Domande frequenti che abbiamo ricevuto sulla Scuola Formazione Attore.
Se non trovi quello che cerchi puoi inviarci la tua domanda e ti risponderemo.
S.F.A. sta per Scuola Formazione Attore. É un progetto no-profit garantito da Accademia dello Spettacolo ETS.
No. Esistono molte scuole che fanno dell’educazione un business.
La nostra associazione crede viceversa che solo un ente senza scopo di lucro può garantire finalità educative e formative
Al termine del triennio la SFA rilascia, in collaborazione con ANFA, un attestato di qualifica professionale riconosciuto dalla Regione Piemonte.
Presenza e agilità fisica sono i primi due elementi importanti per affrontare un corso di formazione che richiede una grande versatilità.
Determinazione e disponibilità ad imparare per poter affrontare una scuola che richiede uno sforzo artistico a grande raggio.
Costanza e volontà per portare avanti un impegno che richiede dedizione nel superare le molte difficoltà che si incontrano.
Con classi numerose non si può garantire un alto livello della formazione.
La SFA è stata organizzata secondo il Diploma Accademmico di Primo Livello disciplinato dall’AFAM che prevede 3 anni.
La retta annuale è inferiore del 40% rispetto al costo media studente fissato dal MIUR.
Vedi qui: iscrizione e retta
Durante l’anno gli allievi vengono invitati a visionare degli spettacoli.
I corsi di Livello 1 sono rivolti a chi comincia da zero.
Sì. Devi pensare alla SFA come ad un università.
A 18/20 anni si è disponibili e duttili, più passa il tempo più è difficile modificare errate abitudini acquisite. A 30 anni è difficile accettare regole e tempi di un’accademia professionale che sconvolge completamente i ritmi di vita consolidati. Inoltre, per motivi didattici, la scuola punta ad avere un gruppo di studenti eterogeneo. Infine è importante cominciare a costruire una carriera il prima possibile.
Alcuni giovani che partecipano alle selezioni non sono veramente motivati ad entrare alla SFA: ottenuto un buon risultato pensano di poter conservare il posto fino a pochi giorni dall’inizio della scuola per poi comunicare la loro rinuncia. In questo caso, coloro che si sono classificati dopo, non possono in pochi giorni organizzarsi e approfittare del posto lasciato libero. Perciò, dopo aver pubblicato i risultati della prima selezione, concediamo 30 giorni di tempo per valutare se procedere con l’iscrizione o lasciare il proprio posto a un candidato più motivato. Non riteniamo questo nostro comportamento assimilabile al “pressing”, ma un doveroso rispetto del lavoro e delle esigenze di tutti.
Molto. Si rivolge a giovani che cercano un alto livello di preparazione.
La SFA ha un’impronta universitaria per cui l’allievo si troverebbe come iscritto a 2 facoltà.
I corsi hanno frequenza obbligatoria dalle 9 alle 17 ed è necessario dedicare del tempo allo studio a casa.
Ricorda: se riesci a frequentare un’accademia di arti sceniche e un’università contemporaneamente… una delle due scuole non è abbastanza impegnativa.
No. Il nostro progetto didattico presta attenzione anche al teatro di prosa, al cinema e alla televisione. Il nostro obbiettivo è preparare i giovani a svolgere una professione nel mondo dello spettacolo a 360° per avere maggiori possibilità di inserimento lavorativo.
Tutte le scuole, che siano tali o vogliano esserlo, non sono agenzie di collocamento e, quando lo diventano, rischiano fortemente di inquinare la giusta e doverosa separazione dei ruoli. La SFA non garantisce sbocchi professionali automatici e non li promette: assicura solo formazione seria, di livello molto elevato. Affermiamo chiaramente che finire l’accademia non significa essere arrivati: per un artista l’accademia è viceversa l’inizio di un percorso. La strada è ancora molto lunga e molto c’è ancora da imparare. Il diplomato della SFA ha una preparazione che gli consente di cominciare la carriera, ma sa che deve ancora studiare molto. Tutti i giorni deve continuare a ripetere gli esercizi per mantenere il livello acquisito: frequentare stage seri gli servirà per perfezionarsi e ampliare la sua formazione.
Per approfondire: progetto formativo
No. Noi preferiamo tenere assolutamente distinti i due ambiti per evitare che un allievo si iscriva alla scuola sperando di entrare nella compagnia. Giocare sul naturale desiderio di esibirsi e apparire offrendo un immediato sbocco è una tecnica di vendita e neppure tanto sottile: un progetto no-profit si distingue proprio perché non si rende allettante attraverso “promesse di successo”. La scuola promette risultati che si ottengono solo studiando e applicando metodi riconosciuti dalla comunità scientifica.
Se la scuola è il serbatoio di una compagnia produce un danno educativo all’allievo:
– le scelte didattiche saranno condizionate dal repertorio, dalle esigenze, dagli obbiettivi della compagnia… e non da un programma che punta al meglio per l’allievo;
– spesso l’allievo diventa “manodopera a basso costo”;
– a volte, un talento naturale può essere subito sfruttato per quel che sa fare, impegnandolo in un lavoro che lo distrae completamente… dopo aver visto che è facile andare in scena non si ha più voglia di studiare e così viene bruciato un talento.
