via col vento

Nella lezione di Storia del Cinema di venerdì 10 marzo 2023, abbiamo analizzato il film Via col Vento.
Il film è passato alla storia anche per i baci tra gli attori Clark Gable e Vivien Leigh.
In questo articolo, andrò ad approfondire la sua produzione e sceneggiatura registica.

Via col vento

Via col Vento è un film del 1939, prodotto da David O. Selznick.
Il film è ambientato negli Stati Uniti, durante la guerra di secessione,
Tratto dal bestseller di Margaret Mitchell scritto nel 1936, è stato riscritto per il cinema da ben dieci sceneggiatori differenti e diretto da tre registi: George Cukor, Sam Wood, Victor Fleming.
Racconta la storia di Rossella, interpretata da Vivien Leigh, figlia del proprietario di una piantagione della Georgia.
La produzione fu difficoltosa sin dall’inizio: le riprese vennero ritardate di due anni a causa della determinazione di Selznick nel garantire Gable per il ruolo di Rhett Butler.
La sceneggiatura originale, scritta da Sidney Howard, fu sottoposta a numerose revisioni da parte di diversi sceneggiatori nel tentativo di ridurla a una lunghezza adeguata.
Nel 1940, il film vinse otto premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura non originale, miglior attrice e miglior attrice non protagonista (Hattie McDaniel, prima afroamericana a vincere un Oscar).
Fu immensamente popolare anche tra il pubblico, rimanendo il film col maggiore incasso nella storia del cinema per oltre un quarto di secolo.

Sceneggiatura

La sceneggiatura del film è stata una delle parti più travagliate.
Dopo aver acquistato i diritti del libro, Selznick iniziò a scriverla personalmente.
Il principale autore rimase però Sidney Howard.
Inoltre, altri otto sceneggiatori lavorarono per essa (tra cui gli scrittori Francis Scott Fitzgerald e Ben Hecht).
Alcuni di questi dieci sceneggiatori, lavorarono però solo pochi giorni, ma vennero consistentemente retribuiti.
Howard, ad esempio, ricevette circa 2 000 dollari a settimana (per un totale di 84 834 $) e non vide mai l’opera finita perché morì il 23 agosto 1939, quando il film era in sala montaggio.

Riprese

Dopo la lunghissima pre-produzione necessaria a realizzare i 90 set, ebbero inizio le riprese.
Queste durarono dal 26 gennaio al 1º luglio del 1939 e impiegarono complessivamente più di 2400 comparse.
Le prime scene girate furono quelle dell’incendio di Atlanta.
Il film venne diretto inizialmente da George Cukor, che insieme al produttore aveva realizzato tutta la pre-produzione.
Dopo meno di tre settimane, il produttore lo licenziò a causa di forti dissensi.
In sostituzione chiamò Victor Fleming, che di giorno filmava Via col Vento e di notte curava il montaggio di un suo altro film, Il mago di Oz. Dopo alcuni mesi, fu colpito da un grave esaurimento nervoso per le continue intromissioni del produttore e decise di prendersi una vacanza.
Selznick allora chiamò Sam Wood per sostituirlo.
Anche Wood venne cacciato dopo pochi giorni.
Selznick affida la regia allo scenografo William Cameron Menzies per qualche giorno.
Dopodiché richiama Fleming.
In tutto i minuti girati da Wood montati nel film sono 33, quelli di Cukor 17.

Alcuni imprevisti…

La scena del campo di battaglia con migliaia di morti è diventata un cult della storia del cinema.
David O. Selznick aveva chiesto almeno 2500 comparse: «Il campo deve essere fitto di morti e feriti. Non voglio vedere spazi vuoti per terra, avete capito? Voglio un tappeto di soldati, a perdita d’occhio, da lasciare gli spettatori senza parole».
Ma, proprio quel giorno c’erano altri quattro film in lavorazione.
Andarono a reclutare comparse per la strada, alle fermate dell’autobus e persino in un rifugio di senzatetto.
Non riscirono ad avere più di 1500 attori.
Così, si era dovuto ricorrere a un migliaio di manichini, sdraiati a terra, alternati ai feriti che gemevano, nel piano sequenza in cui Rossella si fa strada tra i corpi in cerca del dottor Meade.

L’attenzione alla verosimiglianza sul set del film è testimoniata da un’infinità di aneddoti, a cominciare dalla prima scena girata, quella dell’incendio di Atlanta.
Per riprodurre la distruzione della cittadina sudista, si diedero alle fiamme le scenografie del «The Garden of Allah».
Sarebbe bastato un soffio di vento improvviso e tutto sarebbe andato letteralmente a fuoco.

Un busto di bronzo fuori posto

Molta cura fu dedicata anche agli interni della casa di Ashley.
Pur discostandosi nella trasposizione cinematografica da quella del racconto di Margaret Mitchell, grazie alla sua maestosa scalinata, rimane ancora oggi un’immagine iconica nella memoria di chi ha visto il film.
Però, non poteva controllare ogni minuzia.
Così, nella scena in cui Rossella dichiara il suo amore ad Ashley nella biblioteca, appare un busto in bronzo sopra una consolle.
Si tratta di una copia del Busto di Dioniso, scoperto nel 1759 nella Villa dei Papiri ad Ercolano e oggi conservato al Museo Archeologico di Napoli.
Pezzo che molto difficilmente avrebbe potuto trovarsi in Georgia durante la Guerra di Secessione (1860-65).
Copie come quelle si cominciarono a fondere a Napoli solo sul finire del secolo.

Le battuta finale di Rhett è al primo posto dell’ AFI’s 100 Years… 100 Movie Quotes:
«Frankly, my dear, I don’t give a damn.»

https://www.imdb.com/title/tt0031381/

[Storia del Cinema – Approfondimento di Miriam Castiglione]

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