Il testo

Archivio Accademia dello Spettacolo

Il Sindako

Interrompe la festa dei Topi il Sindako… in fondo sono solo topi e quindi di fronte alla classica ramazza scappano spaventati!

Il Sindako è un personaggio grottesco: rappresenta figure molto diffuse oggigiorno: i politicanti di mestiere, interessati a salvaguardare la cosiddetta poltrona ottenuta a qualsiasi costo. Obiettivo del Sindako è quello di avere il consenso della popolazione, così da mantenere salda la propria posizione e quindi la propria poltrona e il proprio stile di vita.

Il suo appello alla popolazione convenuta è un "discorso sul nulla":

Cittadini... cari cittadini di Hamelin... vi sono momenti nella storia di una città in cui le decisioni vanno prese con prontezza e determinazione perché la gente è questo che vuole. Ed io vedo chiaramente brillare nei vostri occhi il senso civico che vi ispira i più nobili sentimenti... sentimenti che sono l’orgoglio della nazione poiché è nei momenti di difficoltà che ognuno sa quello che deve fare e lo fa senza indugio, senza inutili apprensioni o titubanze, ma con il coraggio e la determinazione che hanno contraddistinto coloro i quali hanno fatto la storia della nostra città... il passato ci guarda e vi giudica: ricordatelo! Sempre! Andate cittadini, andate al vostro dovere

Provate a chiedervi di quali decisioni stia parlando?
Ognuno sa che cosa deve fare e lo fa senza indugio… che cosa?
Un esibizione di retorica sofistica: l’uso di parole senza contenuto.

La Festa

Panem et circenses… ecco la soluzione per tranquillizzare la città.
Il Sindako propone una grande festa, "una festa coi fiocchi", in cui non vuole "badare a spese". Chiama i musicisti e la festa ha inizio… ma dopo pochi minuti arrivano i topi, che non hanno neanche cattive intenzioni: vogliono partecipare e dare il loro apporto.

Ma sono stili decisamente diversi! I cittadini si ritirano e la festa si conclude con una danza afro collettiva, energica e vitale, che si contrappone volutamente all’inizio melenso e tradizionale. La città sta già morendo anche nei suoi divertimenti. Non c’è arte, non c’è fantasia… la creatività, ricordiamo, se ne è andata con i Gatti!

Protesta degli Abitanti

Gli Abitanti non ne voglio no più sapere: "questi topi si divertono anche! Inammissibile!"

I muri che vedete mattone su mattone
io stesso ho costruito con tutta la passione
E prima fu mio padre e prima ancora il nonno
più indietro vai nel tempo più trovi una ragione
Non è per cattiveria o vile indifferenza
ma qui lo spazio è stretto bisogna aver pazienza
re il reddito pro-capite registra decadenza
popolo ribelle avanza la protesta

La città, ma potremmo estendere questa riflessione al concetto di Nazione, è intesa come una proprietà privata di cui pare abbia diritto soltanto chi è arrivato per primo.
Una città a numero chiuso, verrebbe da pensare.
Si tratta di motivazioni prive di un reale fondamento, tant’è vero che non è importante la validità del pretesto che gli Abitanti avanzano a favore della cacciata dei Topi, perché "più indietro vai nel tempo, più trovi una ragione" (che importa quale?). L'importante è che non si riveli che le uniche motivazioni reali sono l'indifferenza, l'egoismo e l'avidità, che contraddistinguono il loro modo di vivere, che impone loro di chiudersi nelle mura della loro città, dove si sentono protetti da ogni minaccia.

Accettando il nuovo, gli Abitanti si troverebbero nella condizione di doversi rimettere in gioco e rinnovarsi geneticamente e culturalmente e questo fa loro paura perché rischierebbero di perdere la loro posizione sociale, i loro agi.

Gli Abitanti non si rendono conto delle terribili conseguenze che il loro atteggiamento avrà sulla loro società e su loro stessi:
- da una parte la creazione di sacche di povertà, fonte e causa di gravi conflitti sociali e bacino di proliferazione di organizzazioni senza scrupoli che sfruttano la situazione e uccidono l'economia;
- dall'altra l'impossibilità di una rigenerazione culturale, che sia da stimolo per l'arte e la spiritualità.

L'infertilità è la negazione simbolica del rifiuto del rinnovamento.
Una città, come una Nazione, senza i giovani è destinata a morire. Allo stesso modo si impoverisce una cultura incapace di aprirsi al nuovo, sempre chiusa in se stessa, con il risultato che diventa esageratamente dipendente da culture esterne (per assimilazione o contrapposizione) perché non in grado di opporre con forza una valida alternativa.