The Offer racconta l’incredibile storia dietro al capolavoro di Francis Coppola, Il Padrino.
La serie rivela le dinamiche di potere dietro alle produzioni hollywodiane.
«È un affascinante thriller di cui conosciamo l’esito finale, ma non le tessere per comporre il puzzle. Come tenere lontana la mafia dal film? Convincere Marlon Brando? Imporre lo sconosciuto Al Pacino?» [Aldo Grasso]
La magia di The Offer
Riassumerla come la ricostruzione del travagliato making of del capolavoro di Coppola sarebbe riduttivo.
The Offer è anche una entusiasmante lezione di cinema, ed è interessante che a impartirla sia appunto una serie tv.
Il Padrino di Coppola, uscito nel 1972, non ha avuto bisogno di spiegazioni per diventare uno dei più grandi successi al botteghino della Storia.
Ma chi lo ha amato, lo amerà se possibile ancora di più alla luce dei segreti disvelati nel corso della serie.
Se la peculiarità dei capolavori è arrivare a pubblici diversi, scoprire i diversi livelli di lettura e comprenderli è un viaggio in un mondo incantato.
Un mondo in cui un dialogo su come si cucina il sugo è solo all’apparenza un dettaglio superfluo ai fini della storia.
Dove inquadrare un volto, inserire un suono, sono scelte significanti tanto quanto escludere dall’inquadratura o interrompere il sonoro.
Come si racconta una storia è importante quanto la storia stessa.
Ecco perché The Offer è un gioiellino: è una bella storia (vera) ed è raccontata bene.
L’offerta che non si può rifiutare
È raccontata bene perché mentre la espone, il regista Michael Tolkin la accoglie e la ingloba nella sua realizzazione: gli insegnamenti di Coppola spiegati e messi in pratica allo stesso tempo.
Una sorta di metanarrazione che diventa anche un cerchio che si chiude.
Il produttore de Il Padrino, Albert S. Ruddy, arriva alla Paramount dalla tv, in particolare dalla serialità televisiva, perché aveva ambizioni narrative che solo nel cinema potevano realizzarsi.
Nel nostro tempo di serie tv che dominano il mercato, si sta facendo il percorso inverso: dal fare cinema alle serietv.
Se era naturale che sbarcando con una piattaforma streaming Paramount attingesse al suo preziosissimo archivio, è stato invece sorprendente che lo facesse producendo una serie che, per qualità, svetta su gran parte dell’offerta oggi online: raffinata, intelligente, divertente, emozionante, illuminante.
E forse anche in questo la storia si ripete: Il Padrino salvò il colosso di Hollywood dal dissesto, oggi lo streaming è indispensabile per intercettare il pubblico, da conquistare con un’offerta che non si può rifiutare.
Dal punto di vista di Ruddy
Le ricostruzioni di eventi storicamente avvenuti sono sempre un terreno scivoloso.
La serialità televisiva permette loro di poter diluire a sufficienza tutta la narrazione, ma raramente si avverte la straordinarietà di ciò che viene raccontato.
The Offer riesce nel compito, anzitutto, perché ad essere messa nero su bianco è la storia di Albert S. Ruddy.
Un american dream interamente incentrato sulla realizzazione di uno dei più grandi capolavori e successi del cinema statunitense: Il Padrino.
La Los Angeles dei primi anni Settanta come forse non ce la siamo mai immaginata, neanche nella leggermente precedente versione tarantiniana, dove il centro nevralgico del sistema veniva solo sfiorato.
Dimenticatevi dunque sguardi trasognati verso un magico quanto illusorio mondo delle meraviglie, così come dovrete essere pronti a disfarvi di tutto quello che pensavate di conoscere riguardo quel periodo storico.
La Nuova Hollywood
La Nuova Hollywood, nella miniserie ideata da Michael Tolkin (che già aveva scandagliato l’ambiente ne I protagonisti, diretto da Robert Altman nel 1992), è sull’orlo della fine già poco dopo essere nata, come il punk a fine anni Settanta.
Non ci sono cancelli del cielo che ancora tengano, tuttavia in essa si riafferma un principio concreto e cinico al tempo stesso: i produttori hanno reso possibile Il Padrino.
Anzi non solo loro, visto che la parte probabilmente più interessante dell’intera storia è quella legata al ruolo che la mafia italoamericana ha avuto, nel bene e nel male, nella realizzazione di un film che, stando ai patti, non doveva parlare di lei.
The Offer mette nero su bianco e non lascia niente all’immaginazione per quanto riguarda l’industria.
Lo spettatore viene edotto del perché Love Story fu una scommessa vinta o del motivo per cui Chinatown fu una vera e propria impresa a livello produttivo.
Il tutto dal punto di vista di un Ruddy sempre sul filo del rasoio, accerchiato ma determinato a concludere quello che per primo sapeva essere un capolavoro.
La serie coinvolge in modo unico grazie alla sua capacità di assumere su di sé la tensione della pellicola che racconta (tra l’altro senza riprodurne neanche una scena), oltre che all’ironia e alle strizzatine d’occhio allo spettatore che ricorrono lungo le puntate.
Con la bellezza, infine, della scoperta per coloro che non hanno mai raccolto aneddoti sul film e che quindi, per la prima volta, sapranno come venne punito Gianni Russo (Carlo) per aver esagerato in una scena con Talia Shire (sorella di Coppola) o come venne effettivamente “realizzata” la testa di cavallo nella famosissima sequenza con protagonista John Marley.
Senza dimenticare il punto, ossia il racconto di uno dei periodi storici più complessi per la settima arte.
Miles Teller
Un ultimo appunto, che poi è uno dei maggiori elementi di forza della serie: Miles Teller.
Nato in Pennsylvania nel 1987 ha studiato recitazione al Lee Strasberg Theatre and Film Institute.
Grandissima faccia da schiaffi, per non scomodare il posteriore, quindi perfetto nel ruolo di chi deve sempre trovare l’espediente.
Con un protagonista così, non puoi che vincere.
[Recitazione Cine-TV – Relazione di Gloria Puglisi]
