Edward Weston e la quintessenza delle cose

edward weston

Edward Weston è un fotografo che abbiamo analizzato durante il corso di Filosofia dello Spettacolo 2021-2022. Sulla sua figura ho incentrato la mia relazione.

“Voglio rappresentare la bellezza cruda che le lenti riescono ad immortalare con efficacia, senza interferenze artistiche.”
(Edward Weston)

La verità è sempre stata il tema su cui si è basata ogni forma d’arte e da cui essa inizia. Come la pittura, dove l’immagine, prima di immortalarsi sulla tela, passa attraverso gli occhi dell’artista, per essere poi reinterpretata, anche la fotografia restituisce la realtà passando però attraverso l’obbiettivo. L’immagine è più veritiera rispetto alla pittura: il tocco artistico si cela nella scelta del punto di vista da cui l’artista osserva.

“La macchina fotografica deve essere usata per registrare la vita e per rendere la vera sostanza, la quinta essenza delle cose in sé, sia si tratti di acciaio lucido o di carne palpitante.”
(Edward Weston)

La sua parola chiave è purezza. Nessuna eccentricità, ma solo il fascino dell’eleganza innata delle cose, la forza naturale della loro vera essenza che Weston ha restituito nei suoi scatti di nudi, paesaggi e ritratti. Nelle immagini successive si vedrà come l’artista fosse alla ricerca di quella purezza, sia nella forma che nella composizione, che non viene minimamente contaminata dal giudizio e che viene accettata e proposta per ciò che è. Ogni dettaglio, descritto con una nitidezza assoluta, concorre a definire la materia e le molteplici sensazioni che è capace di trasmettere.

Edward Weston
mod. Charis Wilson 1934 – ph. Edward Weston

Vi sarà successivamente una ricerca concentrata maggiormente sul virtuosismo tecnico e sulla capacità di pre-vedere l’immagine, affinché possa apparire perfetta e completa già nel negativo fotografico.

Se non riesco ad ottenere un negativo tecnicamente perfetto, il valore emotivo o intellettuale della fotografia per me è quasi nullo.”
(Edward Weston)

L’indagine condotta sino a quel momento sul corpo umano cessa quasi del tutto, per lasciare spazio all’oggettistica più comune. Si apre con questa premessa la serie d’immagini più rappresentative realizzate dal fotografo americano. Si tratta perlopiù di conchiglie e ortaggi, che s’impongono ai nostri occhi grazie all’utilizzo del primo piano e a un sapiente uso della luce, caratterizzato da forti contrasti chiaroscurali, capaci di conferire all’oggetto una sorta di monumentalità scultorea.

Cabbage Leaf
Cabbage Leaf, 1931

E per finire, si sposta nuovamente su un’altra categoria di soggetti: quelli naturalistici. Vengono prodotti bellissimi scatti che portano al centro dell’immagine rocce e alberi, ancora una volta contraddistinti dall’essenzialità, dalla ricerca della forma perfetta e dall’uso contrastato delle luci.

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Drift Stump, 1937

Edward Weston Website

(SFA, Filosofia dello Spettacolo, con Mario Restagno – Relazione a cura di Carlotta Taddei)

carlotta taddei
Carlotta Taddei

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