo favorì l’inizio di un nuovo stato di tensione.

La seconda Intifada
Nel 2000 il presidente americano Bill Clinton tenta un altro accordo tra Barak, il nuovo ministro israeliano, e Arafat, ma l’incontro fallì. Oggetto della contesa era questa volta Gerusalemme est, illegalmente occupata da Israele. Le violente proteste dei palestinesi vennero duramente represse. Iniziò così quella che verrà chiamata la seconda Intifada.
Gli attacchi terroristici si fanno sempre più frequenti. Cresce il numero di vittime nella popolazione civile, sia da parte israeliana, sia da parte palestinese.
Sharon prende il posto di Barak e diventa primo ministro israeliano.
Nel 2004 Arafat muore e in Palestina si tengono nuove elezioni: Abu Mazen viene eletto primo ministro palestinese.
Intanto gli attentati terroristici palestinesi non si fermano.

Il muro
I lavori per la costruzione del muro, voluto da Israele a ridosso della linea di demarcazione lungo il confine con la Cisgiordania, sono cominciati nel giugno del 2003. Sono stati creati lunghi tratti di reticolati, alternati da muri di cemento alti fino a otto metri, con telecamere e avanzati sistemi di allarme elettronico per impedire infiltrazioni di terroristi nello Stato ebraico.
La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, il 9 luglio 2004, ha giudicato illegale il muro perché viola i diritti umani, infatti le condizioni di vita dei palestinesi in questo modo peggiorano ulteriormente. Gli israeliani ribattono però che il muro ha ridotto di molto gli attacchi suicidi. Qualche settimana dopo l’Onu ha chiesto lo smantellamento del muro.
le città palestinesi al di là del muro sono come imprigionati al suo interno.
Già ai tempi della prima Intifada Israele aveva circondato la regione di Gaza con una barriera elettrificata per proteggere le colonie ebraiche e controllare i movimenti dei palestinesi.
La stessa cosa accadrà per la Cisgiordania e per Gerusalemme.