nIl Gigante Egoista

Ghetti e campi di concentramento

Già all'inizio del Medioevo incominciò a delinearsi in Europa la tendenza da parte degli ebrei di concentrarsi in determinate vie o quartieri della città. Per lo più gli ebrei Veneziaoccupavano alcune aree centrali in prossimità dei mercati o delle residenze dei nobili o delle cattedrali. Inizialmente questo fenomeno era caratterizzato da spinte volontarie alla concentrazione insite all'interno delle comunità ebraiche: la vicinanza spaziale offriva rassicurazione e solidarietà rispetto a un mondo esterno che era spesso ostile. In seguito la segregazione spaziale divenne gradualmente imposta dalla legge: nel 1516 venne istituito a Venezia il primo ghetto ebraico. Il ghetto si presentava come un quartiere circondato da mura, in cui gli ebrei erano obbligati a risiedervi e le cui porte venivano chiuse ogni sera.
I ghetti si diffusero in tutta Europa. La segregazione spaziale passò da strumento volontario di difesa a strumento di offesa, che impedisce l'integrazione sociale e l'assimilazione culturale degli ebrei.
La Rivoluzione francese portò all'affermazione dei diritti umani e civili, ma, anche se caddero le mura dei ghetti, le nuove ideologie che si diffusero in seguito promossero nuove forme di ostilità. L'antisemitismo trovò terreno fertile in Germania, che, nel periodo immediatamente successivo alla prima guerra mondiale, attraversava un periodo di forte crisi economica.
Il nazismo e la dittatura di Hitler portarono alla persecuzione sistematica degli ebrei: lo sterminio fu pianificato e programmato dal Terzo Reich. Furono costruiti i campi di concentramento: vasti spazi circondati da muro e filo spinato, presidiati dall'esercito, all'interno tutti coloro considerati come nemici per motivi politici o razziali.
Il primo campo di concentramento della storia fu istituito dagli spagnoli a Cuba nel 1868 per rinchiudervi gli insorti. Da allora i campi di concentramento ebbero una grande fortuna in occasione di lotta, guerra e rivoluzione. Gli Inglesi lo utilizzarono nella guerra contro i Boeri in Sudafrica: vi rinchiusero vecchi, donne e bambini. Riapparvero in seguito, durante la I guerra mondiale, qui venivano rinchiusi i cittadini di stati avversari che al momento dello scoppio del conflitto si trovavano in territorio diventato nemico. In Russia, dopo la Rivoluzione del 1917, furono istituiti i "campi di lavoro", che avevano tutte le caratteristiche dei campi di concentramento. Si hanno notizie di campi di concentramento anche in Spagna durante la guerra civile (1936-39) e in Grecia, dopo il fallimento della insurrezione comunista del 1944.
Ciò che rende caratteristici i campi di concentramento nazisti è che fossero diventati il luogo di uno sterminio scientifico, fondato sull'ideologia razziale nazista. Nei campi di concentramento nazisti furono internati: comunisti, socialdemocratici, ebrei, protestanti e obiettori di coscienza, omosessuali e invalidi. La gestione degli innumerevoli campi di concentramento fu affidata alle SS, la milizia del regime. Nei campi di concentramento non solo veniva praticata la tortura e il lavoro forzato, ma venivano attuati esperimenti scientifici di cui i detenuti erano le cavie e veniva praticata l'eutanasia, intesa come "soppressione di vite indegne di essere vissute" (da qui le camere a gas e i forni crematori). I campi di concentramento erano concepiti come un'enorme riserva di lavoro servile gratuito e in rinnovamento continuo.
Ecco alcuni nomi dei principali campi di concentramento: in Germania Dachau, Buchenwald, Bergen-Belsen, Ravensbrück, Flossenburg, Orianenburg-Sachenhausen, Dora, Neu-Bremm, Neuengamme; in Polonia Auschwitz, Birkenau, Maidanek, Stutthof; in Austria Mauthausen; in Boemia Terezin; in Alsazia Natzwiller, Strithof;...
I tentativi di rivolta venivano repressi nel sangue, come nel ghetto di Varsavia, dove trovarono la morte 300.000 ebrei e dove anche la milizia tedesca subì gravissime perdite.
Il numero dei detenuti assassinati nei campi di concentramento non è certo, perché nell'ultimo anno di guerra i registri diventarono molto lacunosi, ma oscilla tra gli 8 e gli 11 milioni di morti, tra questi circa 6 milioni erano ebrei.
I ghetti non sono del tutto scomparsi dalla nostra società. Anche se non vi sono mura a separarle dal resto della città le periferie delle grandi metropoli e alcuni quartieri hanno tutte le caratteristiche dei ghetti: esiste il quartiere nero, quello cinese, quello ispanico, ecc.
Si tratta di minoranze segregate in quartieri fatiscenti, caratterizzati da un alto tasso di criminalità e di uso della droga, afflitta da un tasso di disoccupazione più elevato rispetto al resto della popolazione. Strettamente correlato al problema dell'immigrazione, il fenomeno dei sobborghi di periferia sta diventando sempre più grave, tanto da indurre alcune città a prendere misure volte al recupero delle zone più degradate.

