Intimacy Coordinator è una professione recente nel settore del cinema che sta vivendo un forte aumento di richieste da parte degli studi.
Regolamentazione dell’industria
A seguito del caso Harvey Weinstein e del movimento Me Too l’industria del cinema statunitense ha, infatti, risposto imponendosi una maggiore sensibilità rispetto al tema delle molestie.
In particolare hanno messo in sicurezza i luoghi di lavoro con regole e meccanismi chiari che permettessero ai performer di sentirsi tutelati anche durante le scene di sesso.
L’ Intimacy Coordinator non è un poliziotto che regola la buona condotta, ma un facilitatore del benessere del set.
Un aiuto al regista e agli attori per realizzare sequenze che coinvolgono fortemente la dimensione corporea con quella emotiva.
È importante, ad esempio, che durante una scena di stupro chi recita la parte della vittima si senta sempre in controllo.
L’identificazione e l’immersione della situazione deve essere sempre accompagnata da una scissione tra il personaggio e chi lo interpreta.
Chi è l’ Intimacy Coordinator?
Il paragone migliore è quello con lo stunt.
Sono delle figure professionali che preparano le coreografie delle scene d’azione insieme alle controfigure o agli attori stessi.
Sono esperti di quel tipo specifico di riprese: combattimenti, acrobazie, sparatorie etc.
Nei piani di produzione si prevedono sempre degli ampi slot dedicati alle prove e alla pianificazione.
Quando gli attori arrivano di fronte alla cinepresa sono ben istruiti su cosa fare.
Hanno provato per settimane per arrivare alla forma migliore e soprattutto per limitare i margini di errore e i rischi.
Allo stesso modo, l’ Intimacy Coordinator è presente al momento delle riprese delle scene di sesso e in quelle particolarmente fisiche come nudi, sequenze di masturbazione, ma anche semplici baci.
Una delle battaglie che questi professionisti stanno facendo è quella sul tempo dedicato alla preparazione.
Non si dà in mano una spada (anche se finta) a un attore che non sa maneggiarla.
Così anche per girare scene legate all’affettività occorre il giusto spazio per prepararle e, appunto, coreografarle.
Compiti
I suoi compiti sono semplici a dirsi, meno a farsi.
Tutti i membri dello staff e gli attori devono essere consapevoli del contesto in cui avviene il rapporto intimo nella storia (cioè essere informati del significato che ha quella scena specifica e le emozioni che porta).
L’ Intimacy Coordinator deve poi verificare che ci sia spazio per discutere apertamente rispetto alle azioni rappresentate e che sul set ci siano sempre vie per segnalare molestie.
Si deve assicurare che gli attori abbiano dato il consenso a filmare le scene di intimità e che queste siano eseguite secondo una coreografia precedentemente concordata.
Aiuta poi gli attori a segnare un inizio e una fine delle scene intime, per facilitare il ritorno alle normali interazioni.
Di fatto il suo compito è limitare al massimo il rischio di abusi e permettere così anche un’immersione maggiore e un maggiore realismo emotivo.
Sentendosi sicuri e in un contesto protetto è più semplice realizzare la visione del regista.
A fianco dell’ Intimacy Coordinator può esserci anche la figura di un coreografo specializzato per guidare le scene di sesso.
Cosa si fa in concreto?
Ita O’Brien, una delle pioniere del mestiere che ha lavorato a Normal People, Sex Education e I May Destroy You, ha spiegato a Esquire come si articola la sua giornata insieme al team.
Nel caso di I May Destroy You una scena di stupro prevista dalla sceneggiatura mancava di dettagli.
Succedeva e basta: non era scritta e spiegata.
O’Brien ha chiesto che venisse pensata in ogni particolare e che fosse perfettamente chiara.
A partire dalla forma che assumerà una volta girata si può infatti parlare con i diretti interessati per concordare ciò che si sentono di fare. Trovano un accordo su dove si possono toccare, e soprattutto su ciò per cui non c’è consenso.
In pratica stabiliscono i confini e i dettagli.
