Tutti riconoscono che la prima icona mondiale creata dalla fotografia è l’attrice americana Marilyn Monroe.
Norma Jeane, ragazza semplice che all’età di sedici anni le viene combinato il matrimonio da sua madre, con James Dougherty, figlio di un vicino, pensando che fosse la soluzione giusta per sistemare la sua vita. Vivendo pienamente la vita coniugale, nel ‘44 si trasferisce a Los Angeles, con la suocera e inizia a lavorare alla Radio Plane. É lì che un fotografo nota Norma e le consiglia di
intraprendere la carriera di modella, e così fece.
Venne notata da André De Dienes che fu folgorato dalla sua bellezza. Lei gli confessò che i suoi pensieri ora erano rivolti alla vita da modella e attrice, non al marito e per questo motivo accetta il suo progetto e partono alla ricerca di paesaggi naturali dove fotografarla. Durante questo viaggio artistico, Norma concede al fotografo una notte di piacere. Non mi meraviglia questa decisione. Stiamo parlando di una giovane donna, di una bellezza pura, che da un giorno all’altro si ritrova a lavorare con un fotografo professionista in un progetto artistico che le cambia totalmente la visione della vita e che la proietta nel mondo fantastico della fotografia. A livello mentale e fisico sarà stata completamente pervasa da mille emozioni contrastanti e posso capire se il suo istinto l’ha portata a quella scelta.
Dopo questo progetto inizia ad essere notata e da qui prende il nome d’arte: Marilyn Monroe.
Punta al cinema, ma la strada è in salita. Non ha ruoli importanti, solo piccole particine.
Nel ‘49 lavora ancora con De Dienes in uno dei servizi più belli. Qua si nota una Marilyn diversa, non solo per la chirurgia plastica, ma penso per il fatto che stia diventando davvero consapevole di quello che riesce a dare attraverso una foto. Sta diventando davvero brava e conosciuta e credo che se ne stia rendendo conto.
Per bisogno di soldi, decide di posare nuda per Tom Kelley. Qualche anno dopo, mentre la sua carriera nel cinema stava decollando, queste foto vengono mandate ai giornali. Scoppia lo scandalo: le attrici di Hollywood non potevano posare per i calendari. Marilyn decide di affrontare la stampa. Spiega la situazione e lo fa, a mio parere, nel modo più elegante e sincero. Avrebbe potuto dirlo in maniera diversa, più struttura, invece è stata chiara e semplice ed è quello che ho preferito. Evidentemente anche il pubblico perché decide di stare dalla sua parte.
La sua carriera decolla rapidamente dal 1953. Alla fine degli anni cinquanta è l’attrice più conosciuta al mondo.
Nel ‘62, Marilyn, posa per Bert Stern e accetta di farlo nuda e senza trucco, un lavoro intenso durato 12 ore e definito troppo forte per Vogue che propone a Stern di riscattare ma con Marilyn vestita e truccata. Gli scatti più espliciti sono quelli dove si riesce a vedere la Marylin sempre giovane e meravigliosa, l’arte in persona. Oltre a questo lato, le immagini riescono a trasmettere il fatto che la sedicenne Norma non c’è più, perché è stata divorata da Marilyn Monroe. Si percepisce il suo cambiamento. In alcuni scatti si vede l’eyeliner nero e un rossetto rosso pesante che evidenziavano l’insicurezza che provava in quel periodo.
Una cosa che adoro di lei era il fatto che amava stare davanti all’obbiettivo, non lo faceva per obbligo o solo lavoro, lei si divertiva un mondo, amava l’alchimia che si creava tra modella e fotografo. Faceva tutto in modo semplice.
Nel ‘62 decide di porre fine alla sua vita, ingerendo 47 pasticche di Nembutal, non riusciva più a convivere con la consapevolezza che l’altra parte di lei, Norma, fosse morta.
(SFA, Filosofia dello Spettacolo, con Mario Restagno – Relazione a cura di Chiara Lucidi)