Inoltre, le scuole che si offrono come serbatoio per le compagnie, consentono ai produttori di ricattare i professionisti offrendo a questi compensi bassissimi: se rifiutano, vengono sostituiti da giovani allievi della scuola disposti a lavorare anche gratis. Risultato finale è: qualità sempre più bassa degli spettacoli e preparazione sempre più superficiale degli artisti.
Dopo alcuni anni di lavoro in compagnia questi giovani talenti chiedono una più giusta retribuzione… a questo punto vengono sostituiti con nuovo talenti emergenti, e il ciclo ricomincia.
Ogni anno gli studenti hanno almeno un’esercitazione scenica: 100 ore dedicate alla realizzazione di un allestimento da portare in scena di fronte al pubblico. Mentre si è studenti è utile cominciare a calcare la scena, ma questo “impegno” non deve far mettere sullo stesso piano, o addirittura in secondo piano, quello preminente di studiare e perfezionarsi. Sono tanti gli esempi di “artisti” che hanno iniziato una carriera senza una adeguata preparazione, abbandonando gli studi a metà pensando di poter già lavorare. Per avere un futuro davanti… ci vuole una storia dietro e la scuola ha il dovere di privilegiare la formazione. La fretta di andare in scena, di cogliere l’occasione, diventare rapidamente famoso… sono tentazioni largamente diffuse e i “commercianti” sanno sfruttare molto bene questo aspetto.
Il programma di studio è vario e articolato: gli allievi alla SFA studiano i grandi autori, ma l’Accademia si rifiuta di strumentalizzare lo studio e i grandi autori per promuovere e pubblicizzare la scuola. Non si diventa grandi attori mettendo in scena i capolavori come in una slot-machine. Alcuni enti pubblicano sistematicamente video dei propri allievi che si cimentano in brani tratti da tutto il repertorio dello spettacolo: esibizioni imbarazzanti, performance canore degne delle compagnie amatoriali di basso livello. Non è questa la strada per formare un artista di professione: questa è la via per illudere i giovani di essere già arrivati. Un vero artista si afferma con la sua arte e le sue capacità: nascondersi dietro a Shakespeare, Lloyd Weber o Christina Aguilera è molto comodo. Recitare un pezzo di “un autore sconosciuto” ed incantare il pubblico… questa è vera arte.
Accogliere un giovane di talento e diplomarlo lo può fare anche la copisteria del quartiere: i commercianti fanno solo questo, stampano e vendono diplomi insieme a promesse e sogni. Una scuola, invece, si distingue perché può accogliere anche un giovane mediamente dotato e lo fa diventare un professionista… e se il giovane ha del talento è tutto più facile.
Ecco alcuni comportamenti da centro commerciale:
– avere una soluzione per tutti: corsi amatoriali e professionali, corsi serali e diurni… si può fare l’università e anche l’accademia…;
– svolgere le lezioni in ambienti privi dell’autorizzazione per uso didattico:
– non avere certificazioni igienico sanitarie dei locali;
– far apparire facile e poco faticoso il percorso formativo e garantire risultati con il minimo sforzo personale;
– accogliere minori o allievi senza diploma di maturità in corsi “definiti” professionali (!);
– presentare un contratto da firmare appena terminata la selezione;
– assicurare “lavoro e successo”;
– non pubblicare l’elenco dei docenti prima di far firmare il contratto;
– pubblicare elenchi non veritieri dei docenti (nomi di artisti che poi nessuno vede o passano solo a salutare…);
– non pubblicare l’orario delle lezioni prima di far firmare il contratto;
La fantasia dei commercianti è imprevedibile: ci siamo limitati a citare alcuni esempi di comportamenti che ci sono stati segnalati da docenti e allievi che hanno avuto tristi esperienze.
No. Più volte ci è stato chiesto di aprire sedi distaccate o “concedere il nostro marchio in franchising”, ma fino a quando non saremo sicuri della qualità dei partners non intendiamo autorizzare aperture di altre sedi.
Il nostro progetto si basa sul lavoro diretto e continuo del nostro direttore artistico, il quale non ha ancora il dono della ubiquità. Non è sufficiente avere una struttura, dei soldi da investire, dei collaboratori di fama… sono le idee che ispirano la SFA a fare la differenza: idee che non si comprano e non si vendono davanti ad un notaio… si possono copiare, ma non si fa molta strada con le idee degli altri.
Vi sono “enti” che vendono formazione artistica. Normalmente questi enti sanno presentarsi molto bene di facciata, curano look e apparenza, promettendo successo assicurato “grazie a metodi speciali o conoscenze particolari”. Normalmente i commercianti dell’arte agiscono così: terminata la selezione ricevete immediatamente la risposta e siete invitati a firmare l’iscrizione. Non fatelo mai! Terminata una selezione siete in uno stato di tensione o di euforia che non vi assicura di prendere un decisione ponderata: chi vi invita a firmare è certamente una persona astuta che vuole approfittare del vostro stato emotivo.
Se siete caduti in una trappola di questo genere, potete contare su noi: Vi assicuriamo tutto il nostro appoggio e Vi aiuteremo a portare il vostro caso all’attenzione dei media… è l’unica cosa che costoro temono veramente, la pubblicità negativa.
Sì.
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