Il testo

I Gatti migranti

Non in tutte le versioni della fiaba compaiono i gatti. L'autore ha ritenuto funzionale alla storia che l’invasione dei topi fosse determinata dall’assenza dei gatti.
In alcune versioni gli abitanti si sono liberati dai gatti pigri e indolenti, bocche da sfamare in più giudicate inutili, mentre nell'adattamento l'autore ha voluto che la cacciata dei Gatti assumesse un significato fondamentale: lo scontro culturale con il Giudice Baketta.

Il Giudice rappresenta la visione materialista del mondo e della società.
I Gatti, viceversa, rappresentano i valori spirituali e/o trascendentali.
Ecco allora che Shön, Wamp, Stolten e Gattina diventano una piccola compagnia girovaga proveniente dall’Italia, che ha attraversato le alpi per arrivare fino ad Hamelin e portare ai bambini fantasia e creatività. Da subito i Gatti riescono a stabilire un’intesa perfetta con i più piccoli e il loro spettacolo coinvolge tutti nella danza, che viene però bruscamente interrotta dal Giudice.

È l’intervento definitivo del Giudice che sarà la causa scatenante della tragedia finale: il giudice condannatore sta in realtà condannando se stesso e tutta la cittadinanza al drammatico epilogo. Togliere i Gatti ai bambini corrisponde a “togliere lo spirito ai bambini”, è come se la cittadinanza avesse deciso di non educare più i suoi figli ai valori spirituali.

Liberi, stravaganti, eccentrici, zingari che vivono d'arte... un pericolo per il potere costituito, perché l'arte è in grado di esprimere un pensiero libero e divergente, di formare una coscienza critica.