Last Tango in Paris ha vinto l’Oscar, la Palma d’oro e il Leone d’oro.
Bernardo Bertolucci ha portato sullo schermo capolavori assoluti come L’ultimo imperatore e Novecento, eppure il suo nome resta indelebilmente legato a Last Tango in Paris.
il suo film maledetto del 1972, il più discusso, amato, detestato, censurato.
Fino addirittura a essere condannato al rogo e poi miracolosamente salvato in una singola copia clandestina, nascosta proprio dallo stesso Bertolucci.
Riabilitato e ancora messo sotto accusa anche dalla sua protagonista, l’allora giovanissima Maria Schneider che da quel film, dal successo planetario e dallo scandalo ancor più clamoroso, fu graziata come stella di prima grandezza e allo stesso tempo condannata a un’esistenza problematica che sfociò addirittura in un tentativo di suicidio.
Il film, come tutti i capolavori, ha una trama riassumibile in poche frasi che Bertolucci sintetizzava in assoluta semplicità: “Un uomo e una donna che non si conoscono si incontrano per caso in un appartamento vuoto. Lì avviene una specie di iniziazione sessuale tra i due. Che decidono di ripetere questi incontri senza, però, mai sapere niente dell’uno e dell’altra”.
La scena del burro
In realtà, a decretare la condanna a due mesi di carcere dello stesso Bertolucci, del produttore Aurelio Grimaldi e di Marlon Brando, protagonista del film, per “offesa al pudore” furono alcune scene particolarmente forti di Last Tango in Paris.
Prima tra tutte, la famosa “scena del burro”, quella cioè della sodomizzazione di Maria Schneider da parte di Marlon Brando con l’aiuto di un panetto di burro.
Una scena sulla quale si sono versati fiumi di accuse e di polemiche e sulla quale si è anche attorcigliato un equivoco che dura da anni e che lo stesso Bertolucci ha cercato di chiarire in un’intervista del 2016.
Ecco cosa ha precisato il regista: “Qualcuno ha pensato, e pensa, che Maria non fosse stata informata della violenza su di lei. Falso. Maria sapeva tutto perché aveva letto la sceneggiatura, dove era tutto descritto. L’unica novità era l’idea del burro”.
Quello che è stato poi definito da Bertolucci un “ridicolo equivoco che continua a riportare Last Tango in Paris sui giornali di tutto il mondo” era nato da un’intervista di qualche anno prima alla Cinematèque Française dove Bertolucci ha raccontato: “Io ho precisato, ma forse non sono stato chiaro, di avere deciso insieme a Marlon Brando di non informare Maria che avremmo usato del burro. Volevamo la sua reazione spontanea a quell’uso improprio. L’equivoco nasce qui”.
Maria Schneider
Maria Schneider è morta nel 2011 ad appena 58 anni.
Commentando la sua morte prematura Bertolucci ha ammesso: “Il rapporto forte e creativo che abbiamo avuto durante le riprese si era avvelenato col passare del tempo. Maria mi accusava di averle rubato la sua giovinezza e solo oggi mi chiedo se non c’era qualcosa di vero. In realtà era troppo giovane per poter sostenere l’impatto con l’imprevedibile e brutale successo del film”.
Una sequenza che a distanza di 46 anni continua a scandalizzare e far discutere.
Anocra recentemente in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, Jessica Chastain ha twittato lo stupro simbolico di Maria Schneider in quella scena.
E la cugina Vanessa Schneider, giornalista de Le Monde e autrice di “Tu t’appelais Maria Schneider” ha dichiarato: “Aveva 19 anni quando recitò nel film di Bertolucci. Era minorenne. Le riprese furono dolorose per lei. In particolare la scena di sodomia simulata con il burro. La percepì come una vera aggressione, non era stata avvertita. Iniziò a drogarsi alla fine del film. Parte dell’opinione pubblica la associò a un oggetto sessuale. Fu insultata, colpita in strada. Una via crucis”.
Il monologo dissacrante sulla famiglia
Che poi, a ben vedere, la scena in questione non rivelava nessun particolare anatomico dei due protagonisti.
Brando era completamente vestito.
Ma certamente ciò che scandalizzò e che suono come un’aggressione fu soprattutto il monologo sulla cosiddetta “sacralità della famiglia” che il personaggio di Brando, un uomo rimasto vedovo dopo il suicidio della moglie, obbligò a ripetere alla sua giovane e sconosciuta partner: “Te lo dico io il segreto di famiglia. Voglio farti un discorso sulla famiglia. Quella santa istituzione inventata per educare i selvaggi alla virtù. E adesso ripeti insieme a me”, diceva Marlon Brando, mentre la Schneider si opponeva con forza fino alle lacrime.
