Nuove schiavitÙ

Nel 2005 l’Ilo riportava che 12,3 milioni di persone nel mondo sono costrette al lavoro forzato; 8,4 milioni di bambini sono ridotti in condizioni di schiavitù, coinvolti nella tratta di esseri umani, indebitati o sottoposti a varie forme di lavoro forzato, reclutati come soldati nei conflitti armati, costretti alla prostituzione o alla pornografia e altre attività illecite; 20 milioni di persone sono diventati schiavi per debito (detto lavoro vincolato).

Il 2 gennaio del 1807 il parlamento britannico proclamò l’abolizione della tratta degli schiavi e si impegnò attivamente a contrastarla. Dopo l’Inghilterra, la schiavitù fu abolita nel corso del secolo XIX in quasi tutti i paesi, con qualche eccezione come l’Arabia Saudita e lo Yemen, che l’abolirono nel 1962, e la Mauritania nel 1980.
In realtà la schiavitù è ancora oggi fortemente presente non solo nel Terzo mondo, ma anche nel mondo occidentale. Alle antiche forme di schiavitù se ne accompagnano di nuove come il lavoro vincolato e quello domestico.

Antislavery International (ONG fondata nel 1839 che opera esclusivamente contro la schiavitù e gli abusi ad essa collegati) definisce lo schiavo come colui che è “obbligato a lavorare sotto minacce fisiche e psicologiche; posseduto o controllato da un datore di lavoro, di solito per mezzo di maltrattamenti fisici o psicologici o la minaccia di tali maltrattamenti; privato della sua dignità umana, trattato come un oggetto o comprato e venduto come una proprietà privata; fisicamente limitato o con una libertà di movimento limitato”.

La stessa ONG distingue inoltre tra diverse forme di schiavitù:

Schiavitù per debito (o lavoro vincolato)
riguarda persone che, per saldare un debito, sono costrette a lavorare molte ore al giorno, senza alcun riguardo di qualsivoglia regolamentazione del rapporto di lavoro (alcuna assistenza sanitaria, salario infimo, nessuna pausa e nessun giorno libero).

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A queste condizioni è praticamente impossibile estinguere il debito, che può essere trasmesso anche alle generazioni successive. È la forma meno conosciuta di schiavitù, ma in realtà è molto diffusa. I lavoratori vincolati sono sottoposti ad una ristretta sorveglianza e minacciati di violenza fisica o sessuale. Talvolta i debiti contratti sono di piccola entità, magari per comprare dei medicinali, ma lo stato di povertà è tale da indurre i soggetti a ricorrervi. Poiché il salario guadagnato con l’attività lavorativa è sufficiente appena per nutrirsi il lavoratore vincolato è costretto a contrarre nuovi debiti e rimane legato al suo datore di lavoro per tutta la vita e così anche i figli e i figli dei suoi figli.
Lavoro forzato
è qualsiasi forma di lavoro o servizio che le persone sono costrette a fare nonostante la propria volontà sotto la minaccia di violenza o altre forme di punizione.

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Quasi tutte le forme di schiavitù hanno in comune questa caratteristica. Il 40/50% delle persone che subiscono questa forma si schiavitù sono bambini. Nel circa il 20% dei casi il governo o l’esercito è direttamente responsabile per l’uso del lavoro forzato (es. in Birmania, Nord-Corea e Cina), nella stragrande maggioranza dei casi è una pratica adottata da privati per trarre profitto economico dallo sfruttamento di altre persone.
Lavoro minorile
riguarda i bambini che lavorano in condizioni di pericolo e sfruttamento, privati dell’istruzione e del gioco. Il lavoro minorile è normalmente caratterizzato da un numero di ore lavorative eccessive, un’età estremamente bassa, luoghi di lavoro pericolosi, minacce psicologiche, verbali o fisiche accompagnate talvolta da abuso sessuale, paga misera se non nulla, pessime condizioni sanitarie, impossibilità di sfuggire a tale situazione, privazione dell’educazione.

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Nel 2006 l’Ilo stimava che il numero dei bambini tra i 5 e i 17 anni costretti a lavorare fosse di 218 milioni in tutto il mondo, di cui 74 milioni in condizioni estremamente pericolose. La maggior parte dei bambini si trovano in questa situazione perché la famiglia versa in condizioni di estrema povertà e/o perché soggetti a discriminazione di genere, razza o religione. I bambini sono il bersaglio preferito delle organizzazioni criminali, perché più vulnerabili, più convenienti e più remissivi. Il fatto che venga negata loro qualsiasi forma di educazione non permette loro di uscire dal circolo vizioso della povertà, che continua a perpetuarsi così di padre in figlio. I bambini vengono maggiormente impiegati nel lavoro dei campi (il 70% del lavoro minorile), come domestici, nelle fabbriche, sulle strade come accattoni, nell’edilizia, nelle cave minerarie, negli stabilimenti turistici, nello sfruttamento sessuale, come soldati.
Sfruttamento commerciale e sessuale dei minori
questa forma di schiavitù assume molteplici forme, si va dalla prostituzione alla pornografia, alla vendita del bambino come se fosse una merce.
Tratta degli esseri umani
trasferimento di persone, soprattutto donne e bambini, costretti con la forza e con l’inganno, finalizzato al guadagno economico (lavoro forzato, servitù o pratiche assimilabili alla schiavitù).

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È un problema su scala mondiale, avviene sia all’interno sia attraverso i confini nazionali. È arduo dare una stima delle vittime di questa forma di schiavitù perché i casi denunciati sono molto bassi e gran parte del fenomeno rimane sommerso. L’aspetto più preoccupante denunciato da Antislavery è che il fenomeno risulta in continua espansione: la crescente miseria, che colpisce popoli che già versavano in terribili condizioni, la discriminazione cui sono soggette le donne, leggi molto restrittive sull’immigrazione sono fattori che rendono questa attività molto appetibile e remunerativa per le organizzazioni criminali. Inoltre le scarse informazioni sul fenomeno e le insufficienti sanzioni predisposte per punire i trafficanti non aiutano a ostacolare il fenomeno. Spesso la gente confonde la tratta degli esseri umani con l’immigrazione clandestina, ma, pur trattandosi sempre di un’attività illegale, non si tratta della stessa cosa: l’immigrazione clandestina riguarda quelle persone che vengono aiutate a superare il confine nazionale dietro pagamento. Purtroppo la confusione permane anche da un punto di vista giuridico: le persone che vengono comprate o vendute vengono considerati come clandestini, mentre invece si tratta di una vittima di una violazione dei diritti umani e dovrebbe essere aiutata e protetta dai suoi aguzzini.
Matrimonio precoce e forzato
è intesa come una forma di schiavitù perché le donne (ma molto spesso bambine) attraverso questa pratica sono vendute e costrette poi a vivere come serve e spesso sottoposte a violenze fisiche.

 

1807-2007:Over 200 years of campaigning against slavery - Anti-slavery International

Slave Trade or Fair Trade? - Anti-slavery International

Vittime di tratta - Anti-slavery International 2005: protocollo e kit formativo per l’identificazione e la prima assistenza alle possibili

Arrested Develpoment - Anti-slavery International