sally mann

Sally Mann

Sally Mann, il mondo segreto del bambino posto dietro l’obiettivo.

«C’è un paradosso nelle fotografie; ci vediamo la bellezza ma anche il lato oscuro delle cose. In giapponese esiste una parola per questa duplice percezione: monono aware. Significa qualcosa di simile a ‘bellezza velata di tristezza’» [Sally Mann]

Sally Man ha una concezione molto chiara riguardo la fotografia, durante l’analisi del suo cammino artistico avremo modo di capire meglio questa sua citazione.

Biografia

Nata a Lexington in Virginia nel 1951, è la terza di tre figli. Suo padre era un medico generico, mentre la madre gestiva la libreria nella Washington and Lee University di Lexington.
Ha dapprima concluso i suoi studi nella Putney School, dove si è diplomata nel 1969 e poi al Bennington College, al Friends World College, al Hollins College dove ha conseguito un master in scrittura creativa nel 1975.
Durante gli anni alla Putney School si dedicherà alla fotografia, per, afferma lei, avere modo di stare sola nella camera oscura con il suo ragazzo di allora.
Fa il suo debutto fotografico in quello stesso periodo con un’immagine di nudo artistico che ritraeva un compagno di classe.
Il suo interesse verso la fotografia è da subito appoggiato e incentivato da suo padre che le comprerà la sua prima macchina, una 5×7.
Grazie a quest’appoggio ottiene il suo primo lavoro come fotografa di architettura nel 1976 in qualitа di assistente alla Washington and Lee University, dove aveva impiego la madre.
Verso la fine degli anni ‘70 nasce il suo primo figlio, Emmet, nel 1981 viene alla luce la secondogenita, Jessie e nel ‘85 la sua terza ed ultima figlia, Virginia.

I suoi primi lavori indipendenti arrivarono solo successivamente alla metà degli anni settanta.
Ricordiamo la sua prima mostra personale presso il Corcoran Gallery of art di Washington le cui immagini pubblicate assieme al suo primo libro Second Sight nel 1984, una sorta di rievocazione tra qualcosa di reale e qualcosa di astratto.
Sally Mann è nota per aver fotografato in modo del tutto singolare i membri della sua famiglia, i tre figli e il marito, amici e vicini di casa, ma il realtà il suo debutto è precedente a ciò, i suoi primi lavori sono un’attenta documentazione del paesaggio del profondo sud americano.
Dagli anni ’70 Sally racconta della sua vita in campagna, in una serie di scatti tra ritratti, paesaggi e nature morte, un richiamo di intimità e natura selvaggia, che ha sollevato fin da subito non poche polemiche, a volte proteste fino a richieste di censura.
L’inquietante bellezza sprigionata da queste immagini affascina e lascia al contempo perplesso chi le osserva.

«Ogni immagine è in qualche modo un “ritratto”, non nel senso che riproduce i tratti di una persona, ma nel senso che attrae e richiama, estrae qualcosa, un’intimità, una forza». [Sally Mann]

Sally Mann si è spesso cimentata con la fotografia a colori, ma i suoi scatti più interessati ed importanti sono in bianco e nero: in particolare quelli con la tecnologia d’antiquariato.
L’interesse maggiore e le prime critiche verso il lavoro della fotografa trovano riscontro dopo la pubblicazione della sua seconda collezione At Twelve: Portraits of Young Women pubblicata nel 1988.

At Twelve: Portraits of Young Woman

Untitled from the “At Twelve” Series, Crimson and Lithe, 1983-1985

In questa raccolta fotografica l’autrice presenta una serie di ritratti che documentano 12 adolescenti e le loro identità in via di sviluppo.
Sally fotografa le ragazze in momenti importanti e di passaggio della loro vita, ritraendole nel loro abituale contesto familiare.
In questi ritratti le ragazze hanno gli occhi sempre rivolti in macchina, comunicano attraverso il corpo, la posa e lo sguardo uno spaccato di società in Virginia.
Queste mostre avevano generato ambivalenza nei critici, per merito della capacità dell’artista di portare con sé la vulnerabilità e allo stesso tempo la forza dei soggetti ritratti, così da mettere al centro della sua indagine giovani donne con i loro cambiamenti fisici.