Ma lui imperterrito: “Santa famiglia, avanti ripeti, sacrario dei buoni cittadini, dove i bambini sono torturati appena dicono la prima bugia e la volontà è spezzata dalla repressione e la libertà assassinata dall’egoismo”.
Una critica aspra che suonò blasfema nella società cattolica di allora e che spinse la Corte di Cassazione nel 1976 a ordinare la distruzione di tutti di tutti i negativi dell’opera, ma Bertolucci ne conservò clandestinamente una copia.
E fu quella che nell’87, quando ci fu la riabilitazione del film dalla censura, permise a “Ultimo tango” di uscire di nuovo nelle sale.
Il film italiano più visto di sempre
Finalmente a essere messa in risalto, piuttosto che la famosa scena del burro, fu la drammaticità esistenziale, nascosta dietro l’erotismo esplicito.
Lo scorso maggio Last Tango in Paris, che è anche il film italiano più visto di tutti i tempi nel nostro paese (con 15 milioni e700 mila spettatori) è tornato nelle sale per tre giorni in una versione restaurata con la supervisione di Vittorio Storaro per l’immagine e di Federico Savina per la colonna sonora che annovera le indimenticabili musiche di Gato Barbieri.
E anche in quell’occasione il film è incorso in una forma di censura.
Stavolta a oscurare per qualche ora l’immagine della locandina è stato il social network Facebook.
Segno che il potere maledetto di Last Tango in Paris e soprattutto la sua forza di scandalizzare per un rapporto privo di ogni romanticismo e per una critica corrosiva allla società borghese, è ancora intatto.
Lo Star System contro Bertolucci
Elle America ha pubblicato un’ intervista video rilasciata da Bertolucci nel 2013 alla trasmissione olandese Collage Tour.
Bertolucci spiegava: “Ho agito in modo orribile con Maria, perché non le ho spiegato cosa sarebbe successo. L’ho fatto per avere la sua reazione come ragazza, non come attrice. Volevo si sentisse realmente umiliata”.
E poi Bertolucci ha ammesso di avere più di un rimpianto: «La sua morte è arrivata troppo presto, prima che io potessi riabbracciarla teneramente, dirle che mi sentivo legato a lei come il primo giorno, e almeno per una volta, chiederle scusa. Il rapporto forte e creativo avuto durante le riprese di Ultimo Tango si era avvelenato col passare del tempo. Maria mi accusava di averle rubato la sua giovinezza e solo oggi mi chiedo se non c’era qualcosa di vero. In realtà era troppo giovane per poter sostenere l’impatto con l’imprevedibile e brutale successo del film.»
L’intervista ha causato una serie di reazioni indignate da parte dello star system americano e non solo.
La vicenda, in realtà, non è certo nuova visto che nel 1976 la pellicola era stata censurata per essere riabilitata solo alla fine degli anni ’80, ma l’ammissione di Bertolucci e stata una docci fredda per Hollywood.
All’alba della pubblicazione dell’internista, su Twitter sono piovuti insulti, rimproveri e condanne.
“Dovrebbero toglierli tutti i premi”, ha scritto qualcuno, “Andrebbe sbattuto in prigione” ha aggiunto un altro, mentre attori del calibro di Jessica Chastain hanno scritto: “Per tutte le persone che amano questo film state guardando una 19enne stuprata da un 48enne. Il regista ha pianificato l’aggressione. Mi fa star male”.
Captain America, Chris Evans ha scritto: “Wow. Non guarderò più questo film, Bertolucci o Brando nello stesso modo. Questo va oltre il disgusto. Provo rabbia”.
Anna Kendrick ricorda che “Miss Schneider aveva dichiarato tutto questo anni fa. Ma ricevevo occhiatacce quando mi trovavo a parlarne con qualcuno (uomini)”.
Evan Rachel Wood ha definito quello che è accaduto alla Schneider “straziante e oltraggioso; Bertolucci e Brando dovevano essere individui molto malati malati a pensare che andasse bene”.
É impressionante notare l’aggressività con cui una certa parte dello Star System si scaglia.
Sono urla scomposte che non servono a cogliere la verità.
É un aspetto dell’America di oggi che spesso si straccia le vesti per difendere valori che poi nella vita privata sono ampiamente dimenticati.
Altri articoli:
(SFA, Filosofia dello Spettacolo – Relazione a cura di Gloria Puglisi)
