Questa sera si recita a soggetto | Trama ragionata

questa sera si recita a soggetto

Questa sera si recita a soggetto è stata scritta nel 1929 e rappresentata per la prima volta nel 1930.
Fa parte della trilogia del “teatro nel teatro”, insieme a Sei personaggi in cerca d’autore e Ciascuno a suo modo.
L’opera si distingue per la sperimentazione sul rapporto tra testo, attori e pubblico, ponendo in crisi la tradizionale concezione del teatro e della rappresentazione scenica.
Questa sera si recita a soggetto ruota attorno alla contrapposizione tra il teatro di regia e il teatro d’improvvisazione.
Il regista Hinkfuss traduce la novella Leonora addio in quadri e scene di smaccato gusto spettacolare facendo perdere al testo tutto il suo intimo vigore.
Da parte loro gli Attori rifiutano di assoggettarsi a lui che fa di essi personaggi quasi senza anima.
Il dramma può procedere solo quando gli attori possono recitare liberamente, facendosi interpreti appassionati della drammatica trama.

Personaggi

Il Dottor Hinkfuss
La Famiglia Croce
Il padre, Signor Palmiro o Sampognetta (ingegnere sbadato)
La madre, Signora Ignazia o La Generala (originaria di Napoli)
Le 4 figlie:
Mommina
Totina
Dorina
Nenè
Rico Verri
Pomàrici (ufficiale)
Sarelli (ufficiale)
Nardi (ufficiale)
Attori in platea

Parte Prima – L’introduzione del regista

Scena iniziale: il discorso del Regista
Questa sera si recita a soggetto inizia con l’arrivo del pubblico in sala.
Tuttavia, a differenza di una rappresentazione tradizionale, il sipario è ancora aperto e gli attori si muovono senza un’apparente struttura.
Il Regista Hinkfuss sale sul palco e si rivolge direttamente al pubblico.
Il suo discorso è lungo e puntiglioso: egli afferma di voler offrire uno spettacolo nuovo, basato sull’improvvisazione anziché su un copione fisso.
Sostiene che, eliminando il testo scritto, gli attori potranno dare maggiore verità ai loro personaggi, trasformando la recitazione in un’arte spontanea.
Tuttavia, mentre parla, gli attori iniziano a manifestare il loro dissenso: non vogliono essere meri strumenti nelle mani del regista.
Alcuni borbottano, altri interrompono apertamente, contestando l’idea di dover recitare senza riferimenti precisi.
Questa tensione introduce il conflitto fondamentale dell’opera: chi ha il controllo dell’arte teatrale, il regista o gli attori?

Seconda parte – La messainscena del dramma

Il soggetto che Hinkfuss vuole mettere in scena è tratto da un racconto di Pirandello, “Leonora, addio!”, che narra un dramma familiare ambientato in Sicilia.
Scena I: Presentazione della famiglia
Gli attori iniziano a recitare la storia di Mommina e delle sue tre sorelle, costrette a vivere sotto il dominio di una madre oppressiva e severa.
La madre è ossessionata dal controllo e impedisce alle figlie di avere libertà di movimento o di scelta.
Nel bel mezzo della scena, il regista interviene continuamente: corregge le battute, chiede agli attori di rifare i movimenti, pretende maggiore espressività o minore enfasi. Gli attori iniziano a innervosirsi.
Scena II: L’innamoramento e il matrimonio di Mommina
Mommina si innamora di Rico Verri, un giovane tenore che vuole sposarla e portarla via da casa.
Dopo molte tensioni con la madre, riesce a sposarlo e lasciare la casa familiare.
Durante questa scena, il conflitto tra attori e regista diventa sempre più evidente: alcuni attori si rifiutano di seguire le indicazioni, altri cambiano il tono delle battute. Alcuni membri della compagnia, esasperati dalle interferenze di Hinkfuss, iniziano a ribellarsi apertamente, discutendo sul palco come se fossero fuori scena.
Scena III: La reclusione di Mommina
Dopo il matrimonio, Rico si rivela un uomo geloso e possessivo.
Decide di chiudere Mommina in casa, vietandole qualsiasi contatto con il mondo esterno.
Questa scena è fondamentale perché il parallelo tra Mommina e gli attori diventa evidente: Mommina è prigioniera di Rico come gli attori sono prigionieri del regista.
Mentre si recita la scena, un’attrice si ferma improvvisamente e accusa il regista di non comprendere il vero dramma di Mommina.
Il pubblico inizia a rendersi conto che la narrazione si sta sfaldando.
Scena IV: La morte di Mommina
Mommina, ridotta all’isolamento totale, si ammala e muore. Prima di morire, canta un’aria d’opera che aveva imparato da bambina: “Leonora, addio!”.
Mentre la scena raggiunge il culmine emotivo, il regista Hinkfuss interrompe ancora una volta, chiedendo di rifare il finale con più pathos.
A questo punto, gli attori si ribellano definitivamente. La compagnia abbandona il palco, rifiutando di continuare sotto la direzione del regista.

Terza parte – la distruzione dello spettacolo

Dopo l’abbandono degli attori, Hinkfuss rimane da solo sul palco, cercando di giustificare il suo approccio al pubblico.
Ma il pubblico ormai è coinvolto nel conflitto e si schiera con gli attori.
Gli attori tornano in scena, non per riprendere la recita, ma per denunciare apertamente l’assurdità della regia tirannica di Hinkfuss.
Dichiarano che il teatro deve essere vissuto, sentito, e non imposto dall’alto.

Finale aperto

Questa sera si recita a soggetto si conclude nel caos: il pubblico non sa più se sta assistendo a uno spettacolo o a una vera rivolta degli attori.
Il sipario cala bruscamente, lasciando gli spettatori con il dubbio: è stata tutta finzione o una ribellione reale?

Altri articoli

Così è (se vi pare)

Questa sera si recita a soggetto – copione

(SFA, “Storia del Teatro” – Relazione a cura di Gloria Puglisi)

gloria puglisi
Gloria Puglisi

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