Un salto a Venezia nella casa di Carlo Goldoni

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Un salto a Venezia per visitare la casa di Carlo Godoni.

“I due libri di cui non mi pentirò mai di essermi servito furono il Mondo e il Teatro. Il primo mi mostra tanti e poi tani vari caratteri di persone. Me li dipinge cosi, al naturale, che paion fatti apposta per somministrarmi abbondantissimi argomenti di graziose distruttive commedie. Il secondo poi, mi fa conoscere con quali colori si debbano rappresentare sulle scene i caratteri, le passioni, gli avvenimenti che nel libro del Mondo si leggono. Imparo insomma, dal Teatro, a distinguere ciò che è più atto a fare impressione sugli animi.”

Goldoni scrive queste parole alla prima delle proprie edizioni teatrali nel 1750. Niente più di queste celebri affermazioni, vale a spiegare il segreto della sua arte e le ragioni di un fenomeno che ancora oggi, in tutto il mondo, appassiona spettatori, lettori e studiosi. Queste parole chiariscono come Goldoni abbia nutrito la sua prodigiosa creatività con circa duecento opere per il teatro di parola e un’ottantina per quello musicale. Nelle sue opere ha perlustrato il mondo attraversandolo con libertà e senso dell’avventura.
Le sue radici veneziani sono fondamentali nel teatro di Goldoni e costituiscono una formidabile chiave di accesso alla varie scene del mondo.

Quella che oggi è per antonomasia la casa di Goldoni, la quattrocentesca Ca’ Centanni, in cui il commediografo nacque. Fu infatti solo la prima delle almeno nove case scandite in tempi e modi diversi, a Venezia.

Portego – piano terra
Locale di passaggio che congiunge la porta d’acqua con quella di terra, posta sulla suggestiva corte con la scala scoperta, poggiante su archi acuti digradanti. La balaustra è in pietra d’Istra decorata da lenocini e pigne, per ls quale si accede al piano superiore.

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Portego – primo piano
Spazio che veniva originariamente usato siamo come salone da ricevimento sia come sala pesante per accedere a altri locali, collocati sui due lati;

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Sala del teatrino
A comici e cantanti si affiancano sui palcoscenici istituzionali e su quelli aristocratici i piccoli colleghi di legno. Da qui si ebbe lo sviluppo del teatro marionettistico, cosicchè nel XVIII secolo furono molti i teatri di marionette nel case patrizie. L’idea di allestire questi teatrini in scala ridotta era qualche volte improvvisata relativamente al trattenimento dell’ospite illustre.
Si distingue tra i “burattini”, impiegati negli spettacoli popolari di piazza, e le “marionette” che “non battevano le piazze ma più aristocratiche se ne stavano nei piccoli ma più eleganti teatri”.

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Sala da pranzo
Tinello arredato con tavolo, sedie e sul fondo una grande credenza con portelle che si aprono, conselle da muro di ambito veneto, mentre la credenza, con decorazioni a cineserie, è di abito inglese.

La biblioteca
Con innumerevoli opere di arte teatrale, questa è oggi una delle principali biblioteche specializzate in questo settore, dove troviamo le letture di Goldoni introdotti nel percorso espositivo.

Biblioteca

Un punto di partenza, Venezia lo fu innanzitutto per il formidabile supporto di un’istituzione teatrale che ancora nel settecento non aveva paragoni. Creata nel corso del secolo precedente, nell’età di Goldoni la città poteva contare ancora su una quindicina di teatri. Sollecitato da questa realtà, Goldoni si rapportò sempre alle esigenze concrete della comunicazione scenica. Seppe declinare il proprio talento artistico secondo i ritmi frenetici di una vera e propria produzione industriale, attraverso un costante sperimentalismo drammaturgico.
Così Venezia fu unica per Goldoni, in cui l’osservazione della realtà poteva strutturasi secondo il codice della scena.

(SFA, “Storia del Teatro” – Relazione a cura di Carlotta Taddei)

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Carlotta Taddei

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