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Marpessa e gli scatti di Ferdinando Scianna

Il mito racconta che Eveno, padre di Marpessa, volendo mantenere nubile la figlia sfidasse tutti i pretendenti ad una gara con il cocchio.
Solo al vincitore avrebbe concesso la mano della figlia, altrimenti gli avrebbe fatto tagliare la testa.
Eveno era molto abile in queste sfide ed i decapitati erano ormai molti.
Ida, uno dei futuri Argonauti, rapì Marpessa davanti agli occhi del padre il quale, gettatosi all’inseguimento e non riuscendo a raggiungerli si suicidò annegando in un fiume.
Marpessa è il nome della modella che ha posato per Ferdinando Scianna nel 1987.
Per Dolce & Gabbana era la prima campagna e Marpessa accettò di posare gratuitamente.
Le fotografie della campagna hanno avuto un tale impatto che la modella è diventata un’icona della femminilità mediterranea.

Marpessa Hennink

Marpessa Hennink è nata nel 1964 ad Amsterdam, Paesi Bassi da madre olandese e padre olandese/surinamese di origini africane.
Dall’età di quattro anni, Hennink espresse interesse per la moda e iniziò a lavorare come modella dopo aver compiuto sedici anni.
Inizialmente per Marpessa non fu facile inserirsi nel mondo della moda e della pubblicità per i suoi tratti mediterranei.
A 23 anni accetta la proposta di Federico Scianna e da questo momento la sua carriera decolla.
Nell’ottobre dello stesso anno, Hennink viene nominata “Modella dell’anno” durante gli “Oscars de la Mode” a Parigi.
Dopo di che le fu dato il soprannome: “la Contessa da passerella”.

La campagna per Dolce&Gabbana

É ambientata in piccole strade, fiumi attraversati da bambini appena usciti da scuola.
Donne disegnate con i raggi del sole e uomini dallo sguardo profondo quanto gli abiti scuri, mostra le sinuosità del corpo femminile.
Le immagini di questa prima campagna di Dolce&Gabbana scoppiano nel 1987 improvvisa e inaspettatamente.
La top model Marpessa, come interprete, mostra il lavoro e le idee del fotografo siciliano, Ferdinando Scianna.
Racconta come è nato lo strano connubio con la moda, impensabile per un fotoreporter della Magnum.

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Marpessa ph. Federico Scianna 1987

L’incontro

Dopo anni a Parigi, Scianna rientra a Milano e riceve una telefonata di Domenico Dolce.
Lui e Stefano Gabbana volevano produrre un catalogo con qualcuno che non fosse della moda, e le sue foto “siciliane” gli erano piaciute.
Federico Scianna aveva pubblicato dei reportage sulla Sicilia.
Idea assurda, non avendo mai fotografato moda.
Si incontrarono e a un certo punto Gabbana disse: “Vogliamo il nostro look con il suo feeling”.
Scianna non ci credeva, rideva, ma quella frase ha cambiato la sua vita.

Marpessa e la Sicilia

Da lì sono nate le immagini di due cataloghi che hanno fatto breccia, nel 1987, mettendo le basi di un immaginario e stile di Dolce&Gabbana.
Delle foto fate da reporter, disse Scianna, semplicemente andava in giro e se qualcosa lo colpiva scattava.
Ha deciso lui stesso il soggetto delle foto.
«Dolce&Gabbana si ispira alle donne siciliane. Era chiaro che volevano raccontare quella storia.»
Scianna tornava nel luogo che aveva già fotografato, e in un certo senso ri-raccontava cion Marpessa al centro.
I luoghi che scelse erano già stati raccontati nelle sue foto.
Nel primo catalogo Villa Bagheria e la Villa Palagonia, Porticello e Palermo.
Nell’altro Modica, Ragusa Ibla, Caltagirone, Aci Trezza, stessa trama, concetto diverso.
Hanno dato voce alle due idee della Sicilia in un’unica idea della donna.

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Marpessa ph. Federico Scianna 1987

Incorreggibile

Perché l’estro siciliano è un trucco culturale.
È un concetto molto chiaro per lui, cresciuto nelle contraddizioni del Palermo.
Per descriverlo si può usare l’aggettivo che usava una volta Sciascia: incorreggibile!
La città è di rara bellezza, lusso e grandezza, ma è pur sempre un sobborgo.
C’è un sapore dorato e marcio di Palermo che lo fa amare in modo speciale e irrita anche in modo speciale.
Nelle foto scattate si vede il vicolo vicino alla Vucciria dove giocano i bambini e Malpessa indossa un bellissimo abito lungo nero.
Poi ha scattato in centro storico, ad esempio alla Casa del Brocco dal Doctor, un ristorante molto frequentato dove suo padre l’ho portava da bambino.
Scianna ritorna spesso sull’idea di scoprire una fotografia nell’invisibilità dell’autore.
Quello era l’unico posto per posare e fece subito capire a Marpessa che non doveva fare la modella e che l’avrebbe mischiata con la vita, come a Modica, con le signore che erano lì sole.
Se metti una modella abituata ad essere la protagonista dell’immagine accanto ad un’anziana signora che non posa ma “è”, e ha tutta la storia della sua vita alle spalle, la travolgerà per la presenza. Allora Marpessa, la define come un’attrice che interpreta una bellissima donna siciliana che è molto sexy proprio perché nascosta in un colore nero lucidissimo.

Il nero un destino

Come le sue foto, perché nascono in un posto dove il sole uccide e si impara a camminare nell’ombra.
Il nero è per lui una metafora, non un’ombra, ma un destino.
L’essenza più profonda del lavoro di Scianna risiede in una frase di Leonardo Sciascia: «Sai cosa sono le nostre vite? La tua e la mia? Il sogno della Sicilia. Forse siamo ancora lì, ancora a sognare.»

Per approfondire:

Su Federico Scianna

(SFA, “Filosofia dello Spettacolo”, ricerca di approfondimento di Suammy Bellini)

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