angeli

Ha… Hamelin, Hamelin
il fiume scorre a sud e porta con sé
Ha… Hamelin, Hamelin
dove il tempo non ha dimenticato mai...

 

Gli Angeli di Hamelin portano via i bambini, non soltanto per punire la cittadinanza dell'egoismo e dell'avidità di cui si era macchiata, ma anche per salvare la nuova generazione dai peccati dei padri. Hamelin contiene una speranza per il futuro: che i nostri figli possano costituire una società equa e solidale.

La stessa speranza nella società attuale è perseguita dalle molteplici associazioni e organizzazioni che ogni giorno lottano contro le ingiustizie e la povertà. La loro attività testimonia un interesse vivo e crescente per ideali, quali la pace, la solidarietà e l'uguaglianza.

La ricerca della pace ha radici antiche. Senza risalire troppo indietro nel tempo, già Locke (Lettera sulla tolleranza,1685) e Kant (Per la pace perpetua, 1795), e in seguito gli illuministi come Voltaire (Trattato sulla tolleranza, 1763) condannarono la guerra come prodotto dell’intolleranza, mentre promuovevano la libertà di pensiero, la fratellanza e la pace. L’idea della tolleranza, come condizione necessaria perché si possa realizzare uno stato di pace, è ancora valida, ma ha rivelato quanto sia insufficiente; infatti, il concetto di tolleranza implica un’accettazione passiva delle idee e dei comportamenti altrui, mentre per condividere gli stessi spazi è necessario una reale comprensione e un dialogo costruttivo.

Oggi si è affermato un pacifismo più radicale, che prende ispirazione da alcuni personaggi illustri, come Gandhi e Martin Luther King. I principi della non violenza arrivano a comprendere sia il piano dei rapporti individuali, sia il piano sociale e politico. Gandhi affermava che reagire con violenza alla violenza non fa che produrre, come in un circolo vizioso, altra violenza, mentre i rapporti pacifici portano vantaggi durevoli. Lo stesso predicava King, sostenendo che reagire con odio all’odio non porterà alla soluzione delle ingiustizie e delle discriminazioni, soltanto riuscendo ad amare i propri nemici si potrà realizzare un nuovo ordine di pace. Entrambi diventarono la voce di popoli sottomessi, Gandhi per l’India, che si dovette liberare del giogo inglese, e King per la popolazione afro-americana, da sempre soggetta a discriminazioni razziali.

I pacifisti sono spesso accusati di essere utopistici, ma si può rivolgere la stessa accusa agli avversari, d’altronde “quando le armi dei due contendenti sono tali da far ritenere probabile lo sterminio di ambedue, allora ogni fondamento di legittimità della guerra scompare e quel che ieri sembrava realismo diventa insensatezza” [Cittadini del mondo, Balducci - Onorato, Principato, Milano 1981, p. 83].

La storia ci ha insegnato che le guerre non vengono fatte soltanto ad opera di generali senza scrupoli, ma spesso capita che questi generali abbiano il consenso della maggioranza della popolazione, talvolta si tratta anche di Stati che vantano civilissimi governi democratici. Ogni giorno le pagine dei giornali riportano notizie su nuove esplosioni di violenze, nuove battaglie, nuove guerre. Alle antiche forme di ostilità si aggiungono oggi nuove forma di violenza: la droga, che produce intorno a sé sfruttamento, devastazione fisica e morale, morte; epidemie di diverso genere, tra cui l’AIDS è sicuramente la più diffusa; l’inquinamento della terra, dell’aria e dell’acqua, che ha peggiorato le condizioni di vita e di salute; il ritmo frenetico che caratterizza le
grandi metropoli e che ha generato nuove malattie; i rischi e i pericoli derivanti dal progresso scientifico e tecnologico. Per questo motivo sono attive diverse organizzazioni, come vedremo in questo capitolo, ognuna specializzata in un settore specifico.