Ad esempio, se c’è il rischio di contatto tra i genitali, si provvede ad individuare delle protezioni.
Si pensa, però, anche a come rendere il più credibile possibile il momento, senza improvvisarlo.
Aiuta a migliorare le scene?
In un approfondimento dell’ Hollywood Reporter alcuni registi e showrunner hanno spiegato in che modo questi professionisti aiutano a migliorare il prodotto finale.
Quando le produzioni hanno iniziato a inserirli nella lavorazione si temeva che la loro presenza fosse un ostacolo al flusso di lavoro.
Non è così per Liz Feldman, la showrunner di Dead to Me.
In sceneggiatura, dice, avevano scritto un momento in cui due personaggi dovevano pomiciare in macchina.
Era un momento molto fisico che avrebbe dovuto essere anche passionale e coinvolgente per il pubblico.
Al momento del ciak si è capito che non era così semplice da realizzare.
C’era imbarazzo tra i due attori circondati dalla troupe.
Un freno inibitore non da poco.
Avere una persona impegnata nel togliere la pressione e facilitare le riprese è stato determinante.
Anche Greg Daniels ha promosso questo tipo di collaborazione parlando del coordinatore di intimità di Upload: “Pensavo che avrebbe portato un po’ di maturità chiedendo a tutti di abbassare i toni. Invece sfogliava il Kamasutra dicendo ‘cosa ne dite di questo? Che ne dite se facessimo quello?’”.
Insomma, un’esperienza positiva.
Non è così per Tony McNamara, showrunner di The Great.
Ha spiegato infatti che: «C’erano queste costanti interruzioni che infastidivano gli attori perché gli si chiedeva continuamente “stai bene?” mentre stavano recitando. I nostri attori rispondevano “ci puoi lasciar fare?”».
Come si diventa Intimacy Coordinator
Nel gennaio 2020 il sindacato degli attori SAG-AFTRA ha pubblicato delle linee guida che regolamentano lo svolgimento di quel mestiere. Essendo una pratica nuova, manca una comprensione di cosa sia in concreto il lavoro.
Sono nati così molti corsi per diventare Intimacy Coordinator.
Parte degli studi si incentrano sui temi del consenso e dei confini da negoziare.
C’è anche una spiccata attenzione all’inclusività di questa professione.
La rappresentazione dell’intimità varia infatti da cultura a cultura.
Con la pandemia si sono dovuti aggiornare anche rispetto alle norme di sicurezza che hanno creato nuovi ostacoli e aggiunto preoccupazioni. I corsi sono parecchio costosi, si aggirano sui 15.000 dollari e possono durare anche quindici mesi.
Eppure quella dell’ Intimacy Coordinator è una delle professioni cinematografiche in maggiore crescita.
Man mano che gli studi ne comprendono l’importanza vengono integrati nei piani dei lavori.
Generalmente i registi, una volta sperimentata nei fatti la collaborazione, non se ne vogliono privare.
Ancora oggi sono molte le attrici che sottolineano l’importanza dell’ Intimacy Coordinator e che ne pretendono la presenza sul set: da Jennifer Lawrence ad Amanda Seyfried che ha recentemente ammesso di aver subito in passato diverse pressioni per girare scene di nudo.
Il mestiere dell’ Intimacy Coordinator è attualmente parecchio diffuso, tanto che esiste una vera e propria associazione professionale, presieduta dall’ italoamericana Amanda Blumenthal.
È lei ad aver lavorato, ad esempio, sulle scene di nudo e di sesso della serie Euphoria per cui Zendaya si è aggiudicata l’Emmy come migliore attrice protagonista.
Tra gli Intimacy Coordinator più celebri ci sono anche Miriam Lucia che ha supportato di recente i set di House of Dragons e The White Lotus e Ita O’ Brian, fondatrice della Intimacy on set, l’agenzia che ha diffuso le linee guida generali da seguire durante le riprese di scene hot.
[Recitazione Cine-TV – Relazione di Gloria Puglisi]