Il Gigante Egoista

Psicanalisi

Sigmund Freud

La paura è un termine che può fare riferimento a stati di intensità emotiva diversi, da lievi emozioni, come la preoccupazione e l’inquietudine, a intense emozioni, come l’ansia, il terrore, la fobia o il panico. Che cos’è che si nasconde dentro l’animo umano, che cosa sono quei moti o quelle pulsioni, per dirla con termini freudiani, che rimangono latenti, ma all’improvviso si manifestano in esplosioni paragonabili al Grido di Munch? L’inconscio è un universo ancora poco esplorato in cui la personalità può rivelare le lacerazioni brutali della follia. Di seguito si fornisce una breve trattazione delle teorie psichiche freudiane.



L’apparato psichico

Freud suddivide la psiche in tre <<province o istanze>>. L’Es è la più antica, il suo contenuto è tutto ciò che è ereditato, è presente fin dalla nascita; le pulsioni trovano qui in forme a noi sconosciute una prima espressione psichica. L’Io è la seconda provincia generata da un’evoluzione particolare dell’Es sotto l’influsso del mondo esterno. L’Io dispone dei movimenti volontari, il suo compito è l’autoconservazione: per quanto riguarda l’esterno impara a conoscere gli stimoli, accumula nella memoria l’esperienza su di essi, evita quelli di eccessiva intensità, impara a modificare il mondo esterno a suo vantaggio; per quanto riguarda l’interno, nei confronti dell’Es, impara a controllare le richieste pulsionali, decidendo se dare loro soddisfacimento, rimandarle o reprimere. L’esaltarsi delle tensioni prodotte dagli stimoli è percepita come dispiacere, il ridursi come piacere. Evita il dispiacere e aspira al piacere. A un incremento di dispiacere risponde con un segnale di angoscia. La terza ed ultima provincia è detta Super-Io: si struttura nell’Io come l’influsso perpetuato del lungo protrarsi dell’età infantile, nel quale l’essere umano vive in uno stato di dipendenza dai genitori. Il Super-Io rappresenta ciò che l’individuo ha recepito da altre persone..

L’inconscio
L’inconscio non costituisce il limite inferiore del conscio, ma la realtà abissale primaria di cui il conscio è solo la manifestazione visibile. All’interno della psicanalisi è necessario porre una distinzione: si possono individuare due zone, il preconscio e l’inconscio. Il preconscio comprende quei processi che diventano facilmente coscienti, poi non lo sono più, ma possono ridiventarlo senza fatica (la coscienza è uno stato quanto mai fuggevole). L’inconscio comprende altri processi che non accedono così facilmente alla coscienza, devono essere dedotti, intuiti, tradotti. Il diventare cosciente si verifica nello strato più esterno dell’Io. L’interno dell’Io ha la qualità del preconscio. L’inconscio è l’unica ed esclusiva qualità che domina l’Es. Originariamente tutto era Es, nel corso della lenta evoluzione determinati contenuti dell’Es si sono trasformati, assumendo lo stato di preconscio ed essendo accolti nell’Io. Altri sono rimasti immutati costituendone il nucleo difficilmente accessibile. Il giovane e fragile Io ha poi riconvertito nello stato inconscio contenuti che aveva precedentemente accolto e nei confronti di certe impressioni che avrebbe potuto accogliere, ha fatto sì che queste lasciassero una traccia solo nell’Es. Questa parte dell’Es è detta rimossa.

Le pulsioni
La potenza dell’Es esprime il vero intento vitale dell’individuo, soddisfare i suoi innati bisogni. L’Io, tutelandosi con l’angoscia, deve trovare il modo più promettente e meno pericoloso di soddisfare tali bisogni, tenendo conto del mondo esterno. Il Super-Io può mettere in campo nuovi bisogni, ma il suo compito principale è di limitare i soddisfacimenti. Vengono dette pulsioni le forze che si suppone stiano dietro le tensioni dovute ai bisogni. Sono tensioni che mirano al raggiungimento dell’equilibrio. Sono due le pulsioni fondamentali: l’Eros e Thanatos. L’Eros o libido tende a stabilire un’unità. Le fonti della libido sono somatiche, la pulsione affluisce all’Io da vari organi e zone del corpo. Thanatos o la pulsione di distruzione mira a dissolvere l’unità. Si può supporre che il suo fine ultimo sia di portare il vivente allo stato inorganico. Può essere considerata una pulsione di natura conservatrice. Non si può prendere in considerazione l’idea che l’una o l’altra delle pulsioni possa essere confinata a una delle nostre province psichiche.

