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Adler vs Strasberg | Sistema Stanislavskij

Nella lezione del 5 gennaio abbiamo analizzato un capitolo fondamentale: la rottura tra Lee Strasberg e Stella Adler.

Stella Adler

Il giorno in cui Lee Strasberg morì, Stella Adler chiese agli attori nella sua classe di alzarsi per un momento di silenzio.
Alla fine “si narra” che abbia detto: «Ci vorranno decenni al teatro per riprendersi dal danno che Lee Strasberg ha inflitto agli attori americani».
Suo padre era un famoso attore Jacob Pavlovich Adler e lei iniziò a recitare giovanissima nella compagnia dei genitori.
Nei primi anni venti del 900 debuttò a Broadway ed ebbe la fortuna di assistere all’unica tournée statunitense del regista e teorico del teatro russo Konstantin Sergeevič Stanislavskij.
Profondamente colpita e affascinata dal metodo del regista, ebbe modo di studiarlo divenendo nel 1925 allieva di Richard Boleslawski e Maria Ouspenskaya.

Stanislavskij in America

Nel 1923 il Teatro d’Arte di Mosca organizza una fortunatissima tournée.
Gli addetti ai lavori sono sorpresi dalla tecnica di recitazione degli attori.
In quel momento negli Stati Uniti si sta sviluppando velocemente il settore dello spettacolo.
Servono preparatori per attori e attrici per un nuovo modo di andare in scena.
Le tecnica di recitazione basata sullo stile antico non è adatta al cinema.
I gesti ampi ed enfatizzati non sono funzionali.
Il cinema premia attrici che provengono dall’Europa come Greta Garbo che bucano lo schermo.

Boleslawski e Uspenskaja

In questo contesto, Richard Boleslawski e Marija Uspenskaja, due allievi di Stanislavskij decidono di aprire una scuola per insegnare il sistema Stanislavskij.
Boleslawski era nato in Polonia il 4 febbraio del 1889.
Cresciuto ad Odessa, lasciò la città per studiare recitazione alla Scuola d’Arte di Mosca.
In seguito alla prima guerra mondiale Boleslawski lascia per sempre la Russia per emigrare all’estero ed approda negli Stati Uniti.
Insieme a Marija Uspenskaja, attrice russa, fonda nel 1923 l’American Laboratory Theatre.
Tra gli allievi: Stella Adler, Lee Strasberg e Harold Edgar Clurman.

Group Theatre: inizi

Strasberg, Clurman e Cheryl Crawford nel 1931 fondano il Group Theatre.
L’importanza fondamentale del Group Theatre è dovuta all’influenza che questo movimento teatrale darà alla recitazione e al teatro non solo nel suo decennio di attività (dal 1931 al 1941) ma anche per quelli a venire, fino ai giorni nostri.
In particolare va riconosciuto proprio al “Group” il merito di aver diffuso il sistema Stanislavskij e di aver favorito la formazione e il perfezionamento continuo degli attori.
Tutti e tre i fondatori si sono conosciuti alla Theatre Guild, una  compagnia che aveva come scopo quello di produrre opere non commerciali di drammaturghi americani e stranieri.
Gli esordi del gruppo risalgono al 1928 con una commedia di Waldo Frank, New Years Eve.
Fra gli attori chiamati a lavorare su questo testo c’erano Morris Carnovsky e Sanford Meisner, che già si erano fatti notare con gli spettacoli della Guild.
Era un lavoro di studio, non c’erano piani precisi.
Ma gli attori contattati si lasciarono attirare dalla prospettiva che il lavoro avrebbe costituito per loro un’eccellente scuola.
In questo modo si incomincia ad affermare uno dei principi fondamentali dell’intera attività del “Group”: la necessità per gli attori di continuare a perfezionarsi e a fare ricerca, anche se già lavoravano attivamente nel teatro di quegli anni.
Dal novembre 1930 al maggio 1931 si aggiungono altri.
Questop gruppo incomincia a riunirsi settimanalmente prima nell’appartamento di Cheryl Crawford, poi in una sala pubblica ottenuta gratuitamente.
Vengono gettate le basi per quello che di lì a poco sarebbe divenuto il “Group Theatre”.

