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Morris Carnovsky è un attore americano che fu tra i fondatori del Group Theatre.
Nacque a Saint Louis il 5 settembre 1897, da Ike e Jennie Carnovsky, entrambi immigrati ebrei russi.
Suo padre, un droghiere, lo avvicinò agli spettacoli del teatro yiddish, la lingua della comunità ebraica ashkenazita dell’Europa centrale.

Esordio sulle scene

Nel 1920 si laureò alla Washington University, quindi si trasferì a Boston, dove apparve nella sua prima produzione teatrale professionale.
Nel 1922 iniziò la sua lunga carriera a Broadway, debuttando nel ruolo di Reb Aaron in The God of Vengeance.
Due anni dopo si unì alla compagnia del Theatre Guild e apparve come protagonista in Zio Vanja di Anton Čechov e in altri lavori.
Nel 1931 fu tra i fondatori del Group Theatre, un collettivo teatrale innovativo e specializzato in drammi moderni, spesso contenenti tematiche sociopolitiche di attualità.
Diversi membri, tra cui Carnovsky e sua moglie Phoebe Brand, aderirono al partito comunista americano.
Carnovsky apparve in quasi tutte le principali produzioni del Group Theatre, interpretando spesso parti scritte appositamente per lui dall’attore e drammaturgo Clifford Odets.
Fu inoltre diretto da Elia Kazan nella pièce Thunder Rock (1939) e apparve in My Sister Eileen e Café Crown.

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Phobe Brand, Morris Carnovsky e Art Smith – Brookfield 1931

Carnovsky a Hollywood

Nel 1937 Carnovsky e altri attori del Group Theatre raggiunsero Hollywood per lavorare nel cinema, sperando di raccogliere fondi per sostenere le deboli finanze del collettivo.
Il suo debutto sul grande schermo avvenne nel film Emilio Zola di William Dieterle, in cui interpretò lo scrittore Anatole France.
Rientrato a New York, Carnovsky vi rimase fino alla chiusura del Group Theatre nel 1940,
Tornò a Hollywood per proseguire la carriera nel cinema e per unirsi come regista al gruppo teatrale Actor’s Lab, una compagnia di recitazione analoga al Group Theatre.
Durante gli anni quaranta interpretò numerosi ruoli di supporto sul grande schermo.
Lo vediamo come Sixtus Andresen, insegnante norvegese in pensione, nel film La bandiera sventola ancora (1943) di Lewis Milestone.
Nel 1945 è il padre di George Gershwin in Rapsodia in blu.
Nel 1950 interpretò LeBret, capitano delle guardie di Guascogna, in Cirano di Bergerac.
Apparve in due noir, La sanguinaria (1950), nel ruolo del giudice Willoughby, e La seconda moglie (1951), nel ruolo del dottor Raymond Hartley.
Nella stagione 1950-1951 tornò a Broadway per recitare nella pièce Un nemico del popolo di Henrik Ibsen, con adattamento di Arthur Miller.

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Morris Carnovsky e Trudy Marshall, 1947 [Photo by LMPC via Getty Images]

Maccartismo

La sua carriera subì una battuta d’arresto nell’aprile del 1951, quando l’attore fu interrogato dalla Commissione per le attività antiamericane.
Il maccartismo è stato un fenomeno che si è sviluppato negli Stati Uniti d’America nella seconda metà degli anni 1940 e la prima metà degli anni 1950.
È stato caratterizzato da un’esasperata repressione nei confronti di persone, gruppi e comportamenti ritenuti filo-comunisti e quindi sovversivi.
Il termine “maccartismo” deriva dal nome del senatore repubblicano del Wisconsin Joseph McCarthy, che diresse la Commissione per la repressione delle attività antiamericane.
McCarthy accusò di essere comunisti o simpatizzanti del comunismo migliaia di americani, tra cui funzionari governativi, artisti, scrittori e attivisti politici.
Le accuse di McCarthy non erano sempre fondate e spesso erano basate su informazioni vaghe o false.
Il maccartismo ebbe come conseguenza la perdita di libertà e di reputazione per molte persone, nonché la creazione di un clima di paura e di intimidazione.
Il fenomeno si concluse nel 1955, quando McCarthy perse la sua influenza e la sua popolarità dopo che alcune delle sue accuse furono smantellate e il pubblico iniziò a perdere fiducia in lui.

