Malcolm Mcdowell al Greenwich Village di Torino

malcolm mcdowell

Malcolm McDowell è stato ospite il 28 novembre 2022 della 4oesima edizione del Torino Film Festival.
In questa occasione ha tenuto una masterclass al Cinema Greenwich Village.
Insieme ad alcuni studenti della Scuola Formazione Attore ho avuto l’onore di partecipare.

Malcolm Mcdowell, nato nel 1943 a Leeds, è diventato celebre per il ruolo di Alex DeLarge in A Clockwork Orange nel 1971.
L’incontro si è sviluppato con un Q&A guidato dal Direttore Artistico del Festival che ha saputo farci raccontare dall’attore aneddoti della sua vita sui set.

Arancia meccanica

Alla prima domanda “Quanto sia stato difficile interpretare Alex in Arancia Meccanica”, Malcolm risponde così.
«Un attore professionista non porta mai a casa un ruolo che ha interpretato, a meno che ovviamente non sia un seguace del metodo e che quindi non metta in atto le indicazioni degli studio di New York. La richiesta che avevo ricevuto nella presentazione del ruolo era che dovevo rendere questo ragazzo immorale, piacevole al pubblico, però, senza tradire il pubblico e il personaggio. Questa richiesta era una grande sfida, ho pensato che interpretare questo ruolo in uno stile esagerato, non avrebbe reso così emozionale l’interpretazione. Ho provato a cavarmela in un altro modo. Tuttavia il New York Times accusò il film di essere un film fascista che aveva reso divertente e piacevole quel tipo di personaggio.»

Stanley Kubrick

Continua poi raccontando come si lavorava con Kubrick: «…era una cosa interminabile, nel senso quando lavoravi con Kubrick sapevi quando cominciavi, ma non sapevi quando avresti finito. Il tempo non era una dinamica che gli interessava tanto. Certo, c’era un pianificazione delle riprese, ma tanto non veniva mai rispettata. Ho raccontato tante cose di Stanley Kubrick, che diciamo, non lo mettono proprio in una buona luce, però vi giuro che per me lavorare con lui è stata un’esperienza straordinaria, ho adorato lavorarci insieme, è una persona straordinaria, fantastica ed esilarante.»

Malcolm Mcdowell e Lindsay Anderson

Passa poi a raccontarci del suo incontro con il regista Lindsay Anderson.
Il regista britannico, autore di una trilogia dedicata al personaggio di Mick Travis, scelse proprio Malcolm Mcdowell nel 1968.
«Gli attori, come me, formati in Gran Bretagna, tutti cominciavamo dal teatro. Da lì si imparava e se ti andava bene con il cinema e la televisione magari riuscivi a pagarti l’affitto. Era così che funzionava ai miei tempi. Il fatto che ha cambiato la mia vita dal punto di vista professionale è stato l’incontro con Lindsay Anderson, un grande genio. Non avrei mai potuto fare Arancia Meccanica per Lindsay Anderson. Lui non esigeva quel tipo di recitazione ed era molto più pacato nelle sue richieste. Kubrick era esigente, voleva sempre di più.»

Un’audizione particolare

«Il mio incontro con Lindsay Anderson andò così: ricevetti una telefonata dal mio agente che mi diceva che Lindsay Anderson avrebbe voluto incontrarmi. Io, in quel periodo, stavo facendo la “Dodicesima notte”di Shakespeare. Così arrivai al teatro dove avrei fatto l’audizione, salii sul palco e vidi quest’uomo bassino che mi chiese cosa stessi facendo in quel periodo. Risposi che stavo facendo una rappresentazione estremamente moderna della “Dodicesima notte”. A quel punto mi fermò dicendo “terribile”. Io in realtà ero tutto contento, felice insomma… è un sogno per un giovane attore interpretare un ruolo in Shakespeare al Royal Court Theatre. Lindsay continuò e mi chiese “Ma perché lo fai? Quel tizio -il direttore del teatro- è così pretenzioso…” e da lì iniziammo a spettegolare tutti e due sul Royal Court Theater e lui mi incitava a parlare sempre dei più e io continuavo a dire cose, entrambi d’accordo su tutti i pettegolezzi, gran parte negativi sul Royal Court. A un certo punto silenzio… e lui mi chiese “Ma tu lo sai che io sono il Direttore del Royal Court Theater?” A quel punto io, molto imbarazzato, dissi “No, non ne avevo assolutamente idea… bene, quindi non credo che mi darai la parte, vero?” E lui “Mah, vedremo, non necessariamente”».

Singing in the rain

Malcolm ci racconta ancora alcuni episodi della sua vita artistica, come quando Kubrick, sul set di Arancia Meccanica, gli chiese se sapesse ballare.
«Ovviamente io non so ballare. Io e Stanley dovevamo trovare un modo di girare la scena dove avveniva uno stupro e picchiavamo violentemente uno scrittore. Era davvero difficilissimo trovare uno stile da attribuire a quella scena. Così dopo 5 giorni, mentre aspettavo di capire come avremmo potuto girare questa scena lui mi chiede “ma sai ballare?”, ed io subito sono saltato in piedi e ho cominciato a cantare “Singing in the rain”. L’ho fatto davvero in maniera spontanea e così la scena ha trovato il suo punto cruciale, perché appunto il personaggio è euforico e Gene Kelly certo ci ha dato l’euforia per girare la scena.»
Aggiunge poi a questo racconto di come un anno dopo si ritrovò ad Hollywood ad una festa con le star della Old Hollywood e incontrò Gene Kelly, ma nel momento in cui venne presentato al cantante, quest’ultimo riconoscendolo si voltò e se ne andò dall’altra parte perché Malcom gli aveva rovinato il successo di quella canzone usandola in una scena così cruenta.

Conclusione

Durante la serata Malcolm Mcdowell ci ha ancora raccontato alcuni episodi, come l’incontro con l’amico, nonché autore e regista Mine Kaplan e altre piccole curiosità, ma queste che ho riportato erano secondo me le più significative e divertenti dell’incontro.
Malcolm ha voluto ancora ringraziare il pubblico, si è rallegrato nel vedere che il pubblico era composto per la maggior parte da giovani, l’ha ritenuta un vero omaggio per un attore anziano come lui.

[Greenwich Village Torino – Via Po 30 – 28 Novembre 2022 – Relazione di Pietro Pellegrino]

Pietro Pellegrino

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