Il corpo come strumento
Dopo aver affrontato l’anno scorso il tema della “Verità”, quest’anno durante il corso di “Filosofia dello spettacolo” tenuto dal nostro Direttore, “Eros” è stata la parola che ci ha guidato.
Abbiamo affrontato diverse tematiche, ma ciò che mi è rimasto più impresso è ciò che viene detto nella premessa, ovvero l’utilizzo del corpo come strumento per l’attore.
Il testo che abbiamo utilizzato inizia, infatti, proprio così: «Gli attori vanno in scena con il loro corpo».
Penso che questa frase riassuma ciò che abbiamo affrontato nel corso.
Un attore sale sul palcoscenico solo ed esclusivamente con il proprio corpo, quello che diventa lo strumento della sua performance, che sia danzare o cantare o recitare.
L’attore diventa protagonista dell’evento artistico.
A differenza di altre arti, nelle arti sceniche il corpo è lo strumento di cui dispone l’attore.
Il pittore disegna un quadro con pennello e colori, lo scultore scolpisce una scultura con lo scalpello e il marmo, il fotografo scatta la fotografia con la macchina fotografica e così via, Tutte queste tipologie di arti utilizzano strumenti per creare un manufatto finale, o meglio l’opera d’arte.
Si tratta di qualcosa di esterno, si può dire oggettivo: lo guardo, lo osservo, lo ammiro…
Per gli attori è diverso: l’opera d’arte corrisponde a loro stessi.
Essendo il corpo lo strumento di cui dispone l’attore, è proprio attraverso di esso che prende vita un personaggio, più che attraverso le parole. Una buona conoscenza del corpo rende un attore creativo, sciolto e sicuro.
Un attore deve imparare a liberare il corpo da ogni inibizione, per trasformarlo in uno strumento malleabile come l’argilla, disposto ad assumere mille forme diverse.
Mejerchol’d
Nel 1922 Mejerchol’d diceva: «Se eliminiamo la parola, il costume, il proscenio, le quinte, la sala, finché rimane l’attore e i suoi movimenti, il teatro resta teatro».
Vsevolod Ėmil’evič Mejerchol’d (1874-1924) è stato un attore e regista russo.
All’inizio della sua carriera ha lavorato nella compagnia del Teatro d’Arte di Mosca diretto da Konstantin Stanislavskij.
È considerato il fondatore della Biomeccanica teatrale, chiamato anche metodo dell’Attore Biomeccanico.
Il protagonista di questo sistema è il corpo dell’attore che Mejerchol’d vede come mezzo di creazione artistica e strumento di comunicazione.
Il sistema di Mejerchol’d mira all’allenamento psicofisico dell’attore, la cui importanza supera quella del testo.
Come già Stanislavskij affermava, il training attoriale è fondamentale per la preparazione alla recitazione, al fine di riscaldare e valorizzare il corpo.
La Biomeccanica di Mejerchol’d definisce esattamente il corpo lo strumento dell’attore, ha creato un vero e proprio studio del corpo in cui, come dice lui stesso, “l’attore è il meccanico e il corpo la macchina su cui deve lavorare”.
(SFA, “Filosofia dello spettacolo”, ricerca di approfondimento di Pietro Pellegrino)