L’angoscia nei rapporti tra le istanze psichiche
Il nocciolo del nostro essere è dunque formato dall’Es oscuro, il quale non tratta direttamente con il mondo esterno e anche alla nostra conoscenza diventa accessibile soltanto grazie alla mediazione di un’altra istanza. In questo Es sono all’opera le pulsioni organiche, le quali sono composte a loro volta da miscele variamente proporzionate di due forze originarie (Eros e distruzione) e si differenziano le une dalle altre per il loro rapporto con gli organi o i sistemi organici. Queste pulsioni mirano a una cosa sola: al soddisfacimento che ci si attende da determinate alterazioni organiche con l’aiuto di oggetti del mondo esterno. Ma il soddisfacimento pulsionale immediato porterebbe con una certa frequenza alla rovina, nonché a pericolosi conflitti con il mondo esterno. L’Es non conosce preoccupazioni intese ad assicurare la sopravvivenza, non conosce l’angoscia, o, meglio, può sviluppare gli elementi sensitivi dell’angoscia, ma non sa utilizzarla. L’Es, tagliato fuori dal mondo esterno, ha il suo proprio mondo di percezioni, ubbidisce all’inesorabile principio di piacere. Il cosiddetto Io si è sviluppato dallo strato corticale dell’Es, tale strato munito com’è dei dispositivi per la ricezione e l’allontanamento degli stimoli, è in diretto contatto con il mondo esterno (la realtà); partendo dalla percezione cosciente ha assoggettato al proprio influsso regioni sempre più vaste e strati sempre più profondi dell’Es. L’Io è dominato dai problemi di sicurezza, si è posto il compito dell’autoconservazione, compito che l’Es sembra invece trascurare. L’Io si serve delle sensazioni di angoscia come di segnali che annunziano pericoli minacciosamente incombenti sulla sua integrità, infatti è minacciato sia da pericoli provenienti dalla realtà esterna, sia dalle pulsioni provenienti dall’Es, combatte quindi su due fronti: deve difendere la propria esistenza contro un mondo esterno che lo minaccia di annientamento e contro un mondo interno troppo esigente, raramente riesce a fuggire ai pericoli interni. Il Super-Io svolge quelle funzioni che erano state esercitate a suo tempo da quelle persone del mondo esterno, i genitori, che lo avevano all’inizio protetto. Esso osserva l’Io , gli impartisce degli ordini, lo orienta e lo minaccia con punizioni. E’ la nostra coscienza morale. Dimostra spesso una severità di cui i genitori non hanno dato prova, non soltanto giudica l’Io per le azioni effettivamente compiute, ma anche per i pensieri e le intenzioni irrealizzate che il Super-Io conosce. Il Super-Io è l’erede del complesso edipico e si insedia solo in seguito alla liquidazione di quest’ultimo. La sua eccessiva severità non segue perciò un modello ideale, ma corrisponde all’intensità con cui il soggetto ha dovuto difendersi dalla tentazione del complesso edipico. Quando l’Io ha resistito con successo alla tentazione di fare qualcosa che potrebbe urtare il Super-Io, si sente innalzato nel proprio sentimento di sé e rafforzato nell’orgoglio, come se avesse fatto un’importante conquista. In questo modo il Super-Io continua a svolgere per l’Io il ruolo di un mondo esterno, nonostante sia diventato parte del mondo interno.
Nevrosi: disturbo funzionale in cui non c’è riscontro organico. E’ una malattia della personalità caratterizzata dai conflitti intrapsichici che inibiscono le condotte sociali, l’evasione della realtà è parziale. E’ caratteristica del soggetto nevrotico la presenza di reazioni abnormi agli avvenimenti. I sintomi nevrotici rappresenterebbero i meccanismi di difesa che l’individuo attua nei confronti dell’angoscia. Se da un lato le esigenze dell’Es sono eccessive, o se il Super-io è troppo debole o troppo rigoroso e poco duttile, può accadere che l’Es abbia il sopravvento e l’Io sia costretto a comportamenti asociali e proibiti; oppure può accadere che il Super-io troppo rigido provochi la rimozione o altri processi di difesa. Psicosi: la realtà esterna viene negata, perché induce un dolore troppo grande e insopportabile; vengono utilizzati sistemi di difesa più primitivi (diniego: negare che qualcosa sia avvenuto; scissione: coesistenza all’interno della psiche di due stati contrapposti; identificazione proiettiva: attribuzione ad altri di aspetti indesiderati della propria psiche)

Proposte di lavoro:

- Descrivi le sensazioni fisiche e psichiche che ti hanno coinvolto in una situazione di forte paura

- Prova a descrivere e ad analizzare le tue paure e confrontale con quelle dei tuoi compagni. Ci sono delle somiglianze?