A qualcuno piace caldo è un film di Billy Wider con Marilyn Monroe, Tony Curtis e Jack Lemmon.
Codice Hays
Per numerosi decenni, il cinema hollywoodiano si è governato seguendo delle linee guida che presero il nome di Codice Hays.
Era una vera e propria censura cinematografica: venivano vietate scene di nudo e qualunque riferimento sessuale.
Eventuali scene di bacio venivano appositamente cronometrate da un addetto e in caso di non idoneità scattava una sanzione pecuniaria.
In questo contesto A qualcuno piace caldo appare come una vera propparia provocazione del regista Billy Wilder.
Il film vinse un Oscar e tre Golden Globe, senza ottenere l’approvazione del Codice Hays.
Trama
Chicago 1929, epoca del proibizionismo. Il sassofonista Joe (Tony Curtis) e il contrabbassista Jerry (Jack Lemmon), due squattrinati musicisti di jazz, vivono con scritture improvvisate. Rimasti senza lavoro dopo un’irruzione della polizia in un locale clandestino, uno dei tanti speakeasy, sono testimoni involontari della strage di San Valentino.
Scampati miracolosamente, ben consapevoli di essere braccati dalla gang di “Ghette” Colombo, esecutrice della strage, tentano di far sparire le proprie tracce travestendosi da donne e facendosi chiamare Josephine e Daphne. Si aggregano ad un’orchestra jazz femminile in trasferta in Florida, alla quale mancavano un sassofono e un contrabbasso, proprio gli strumenti che suonano i due fuggitivi. Sul treno e durante il viaggio conoscono e solidarizzano con Zucchero (Marilyn Monroe), bella cantante e suonatrice di ukulele col vizio dell’alcool, reduce da delusioni sentimentali e a caccia di un miliardario da sposare. Giunti nell’albergo di Miami, per far breccia nel cuore della collega Joe si cala nei panni di Junior, annoiato miliardario figlio di un magnate del petrolio. Sfrutta lo yacht del vero miliardario Osgood Fielding II, che a sua volta s’innamora a prima vista di Daphne. Mentre Joe passa la sera con Zucchero, Jerry, alias Daphne, trattiene a terra Osgood e questi, dopo una serata di tango con “lei”, ne chiede la mano.
Nello stesso albergo si tiene un congresso de “Gli amici dell’opera italiana“, in realtà una riunione di gangster, tra cui proprio il gruppo di “Ghette”. Durante un’ennesima fuga rocambolesca sul motoscafo di Osgood, Zucchero cade fra le braccia di Joe, nonostante lui le riveli di essere un bugiardo squattrinato. Jerry rivela al miliardario di essere un maschio, sentendosi rispondere: “Beh… nessuno è perfetto!”. Titoli di coda.
A qualcuno piace caldo
Il film è un vero e proprio miscuglio di generi. Passa dalla commedia al dramma, dal sentimentale al noir, dalla spy story al giallo, e riscuote un grande successo.
Nel 1959, per A qualcuno piace caldo giunge l’ora della resa dei conti: al film viene negato il visto del Production Code.
Sono due gli elementi ritenuti intollerabili: il travestitismo maschile e le implicite allusioni all’omosessualità.
Tony Curtis e Jack Lemmon sono travestiti da donne per oltre metà del film.
Il film si chiuderà con la memorabile battuta: “Nessuno è perfetto“, riferito al fatto che Jack Lemmon non sia propriamente una donna.
La forzata metamorfosi di Jerry e Joe in Daphne e Josephine, non è soltanto l’espediente narrativo al cuore della trama, ma un leitmotiv che percorre un ampio settore della filmografia di Billy Wilder. Per molti personaggi del regista l’inganno e la maschera diventano un modus vivendi, strumento di sopravvivenza o veicolo per raggiungere i propri obiettivi.
Il bacio
Un’altra sfida che A qualcuno piace caldo mette in campo è quella del bacio.
Il regista, infatti, propone una vera e propria sfida al Codice girando una scena focalizzata solo su un bacio tra la Monroe e Curtis.
L’attrice si esibisce in una “terapia del bacio” quando il suo partner afferma di “non provare più niente”.
Nonostante lo scontro con il Codice Hays, e quindi la parte di pubblico che rappresentava tali posizioni, il film si rivela uno dei maggiori campioni d’incassi dell’annata.
Billy Wilder rompe i legami con il Codice Hays, ottenendo un enorme successo anche a distanza di decenni. Era arrivato il momento di mostrare la realtà e di dire addio a certi tabù, perché il pubblico aveva bisogno di vedere la realtà.
Gossip
Nonostante il film abbia riscosso molto successo, il periodo di elaborazione e lavorazione fu molto lungo soprattuto a causa dei gravi problemi di alcolismo della Monroe. Delle fonti sostengono che l’attrice, ormai al termine della sua carriera, abbia avuto serie difficolta ad imparare la parte. Dovettero ripetere una scena per ben 47 volte, ponendo delle lavagnette fuori dall’inquadratura con su scritte le battute dell’attrice. Inoltre l’attrice era spesso in ritardo alle prove, è questo era motivo di fastidio non solo per la troupe, ma anche per i suoi colleghi.
Non solo, per molto tempo circolò la voce che Tony Curtis avesse detto che baciare la Monroe fosse come “baciare Hitler”.
Nel 2001 stesso Curtis tuttavia smentì queste voci durante un’internista.
Per approfondire
La prima icona della fotografia
Marilyn e il suo rapporto con la fotografia
(SFA, “Storia del Cinema”, ricerca di approfondimento di Gloria Puglisi)