Il testo

Archivio Accademia dello Spettacolo

Nel momento in cui ci si accinge a scrivere per il teatro, bisogna trovare una storia che sia giusta per lo spazio del palcoscenico. Non tutte le storie si adattano con facilità alla dimensione dello spazio fisso.

C’è stato un tempo che sul palco, nello stesso spettacolo, si alternavano sfilate di animali da circo, lussuose ambientazioni, battaglie navali… il teatro doveva impressionare e far fantasticare il pubblico.

Oggi tutto questo lo fa molto meglio il cinema! Inoltre, cimentarsi in una storia con tanti cambi di scena, significa immediatamente creare problemi di spesa non indifferenti e per una scuola questo è un problema serio. La storia dei Fratelli Grimm viene incontro allo sceneggiatore, perché offre quell'unità di spazio che permette la realizzazione di un'unica scenografia: a differenza di altre fiabe, lo storia del Pifferaio Magico è caratterizzata da una precisa collocazione spazio-temporale:

La nostra città si trova nel Brunswick, l’attuale Bassa Sassonia [...] Per entrare ad Hamelin avete attraversato il fiume Weser, largo e profondo, che bagna le mura dal lato sud. [...] Era l’estate del 1284, il 26 giugno, ma conviene cominciare da qualche giorno prima

Nell'adattamento si è rivelato, quindi, particolarmente significativo attenersi a questo determinato periodo storico, senza però che diventasse vincolante rispetto ad una ricerca di verosimiglianza, che non era tra i nostri obiettivi.
Sono stati inseriti sia nei dialoghi, sia nei testi delle canzoni molti riferimenti all'attualità, possibili e utili per il fatto che la storia ha un carattere universale, i suoi insegnamenti sono validi ancora oggi.
Accanto all'attualità, è fortemente presente il legame con la letteratura, in particolare Robert Browning, a cui l'adattamento si ispira. Citazioni dell'opera di Browning ricorrono più volte nel corso della storia.

Gli spettatori nel nostro adattamento vengono simbolicamente rappresentati da un ragazzo e una ragazza di 13/14 anni che si avventurano in un vecchio teatro abbandonato. I due stanno per scambiarsi un bacio, quando vengono improvvisamente interrotti da un signore che si presenta come padrone del teatro e li invita ad ascoltare la sua storia.

Zoppino presenta se stesso e il suo compagno e amico Marmaduck, un topo sordo. La tragedia è subito annunciata dalle parole di Zoppino, che ci riportano al lontano 1284 nella città di Hamelin, sulle sponde del fiume Weser.

Il racconto di Zoppino viene immediatamente interrotto da Marmaduck, agitato per la presenza di alcuni gatti che dormono lì accanto: “Sono i nostri ricordi!” lo rassicura Zoppino, svelando così allo spettatore che sta per assistere alla rappresentazione dei loro ricordi…

Zoppino e Marmaduck tengono le fila del racconto, inserendosi di tanto in tanto per spiegare e argomentare. Sono gli unici testimoni della tragedia, il primo zoppo, non fece in tempo a seguire i compagni, e il secondo, un sordo-muto, non poté ascoltare la melodia magica del pifferaio.
Questo aspetto è stato introdotto nelle versioni più tarde della leggenda, ma risulta estremamente interessante: gli unici sopravvissuti sono stati salvati dalla loro disabilità. Per quanto entrambi rimpiangano di non aver potuto seguire i proprii compagni, a loro è destinato l'importante compito di raccontare e tramandare quei fatti terribili.