Group Theatre: estate a Brookfield

Il Group Theatre comincia la sua avventura nel periodo che segue la grande depressione del 1929.
Nell’estate del 1931 a Brookfield viene organizzata quella che oggi definiremo una residenza artistica.
Sono 28 giovani artisti che si ritrovano in campagna a vivere insieme un’esperienza di full immersion.
Oltre ai tre fondatori troviamo Stella Adler, J. Edward Bromberg, Phoebe Brand, Ruth Nelson, Eunice Stoddard, Mary Morris, Dorothy Patten, ed altri.
Stella Adler ha trent’anni, abbastanza giovane e disposta a seguire il direttore del gruppo, Lee Strasberg.

Strasberg a Brookfield

Strasberg era un perfezionista.
Lavorava instancabilmente per rendere importante ogni movimento in una scena.
Nessuno metteva in discussione la sua autorità anche se aveva solo 30 anni.
«Lee era un Dio per noi», ha ricordato Phoebe Brand in un’intervista. «Lo ammiravamo davvero. Volevamo fare quello che voleva anche se non sempre capivamo».
Entro la metà dell’estate gli attori iniziarono a chiamarlo Dr. Strasberg.
Aveva fissato regole severe: il fienile dove si lavorava era considerato un luogo sacro.
Chiunque fosse sorpreso a fumare o a leggere una rivista durante le prove era soggetto al temperamento esplosivo di Strasberg.
Durante una prova, Strasberg ha diretto Morris Carnovsky in una scena in cui doveva arrampicarsi su un tavolo e alzare un bicchiere. Frustrato dall’essere ripetutamente salito sul tavolo, Carnovsky alla fine si vendicò gettando giù il bicchiere.
La stanza tacque e Strasberg esplose. «Voi! Stai commettendo un crimine centrale contro l’intero spirito del gruppo. Puntiamo a formare qui un teatro collettivo. Per chiunque trasgredire è un crimine».

Gli ideali democratici

Tra il pragmatismo di Crawford e il dispotismo di Strasberg, Clurman era la voce dell’ispirazione, con la sua fervida ideologia teatrale.
La compagnia aveva la responsabilità di studiare e lavorare insieme a un teatro che affrontasse l’ambiente sociopolitico della Depressione. All’interno di questo microcosmo non dovevano esserci stelle.
Tutti avrebbero avuto la stessa paga, il che significava che se eri il protagonista di una commedia in una stagione, avresti potuto servire come macchinista la successiva.
Gli ideali democratici erano belli in teoria per Stella: lei preferiva interpretare ruoli da protagonista.
Fin dall’inizio, il suo temperamento aristocratico ha minato il suo rapporto con la compagnia.

Adler – Strasberg: tensioni

Già da questa estate emergono tensioni tra Stella Adler e Lee Strasberg.
Il dibattito Adler-Strasberg è molto conosciuto nell’ambiente dello spettacolo.
La discussione sul fatto che un attore debba usare emozioni reali o acquisire una tecnica esterna per interpretare un personaggio è un dibattito secolare.
A quel tempo a Stella mancavano anni per sviluppare una propria tecnica.
Come i suoi colleghi attori ha fatto del suo meglio per seguire la direzione di Strasberg, ma trovava la “memoria emotiva” un compito problematico.
Strasberg proponeva esercizi che andavano a scavare nel profondo, facendo rivivere emozioni e sentimenti già vissuti.
A suo avviso andava interpretato così Stanislavskij quando tratta la “memoria emotiva”.
Ma Stella non ne era convinta.
Entrambi, Lee e Stella, erano stati allievi di Boleslawski e Uspenskaja.

