La morte di Marilyn Monroe è stato un caso di cronaca nera avvenuto la notte tra il 4 e il 5 agosto 1962.
L’attrice venne, infatti, trovata senza vita nel letto della sua casa di Los Angeles, al 12305 di Fifth Helena Drive.
Gli ultimi momenti
Marilyn Monroe, pseudonimo di Norma Jeane Mortenson Baker Monroe è stata un’attrice, cantante, modella e produttrice cinematografica statunitense, tra le più celebri attrici della storia del cinema.
La sua morte è stata oggetto di attenzione mediatica tanto da suscitare clamore e interesse nell’opinione pubblica statunitense e mondiale.
Il giorno prima della sua morte, Norma Jeane aveva cercato di contattare , ma senza successo, il suo ultimo amante, Robert Kennedy, politico statunitense e fratello del 35° presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzgerald Kennedy. Non ricevendo alcuna risposta, aveva dunque telefonato al critico letterario e amico Robert Slatzer per confidargli la tristezza di non riuscire a contattare l’amato.
Durante la stessa giornata, l’attrice aveva ricevuto diverse telefonate da parenti e conoscenti vari.
Per prima, aveva ricevuto una chiamata dall’ex marito Arthur Miller, poi verso le 18:30 quella dell’amico e massaggiatore Ralph Roberts.
L’ultima persona a farle visita il 4 agosto fu la sua addetta stampa Patricia Newcomb, la quale raccontò successivamente di aver trovato Marilyn molto nervosa.
Si suppone che il giorno prima della sua morte, la donna abbia telefonato anche a Peter Lawford, cognato del presidente J.F. Kennedy per invitarlo a cena e al suo rifiuto questa gli abbia rivolto come ultimo saluto la parola “goodbye” (“addio”). Tale saluto pare abbia preoccupato tanto l’uomo, da chiamare l’agente di Marilyn, Milton Rudin per chiedere spiegazioni.
Il ritrovamento
La versione ufficiale della morte di Marilyn Monroe riporta che la governante, camminando nel corridoio della casa dell’attrice, vide la luce della stanza da letto accesa e bussò alla porta ma senza ricevere alcuna risposta. Erano le 3:30 di notte circa. La donna preoccupata contattò lo psichiatra Ralph Greenson e un medico, i quali alle 4:25 del 5 agosto annunciarono la morte della Monroe. Le indagini vennero subito affidate al tenente Robert Byron. Norma Jeane si era suicidata ingerendo una dose letale di pentobarbital, più precisamente 47 pasticche, insieme ad una dose sconosciuta di idrato di cloralio, un composto tossico e irritante.
Omicidio o suicidio?
Sono molte le versioni trapelate negli anni della morte di Marilyn Monroe. Secondo Chuck Giancana, fratello del boss di Cosa Nostra Sam Giancana, 4 sicari agli ordini del boss sarebbero penetrati nella villa di Marilyn Monroe per ucciderla e vendicarsi di Bob Kennedy, il quale aveva promosso un’inchiesta senza precedenti sulla mafia.
Un’altra versione è quella raccontata, dopo anni di indagini private, dal giornalista Jay Margolis e dallo scrittore Richard Buskin. I due, nel libro “L’omicidio di Marilyn Monroe: caso chiuso”, menzionano Robert Kennedy come il mandante della morte della Monroe, aiutato dal cognato Peter Lawford e dal dottor Ralph Greenson, il quale avrebbe di fatto commesso l’omicidio, somministrando alla donna un’iniezione letale. A possibile conferma di questa teoria c’è il fatto che intorno alla mezzanotte del 5 agosto, una Mercedes nera con a bordo Lawford, Kennedy e Greenson venne fermata vicino alla casa della Monroe.
A più di 60 anni dalla notte del 5 agosto 1962, la morte di Marilyn Monroe rimane ancora un mistero irrisolto.
Per approfondire
La prima icona della fotografia
Marilyn e il suo rapporto con la fotografia
(SFA, “Filosofia dello Spettacolo”, ricerca di approfondimento di Sara Zanirato)