Immediate Family

La stessa divisione del consenso la ritroveremo con Immediate Family, raccolta portata a termine tra il 1984 e il 1994, dove la Mann non è da meno si destreggia tra attimi di familiarità e dolcezza, e momenti di tristezza e solitudine.
Suscita nell’osservatore una sensazione di apparente gioia che in realtà cela un profondo sconforto, un’ equilibrio precario tra amore e morte.

Questo è il progetto fotografico che le darà nel bene e nel male la notorietà.
In questa raccolta sono raggruppate 65 fotografie in bianco e nero che hanno per soggetto principalmente i tre bambini dell’artista: Emmett, Jessie e Virginia ritratti nella loro nudità infantile-puberale.
Gli sfondi che accompagnano le immagini sono immersi nelle campagne della Virginia sud-occidentale, dove la donna e i figli hanno trascorso l’infanzia.
Nella serie l’artista sceglie di utilizzare momenti ordinari della loro vita quotidiana come il giocare, dormire, mangiare.
Ciò nonostante riesce a trattare anche temi più grandi, come la morte e le percezioni culturali della sessualità.
Dopo trent’anni dal suo debutto il numero di critiche positive e negative suscitate lo rendono uno degli shooting più controversi della storia della fotografia.

sally mann
Immediate Family – Sally Mann

Il dissenso del pubblico americano era in relazione alla nudità dei bambini, percepita nella sua sensualità e nella sua inconsapevolezza.
Una forte componente, legata alla destra americana, arrivò ad accusarla di pedo-pornografia.
Tuttavia, i bambini nelle fotografie di Sally Mann appaiono in una nudità selvatica e asessuata che possiamo ritrovare solo a quell’età.
Con toni intimi e nostalgici, le fotografie raccontano l’intimità di una madre e un figlio, il rapporto tra essi e la natura che li ha visti crescere, le speranze e la paura del futuro.

sally mann
Immediate Family – Sally Mann

La nudità rappresentata da Sally Mann esprime il modo più primordiale di guardare al corpo umano, poiché immortala l’essenza di un individuo prima che si sviluppi.

«Queste sono fotografie dei miei bambini che trascorrono qui le loro vite. Molte di queste foto sono intime, alcune sono di finzione e altre di fantasia, ma molte di queste sono cose ordinarie che ogni madre ha visto: un letto bagnato, un naso sanguinante, sigarette di zucchero. Si travestono, fanno il broncio e si mettono in posa, si dipingono il corpo e si tuffano come lontre nel fiume. Questi non sono i miei figli; sono figure su carta argentata scivolate fuori dal tempo.»

Sally Mann nel 2015 sul New York Times, raccontando un episodio significativo tra la figlia e una sua amica, dice quanto segue:
«Una volta Jessie, che all’epoca aveva 9 o 10 anni, stava provando dei vestiti da indossare  all’inaugurazione di una galleria di quadri di famiglia a New York. Era primavera e indossava un abito senza maniche. Quando Jessie alzò le braccia, si rese conto che il suo petto era visibile attraverso il giromanica troppo grande. Gettò via quel vestito e un’amica osservò con una certa perplessitа: “Jessie, non capisco. Perché mai dovresti preoccuparti che qualcuno possa vedere il tuo petto attraverso il giromanica quando sarai in una stanza con un mucchio di foto che mostrano lo stesso petto nudo?”. Jessie rimase perplessa dalla reazione dell’amica: “Sì, ma quello non è il mio petto. Quelle sono fotografie”. Stiamo girando una storia di cosa significhi crescere. È una storia complicata e a volte cerchiamo di affrontare grandi temi: rabbia, amore, morte, sensualità e bellezza. Ma diciamo tutto senza paura e senza vergogna.»