Il ruolo dell’incoscio

L’inconscio gioca un ruolo essenziale nella performance di un attore, tanto è vero che anche quando ci viene semplicemente chiesto di salire sul palco e stare senza fare nulla, andiamo subito in tensione.
Come dice Stanislavskij, «in scena bisogna essere più disinvolti che nel proprio appartamento».
Per riuscire a raggiungere questo obiettivo propone 3 step del processo di rilassamento: tensione, rilassamento e giustificazione.
Negli anni ’20-30 la psicanalisi è una disciplina relativamente giovane.
Sappiamo che Strasberg ne è affascinato.
Stella Adler, invece, è poco interessata.
Strasberg capisce che quando una persona si trova al centro dell’attenzione può essere condizionata potentemente da fattori inconsci.
Propone allo studente di affrontarli.
Stella Adler, invece, li mette da parte.

Adler – Strasberg: la rottura

Avviene per un tradimento di Strasberg.
Nel 1933-1934 Stanislavskij si trovava a Parigi.
Lee fu mandato per sottoporre il quesito sulla “memoria emotiva”.
Al suo ritorno Strasberg bleffò: disse a Stella che il maestro russo confermava la sua interpretazione.
Qualche mese dopo Stella Adler e Clurman si trovano a Parigi e vengono a sapere che Stanislavskij è ancora lì.
Lo incontrano e gli chiedono dell’incontro avuto con Lee.
Stanislavskij afferma di non aver mai incontrato qualcuno con quel nome.
Alla domanda sulla memoria emotiva risponde che è pericoloso utilizzare l’inconscio.
Al suo ritorno Stella Adler affronta Lee Strasberg.
Nel gruppo avviene una spaccatura.
In seguito a questo conflitto Sanford Meisner lascia il gruppo.
Si unisce alla Neighborhood Playhouse per insegnare e sviluppare il suo approccio, che in seguito si chiamerà “tecnica Meisner”.
Qualche anno dopo anche Stella Adler fonderà una sua scuola.

Ruolo di psicologia e psicanalisi

Un aspetto che bisogna ricordare è che col passare degli anni e con l’evolversi della società si è evoluto anche l’inconscio.
In passato le persone erano più “semplici” a livello psichico.
Proprio da questa evoluzione ha origine la novità di Strasberg rispetto a Stanislavskij.
Certamente Strasberg è stato un pioniere, probabilmente anche maldestro.
Veniva accusato di far involvere gli attori, di crogiuolarsi nell’analisi.
Non avendo strumenti per affrontare l’inconscio, è assolutamente meglio fermarsi.
Strasberg, intrigato dalle nuove scoperte, decide di spingersi oltre perché è curioso.
Sceglie di lavorare con modalità innovative ed ovviamente sperimentali.
Adler e Meisner preferiscono un percorso più tradizionale.
Tuttavia, con seggetti portatori di difficoltà emotive e relazionali, come si comporterebbero?
Li escluderebbero come non adatti?

Presenza scenica

Il lavoro di Strasberg punta alla radice del problema lavorando direttamente dove hanno sede sentimenti ed emozioni.
Il concetto dell’ «IO SONO» è emerso con Stanislavskij, quando un attore è pienamente presente in quello che deve essere.
Noi la chiamiamo anche presenza scenica.
Strasberg, attraverso gli strumenti della psicologia e della psicanalisi, punta a potenziare la presenza scenica.
Oggi ormai esistono strategie e terapie per togliere inibizioni che ostacolano le capacità espressive.
È per questo che un attore dovrebbe possedere conoscenze a livello psicologico.
Soprattutto gli insegnanti di recitazione non possono fare a meno di avere competenze nel campo della psicologia.

Per approfondire

Sullo scontro all’interno del Group Theatre

Lee Strasberg | Sistema Stanislavskij

(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 12 gennaio 2023 con Mario Restagno – Relazione a cura di Beatrice Grimaldi)

Beatrice Grimaldi

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