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Lorenzo Merlo parla di Newton

Lorenzo Merlo ha conosciuto direttamente Helmut Newton.
In questa mia relazione vorrei descrivere due esempi di diversi modi di affrontare la raffigurazione del nudo in fotografia.
Ho posto, quindi, delle domande a Lorenzo Merlo che attualmente vive ad Aosta ed è mio padre.

Biografia Lorenzo Merlo

Lorenzo Merlo si è diplomato in fotografia nel 1967 al New York Institute of Photography. Dal 1974 al 1987 ha ricoperto la carica di Direttore della Galleria fotografica della Fondazione Canon di Amsterdam. Con Claude Nori e Gabriel Bauret ha fondato la rivista “Camera International Magazine“. Dal 1988 lavora come fotografo indipendente interessandosi in modo particolare al reportage. Numerose sono le mostre personali e collettive cui ha partecipato in tutto il mondo. Merlo è stato curatore e consulente, per il settore fotografia, per numerosi musei, enti e gallerie, oltre che direttore artistico di manifestazioni fotografiche e ancora conferenziere in numerosi dibattiti su vari argomenti della fotografia. In Valle d’Aosta ha realizzato la direzione artistica della prima edizione del Mountain Photo Festival, tenutasi nel 2008 e composta da dieci mostre di altrettanti celebri fotografi situate nei luoghi storici e nei siti monumentali della città di Aosta.

Intervista

Quando hai conosciuto Newton?

All’inizio degli anni ottanta in occasione della mostra presentata ad Amsterdam. Per Helmut Newton quella mostra fu la prima grande mostra delle sue fotografie. Ancora non era considerato un superstar anche se si comportava già come tale. In quel momento, Newton era il fotografo della rivista tedesca Stern e lui era strettamente legato al mondo della moda internazionale. La sua mostra ad Amsterdam fu un grande successo con migliaia di visitatori.

Come si è sviluppato il vostro rapporto?

Facendo ambedue parte del mondo della fotografia internazionale ci intendevavamo benissimo. Già subito dall’inizio della nostra conoscenza e ci stimavamo a vicenda. Dopo la mostra di Newton ad Amsterdam, ci incontrammo molto volte negli anni seguenti, un po’ dappertutto nel mondo dove furono presentati mostre e festival della fotografia. Nei rari momenti che Newton ed io riuscivamo a stare qualche momento da soli, parlavamo sempre di fotografia e del mondo della fotografia che dagli anni ottanta si era sviluppato sempre di più sul piano internazionale. Ma non eravamo mai soli per molto tempo perché eravamo sempre circondati da una marea di gente che cercava di avvicinarsi a lui. Ed io, come benefattore di giovani fotografi per i quali organizzavo mostre sul piano internazionale, ero sempre assalito da tali giovani, che mi pregavano di presentarli a Newton, cosa che riuscivo quasi sempre ad evitare.

Che cosa pensi del lavoro di Newton?

Io, personalmente, considero le foto di Newton di grande impatto erotico. Sono abilmente messe in scena utilizzando le famose modelle del mondo della moda internazionale. Quando vivevo con mia moglie a Bologna ho organizzato una grande mostra dei ritratti di Newton per la Galleria d’Arte Moderna.. Poi realizzò l’importante mostra di Newton a Tokyo. Io consideravo le foto di Newton molto erotiche, curate nella scenografia fino all’ultimo minimo dettaglio. Newton, con le sue fotografie di nudo lanciò sempre una provocazione con l’introduzione di “una nudità radicale” nella fotografia di moda che rimarrò simbolo della sua personale produzione artistica durante tutta la sua vita. I soggetti, generalmente modelle nude o seminude, venivano immortaliti spesso in atteggiamenti provocanti, a suggerire un uso della fotografia di moda come puro pretesto per realizzare qualcosa di totalmente differente e molto personale. Con in suoi “big nudes” Newton ha inaugurato una nuova dimensione della fotografia umana nuda, le sue gigantografie del nudo sono entrate nelle gallerie e nei musei di
tutto il mondo.

Lorenzo Merlo come interpreta il nudo fotografico?

Le mie fotografie del corpo umano nudo sono del tutto diverse da quelle di Newton. Niente glamour, niente scenografie create per colpire, ma invece una semplice rappresentazione del personaggio nudo, fotografato di preferenza nel suo proprio ambiente personale. Io avevo, come reporter, sempre documentato in fotografie l’universo femminile, le donne nel loro mondo, il mondo delle donne, che era da sempre stata all’origine del mio approccio alla fotografia. La fotografia del corpo nudo era una parte del mio lavoro come ducumentarista del mondo femminile.
Io non volevo modelle professionali, ma volevo fotografare la donna comune.

Quadi difficoltà hai incontrato?

Non è facile ritrarre una persona nuda nel suo proprio ambiente ed ancora più difficile è ottenere il consenso per poter pubblicare le foto in libri o mostrarli in mostre. Ho avuto vicino a me mia moglie, che era carina ed aveva un bel corpo. Ha partecipato come modella per diverse mostre di collages artistici. Anche se era abituata all’immagine della corpo nudo nell’arte, non ha accettato di posare per fotografi o pittori a livello internazionale. Ha lavorato a lungo per la promozione internazionale dei grandi artisti italiani proponendoli nelle grande fiere d’arte di Basilea, Parigi, Londra, Madrid, Colona, Los Angeles ed in numerose importanti gallerie d’arte in altri paesi.

Come interpreti il nudo femminile?

Nei miei ritratti la donna non è mai l’oggetto distaccato di una rappresentazione fotografica. Al contrario diventa la testimonianza di una complicità e di un reciproco rispetto che sta alla base di tutto. Il mio linguaggio fotografico è privo di inutilli orpelli, di esibite e pretestuose velleità compositive e di asettici virtuosismi cromatici. Le mie fotografie sono dirette, io non amo esibire una bella fotografie messa in scena. Voglio che le mie foto, anche quelle di donne nude raccontino un mondo, che diventino un documento che viene apprezzato per quello che effettivamente rappresenta. Era importante per me che le mie foto di donne nude rappresentassero anche la dignità e l’orgoglio della donna stessa. Le mie fotografie non sono mai state intese come fotografie “da sbattere in mostra in prima pagina”. Tutte le mie fotografie, incluso “i nudi”, rappresentano semplicemente appunti visivi di una storia da raccontare al mondo.

Le tue fotografie su questo tema dove si possono vedere?

É in preparazione un libro sulle mie fotografie del nudo dal Museo della Fotografia Italiana MACOF di Brescia, per l’uscita nell’anno 2025. Il nudo in fotografie è stato affrontato da tantissimi fotografi e si potrebbero fare molte comparazioni tra i diversi modi che fotografi hanno affrontato questa tema. Lascio ad ognuono la libertà di interpretazione delle mie fotografie di nudo e di quelle di altri fotografi.”

lorenzo merlo
At the pool – Arles 2001 [ph. Lorenzo Merlo]
Per approfondire:

Fotografia di nudo e “Nudes”

Intervista immaginaria a Lisa Taylor e Helmut Newton

(SFA, “Recitazione Cine-Tv”, ricerca di approfondimento di Fabrizio Merlo)

Fabrizio Merlo

 

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