(vedere: Immediate Family)

Proud Flesh

Nella serie più recente, Proud Flesh, Sally Mann gira la macchina fotografica sul marito: Larry.
Le foto risultanti sono ritratti candidi e sinceri di un uomo nei suoi momenti più vulnerabili.
La coppia vive in una grande fattoria, ed il marito Larry è affetto da distrofia muscolare.

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Proud Flesh – Sally Mann

L’artista documenta i lenti cambiamenti fisici che lo coinvolgono, si approccia alla vulnerabilità del corpo del suo compagno in maniera delicata ed allo stesso tempo cruda.
Un progetto pensato e studiato per far conoscere e vedere da vicino effetti della malattia e la fragilità della vita.
Sally afferma: «Che cosa continua ad attrarla del corpo? Certamente, nel caso di mio marito, è stato un impulso documentaristico perché il suo corpo è cambiato in modo così drammatico. Ho avuto un forte impulso a esplorarlo fotograficamente per aiutarmi a fare i conti con quello che gli è successo.»

(vedere: Proud Flesh)

Deep South

All’inizio degli anni ’90 Sally Mann sposta l’attenzione dalla sua famiglia per concentrarsi sul paesaggio circostante.
Comincia fotografando le colline, i ruscelli e le foreste che si trovano vicino a casa sua.
Sally Mann si chiede se «la terra questa guerra se la ricorda, e se questi campi sono testimoni di una carneficina, con che voce parlerebbero?».
Fino al 2003 ha fotografato tra gli altri, i campi di battaglia di Antietam, Cold Harbor, Fredericksburg, Manassas, col processo del collodio umido, caratterizzato da graffi e crepe, queste imperfezioni donano alle immagini una nota drammatica.
Pubblica nel 2005 il suo sesto libro, Deep South, una serie di 65 scatti in bianco e nero, che ripercorre in viaggio, paesaggi fotografati tra il 1992 e il 2004, usando sia la pellicola classica 8×10 sia la tecnica del collodio umido.
Immortala paesaggi del Sud abitati da fantasmi, campi di battaglia, palazzi in rovina, paesaggi misteriosi.
Newsweek segnalava questo libro dicendo che la Mann «si avvicina direttamente a ogni stereotipo del Sud: creando indelebili, inquietanti immagini che vagano sospese tra documento e sogno.»
Questi paesaggi sono dapprima pubblicati in Still Time e più tardi in due mostre presentate dalla Edwynn Houk Gallery a NYC.
Attualmente Sally Mann è rappresentata da una delle più importanti Gallerie mondiali: Gagosian.

Body Farm

In quest’ opera la Mann ci costringe a guardare la morte da vicino attraverso le fotografie dei cadaveri in decomposizione.
I corpi erano stati donati all’Universitа del Tennessee per studi forensi, venivano riposti in un bosco recintato e lasciati alla decomposizione
naturale per studiarne i cambiamenti, a seconda del tempo e del variare delle condizioni atmosferiche.

In conclusione

Tutte le opere della Mann evocano l’instabilitа dell’essereumano, la vulnerabilitа del corpo, le devastazioni del tempo e il divario che separa
materia e spirito.
I temi da ricorrentemente approfonditi sono la morte ed il tempo.
La fotografia di Sally Mann intreccia un unico grande racconto per immagini fortemente radicato nel tempo e nel luogo in cui lei stessa si ritrova.
La scelta del linguaggio fotografico in bianco e nero che conferisce solennitа ed eleganza, mentre la tecnica del collodio umido un ritorno ai momenti passati.
I suoi lavori indagano da sempre il concetto di memoria, il senso e la forza dei legami.
La Mann narra in modo toccante piccole storie quotidiane, concede momenti privati di un racconto personale ma allo stesso tempo universale.
Ciò che porta al suo pubblico è una rivelazione che costringe a guardarsi attorno e a porsi delle domande.

(SFA, “Filosofia dello Spettacolo”, ricerca di approfondimento di Giorgia Chianello)

Giorgia Chianello
Giorgia Chianello

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