bella scatola

Una bella scatola, ma vuota | Sistema Stanislavskij

Una bella scatola, ma vuota è il risultato di una recitazione basata sui clichés.
Di questo abbiamo parlato leggendo le pagine de Il Lavoro dell’Attore su se stesso di K. S. Stanislavskij.

«L’arte non è la vita reale, e nemmeno il suo riflesso. Essa crea fuori dal tempo e dello spazio la sua vita, bella proprio per la sua astrazione.»

Queste sono le parole di Coquelin, un attore francese sostenitore del metodo rappresentativo.
Per Coquelin l’arte è pura perfezione ed è immutabile nel tempo, quindi alla base del suo pensiero la tecnica è al primo posto.
Ci sono dei modi, dei gesti e delle caratteristiche che ogni attore deve applicare al proprio personaggio, come a colorare un disegno restando nei margini e utilizzando specifici colori, creando dei cliché.

I clichés

Il cliché è una scorciatoia, una soluzione molto semplice a un dilemma molto complesso, che possono stupire lo spettatore in un primo momento, ma che poi non lasciano niente.
Un attore che utilizza i cliché potrà piacere, far ridere, avere un vasto pubblico, ma è effimero, quindi quando la sua carriera finirà, verrà dimenticato con una facilità impressionante, proprio perché al suo pubblico non ha lasciato niente di concreto, una bella scatola vuota.

I clichés sono brutti vizi che un attore fatica a levarsi, i principali modi con cui un attore ci entra in contatto sono 3.

  1. Vengono conservati e trasmessi dalla tradizione professionale, come un eredità.
  2. Altri si prendono, belli e pronti, da altri attori famosi.
  3. Altri li inventano gli attori stessi.

I cliché sono tipici delle compagnie teatrali amatoriali, e si affidano ad essi per rendere tutto più facile. Il problema delle compagnie amatoriali è che rubano pubblico ai veri artisti, mettendo in scena spettacoli effimeri e molto più economici, educando male il gusto dello spettatore.

Lo specchio

Lo specchio viene usato dagli attori ma in particolare modo dai ballerini.
Bisogna fare attenzione, poiché è un’arma a doppio taglio.
Lo specchio può essere un occhio esterno dell’attore, un modo per vedere la sua rappresentazione, ma lo specchio cattura la parte esteriore, non quella interiore.
Quindi bisogna fare attenzione a non cadere nella vanità cercando di creare qualcosa di visivamente perfetto, ma senza nessuna anima.
An che in questo caso una bella scatola, ma vuota.

Stanislavskij

Stanislavskij è disinteressato al metodo rappresentativo.
Apprezza la tecnica, ma pensa che uno spettacolo, oltre ad essere bello da vedere, debba coinvolgere anche altri sensi.
L’eccessiva perfezione rende l’opera d’arte distante dalla vita e dalla natura.
Ama la diversità, l’imperfezione, pensiero opposto a quello di Coquelin.
Ogni attore deve avere un suo modo per interpretare un personaggio, per farlo suo e reale, creando così tante rappresentazioni dello stesso personaggio ma con sfaccettature diverse, anche perché non avrebbe più senso andare a teatro a vedere opere che si conoscono già, perché vedremmo sempre la solita performance.

per approfondire:
I danni provocati dai clichés | Sistema Stanislavskij

(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione dell’8 gennaio 2024 con Mario Restagno – Relazione a cura di Ivano Viberti)

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