Black list

Da tempo membro del Partito Comunista Americano, Carnovsky si rifiutò di rispondere alla Commissione, invocando i propri diritti ai sensi della Costituzione degli Stati Uniti.
Gli attori Marc Lawrence, Sterling Hayden e il regista Elia Kazan testimoniarono invece che, presso la casa di Carnovsky e sua moglie Phoebe Brand, si erano tenute riunioni del partito comunista.
Carnovsky e sua moglie furono identificati come comunisti e inseriti nella Black List di Hollywood.
La prima lista nera di Hollywood sistematica fu istituita il 25 novembre 1947.
Il giorno dopo, dieci sceneggiatori e registi, noti come Hollywood Ten , furono citati per oltraggio al Congresso degli Stati Uniti d’America per essersi rifiutati di testimoniare davanti alla Commissione.
Il 22 giugno 1950 fu pubblicato un opuscolo intitolato Red Channels (“Canali rossi”) che individuò 151 professionisti dello spettacolo nel contesto di “fascisti rossi e i loro simpatizzanti”.
Ben presto alla maggior parte di coloro che figuravano nella lista, assieme a una serie di altri artisti, fu vietato l’impiego nella maggior parte del mondo dello spettacolo.
Il rifiuto di fare nomi davanti alla Commissione, pose fine alla sua carriera cinematografica di Carnovsky e Brand.
Tornarono a recitare in teatro e nel 1953 apparvero in The World of Sholem Aleichem, una produzione off Broadway.
Il cast comprendevae molti attori della Lista Nera, riuniti per dimostrare che il pubblico teatrale di New York non avrebbe mancato di sostenerli.

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Morris Carnovsky in “Gun Crazy”, 1950. [Photo by United Artists/Getty Images]

Carnovsky e Shakespeare

La carriera teatrale di Carnovsky riprese slancio quando John Houseman, allora direttore generale e produttore dell’American Shakespeare Theatre a Stratford (Connecticut), gli offrì di entrare nella compagnia.
Lavorare sui testi shakesperiani fu un modo per allontanare i sospetti dei maccartisti.
Infatti il teatro classico era ritenuto lontano dalle tematiche sociali e politiche.
Nel 1956 Carnovsky apparve in numerose rappresentazioni del repertorio shakespeariano come Re Giovanni, Misura per misura e La bisbetica domata.
L’anno successivo interpretò Shylock ne Il mercante di Venezia.
In seguito affrontò altri ruoli shakesperiani come quello del servitore Feste in La dodicesima notte, accanto a Katherine Hepburn nella parte di Viola, e quello di Prospero in una celebre produzione de La tempesta.
Nel 1957 riapparve ancora una volta a Broadway in Nude with Violin di Noël Coward.

Gli ultimi anni

Dopo oltre dieci anni di assenza dal grande schermo, nel 1962 si recò a Parigi per interpretare il ruolo dell’avvocato Alfieri nella versione cinematografica che Sidney Lumet trasse dal dramma Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller.
Proseguì la carriera teatrale recitando, tra gli altri, nel ruolo di protagonista di Vita di Galileo di Bertolt Brecht, in scena nel 1966 al Goodman Theatre di Chicago.
Nel 1974 tornò al cinema nel drammatico 40.000 dollari per non morire, un dramma sulla dipendenza dal gioco d’azzardo, in cui interpretò il ruolo del nonno di James Caan.
Morris Carnovsky fu inserito nell’American Theater Hall of Fame alla fine degli anni settanta.
Negli ultimi anni della sua vita visitò molte università statunitensi per promuovere i classici di Shakespeare presso le giovani generazioni di studenti.
Morì il 1° settembre 1992 nella sua casa di Easton, nel Connecticut, all’età di 94 anni, per cause naturali.
Sua moglie Phoebe Brand morì nel 2004, all’età di 96 anni.
La coppia, sposata dal 1941, ebbe un figlio, Stephen Carnovsky.

Per approfondire:

IMDB

[Recitazione Cine-TV – Relazione di Miriam Castiglione]

Miriam Castiglione

 

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