L'Apartheid
In lingua afrikaans, apartheid significa “separazione”; questo termine ha finito con l’indicare le politiche di discriminazione e segregazione razziale e, in particolare, ci si riferisce alle leggi e alle disposizioni attuate in Sudafrica dalla minoranza bianca a danno della popolazione di colore tra gli anni Venti e gli anni Novanta del XX secolo.
Nel caso del Sudafrica il muro della segregazione non è mai stato realizzato in mattoni, né in filo spinato, né in ferro battuto, né in cemento. I divieti, gli obblighi, i permessi, i lasciapassare, le differenze, le armi bastavano a creare un sistema di rigida separazione tra le razze.
La minoranza bianca sudafricana, gli afrikaans (di origine boera), si erano stabiliti in Africa nel XVII secolo, per questo si considerano “africani” quanto i neri. Il Sudafrica è un Paese ricco di risorse naturali, con una forte industria, un importante partner commerciale per i paesi occidentali e per i paesi africani, questo ha ostacolato l’applicazione di sanzioni economiche da parte delle Nazioni Unite.
Anche se i primi elementi di segregazione razziale sono stati istituiti negli anni Venti e Trenta, soltanto col finire della seconda guerra mondiale l’apartheid ha preso veramente forma. A partire dal 1948 il primo ministro Daniel F. Malan, con il pieno supporto del Parlamento, introdusse numerose leggi volte a isolare le persone di colore, sottoporli a una condizione di permanente inferiorità. In regime di apartheid, i diritti politici sono riservati alla minoranza bianca, vige una rigida discriminazione nell'accesso ai posti di lavoro, vi è segregazione nei luoghi e nei servizi pubblici. Mentre una minoranza bianca (5 milioni nel 1990) godeva di tutti i diritti e i privilegi, la maggioranza nera (28 milioni) era sfruttata e oppressa.
Il Group Area Act era un provvedimento che suddivideva la popolazione in quattro gruppi razziali (bianchi, neri, meticci, asiatici), impediva l’accesso alla città a tutti i cittadini che non fossero di razza bianca a meno che non si fosse in possesso di un permesso speciale o di un lasciapassare. Lo stesso provvedimento assegnava a ogni comunità non bianca un’area di insediamento obbligata, chiamata homeland, cioè patria, o bantustan. Milioni di neri, chiamati con tono denigratorio bantù, furono sfrattati dalle loro case e costretti in vere e proprie riserve, i bantustan, dotati di governi di colore di comodo. I diritti civili e politici degli individui di razza non bianca furono brutalmente calpestati.
Dalla metà degli anni Settanta si sviluppò il movimento nero per l’eguaglianza, prese piede in modo particolare il movimento nazionalista di sinistra, l’Anc (African National Congress), che promosse una campagna di disobbedienza civile di massa. Nelson MandelaNel 1964 Nelson Mandela, leader dell’Anc, già arrestato in precedenza, fu condannato all’ergastolo per il reato di sabotaggio e tradimento. La repressione divenne sempre più violenta, fino a sfociare, nel 1976, nel massacro di Soweto, un immenso bantustan, dove era stata organizzata un’imponente manifestazione studentesca. Il fatto sanguinoso impose la questione sudafricana all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale.
Verso la fine degli anni Ottanta il governo sudafricano iniziò a cambiare direzione.
La liberazione di Nelson Mandela nel 1990 fu il primo concreto segnale di una distensione dei rapporti tra il governo e la popolazione nera.
La Commissione per la verità e la riconciliazione nazionale mise in luce i crimini perpetrati durante il regime dell’apartheid. La situazione permane critica perché l’integrazione tra le due comunità è stata aggravata da una crisi economica che colpì in modo particolare la popolazione di colore. Nel 1998 i maggiori protagonisti della lotta all’apartheid, Mandela e De Klerk, si dimisero dalla guida dei rispettivi partiti, rispettivamente l’Anc e il National Party. Alle elezioni del 1999 fu eletto come Presidente Thabo Mbeki, che succedette a Mandela alla guida dell’Anc. Il Sudafrica sta tentando un esperimento difficile e glorificante: la convivenza pacifica tra due popolazioni che da sempre sono state legate da rapporti di sfruttamento e di oppresione. La situazione sociale ed economica rimane critica: è ancora incerto il destino del Sudafrica, anche perché le fazioni estremiste, sia della maggioranza di colore sia della minoranza bianca, minacciano proteste e lotte, permane così il rischio di nuovi conflitti.

Proposte di lavoro:

- Il primo ghetto ebraico in Europa era stato stabilito a Venezia con decreto del 29 marzo 1516, che imponeva a tutti gli ebrei di risiedere nell'area dove anticamente erano situate le fonderie, "geti" in veneziano. Approfondisci la nascita del primo ghetto e le sue implicazioni sulla vita cittadina degli ebrei.

- Alcune periferie delle grandi metropoli possono essere paragonati a dei ghetti, anche se non formali e non imposti dalla legge. Quali sono i fattori che facilitano la ghettizzazione di gruppi razziali o sociali? Quali conseguenze si hanno nel tessuto sociale della città? Prova a proporre alcune possibili soluzioni.

- Il muro del pregiudizio sociale e razziale è presente nella nostra società, anche se non in maniera così netta e drammatica, come negli esempi riportati nella scheda. Prova ad analizzarne gli aspetti e le sue implicazioni nella convivenza civile. Approfondisci quegli elementi che più ti riguardano da vicino.

- Confronta l'olocausto della seconda guerra mondiale con l'apartheid del Sudafrica. Quali le differenze e quali gli elementi comuni?

- Fai una ricerca su un particolare caso di pregiudizio sociale e razziale. Arricchiscila di documentazioni e fotografie.