Distensione muscolare è l’argomento della lezione del 30 ottobre 2024 sul «sistema Stanislavskij» alla Scuola Formazione Attore di Torino.
Il giovane Nazvanov si ferisce alla mano con un posacenere di vetro e sviene.
É l’occasione per Torcov, direttore della scuola, di affrontare il tema della distensione muscolare.
Distensione muscolare
Nel processo creativo, la tensione fisica e la contrazione dei muscoli possono provocare pericolosi danni.
Lo sforzo fisico paralizza l’attività dell’attore e la tensione dei muscoli lega la vita psichica dell’uomo.
Nel percorso di formazione attoriale si parte dall’analisi dei blocchi fisici, intellettuali ed emotivi (psicologici) dell’aspirante attore.
Blocchi fisici
Sono evidenti.
Anche le persone normodotate possono evidenziare dei blocchi fisici.
Quando il corpo non viene allenato certi movimenti diventano difficoltosi.
Coloro i quali fanno una vita sedentaria sono bloccati nella corsa, nel salto, ecc…
Blocchi mentali
I blocchi mentali non permettono all’attore di ragionare, usare il cervello in maniera razionale.
A tutti è capitato prima o poi, di fronte ad una situazione inaspettatata, di non riuscire a ragionare.
Il più delle volte si tratta di blocchi momentanei.
Tuttavia ci sono anche blocchi che possono perdurare nel tempo e diventare delle disabilità.
Non è facile districare le componenti che provocano i blocchi mentali.
L’esempio portato da Stanislavskij è chiaro: provate ad eseguire dei calcoli mentali complessi mentre siete impegnati a sollevare un pianoforte!
Blocchi emotivi
I blocchi emotivi sono i più numerosi e diffusi.
Nessuno è esente, tutti portiamo con noi qualche piccolo o grande blocco emotivo.
Sono spesso celati ma vengono messi a nudo dall’arte scenica.
Il lavoro attoriale ha in parte una funzione terapeutica: può aiutare a sciogliere dei nodi.
I blocchi più importanti o profondi richiedono una specifica azione e non possono essere risolti durante un percorso di recitazione.
Se i blocchi emotivi riguardano abusi infantili è preferibile appoggiarsi all’aiuto di personale qualificato.
Il rischio è quello di incontrare insegnanti pronti a sfruttare questi blocchi per creare arte, a discapito della salute mentale dell’aspirante artista.
L’attore deve ispirarsi alla propria realtà e utilizzarla solo con la consapevolezza di poter scindere il privato dalla recitazione.
Training
La distensione muscolare è la base per affrontare qualsiasi attività espressiva.
Se si è tesi fisicamente non si può affrontare un lavoro emotivo.
Il primo step è quindi quello di lavorare sul piano fisico, il secondo riguarda il piano emotivo.
Il nostro corpo con la distensione muscolare è pronto ad affrontare i pensieri della mente.
La testa guida ma non impone.
Imporre è mortificare, chiudere e decidere; guidare è scoprire le energie ed orientarle.
Stanislavskij è il primo in campo attoriale ad interessarsi a questo tema: per recitare bene, il corpo deve stare bene.
Un attore può affrontare al meglio un percorso di studio attoriale solo se il suo corpo sta bene.
Tutte le materie che riguardano la recitazione hanno a che fare con il lavoro fisico.
Il training fisico prepara l’attore a lavorare, a lasciarsi andare a ricevere le emozioni e gli impulsi dati dalla testa.
Danza
La danza è uno strumento eccezionale per lavorare sulla distensione muscolare.
Per questo motivo nella nsotra scuola si studia ogni giorno.
L’obiettivo non è diventare etoile.
Corpo bloccato vuol dire mente e voce bloccate.
Corpo, mente e voce devono essere connessi tra loro.
L’attore non può lavorare in maniera serena se il corpo è sequestrato.
Anche le contrazioni più irrisorie possono paralizzare le facoltà espressive di un individuo.
Ad esempio, un’attrice non potrà mai interpretare il personaggio di Giulietta se teme il contatto con un uomo o se l’incontro con l’attore maschio la manda in crisi.
Il corpo deve lasciarsi andare per far fluire le emozioni.
Conclusione
L’attore deve imparare da zero, come un bambino, come vivere e comportarsi per essere in scena il più naturale e vero possibile.
«Quanto più coscientemente si controllano i muscoli, tanto più è facile che si formino tensioni inutili e tanto più faticoso diventa individuare e rendersi conto di quelle necessarie.» [pag. 118]
Altri articoli:
(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 30 ottobre 2024 con Mario Restagno – Relazione a cura di Sara Zanirato)