manipolazione

Manipolazione? No grazie | Sistema Stanislavskij

Durante la lezione del 21/03/2023 siamo stati messi in guardia dal cadere vittime dei meccanismi di manipolazione.

La manipolazione

La manipolazione è un termine che prende diverse sfumature di significato a seconda dell’ambito in cui viene utilizzata.
Di per sè la parola descrive delle operazioni di natura manuale: movimenti che facciamo con le mani per preparare qualcosa.
Il termine ha preso una connotazione negativa poiché lascia intendere che attraverso la manipolazione sia stato modificato qualcosa.
L’oggetto non è più allo stato originario.
Manipolare ha spesso il significato di sofisticare o alterare.
Per esempio in campo giuridico sin dice “manipolare le prove”, nel campo della comuinicazione “manipolare le notizie”…

La manipolazione psicologica

La manipolazione psicologica è un tipo di influenza che punta a cambiare il comportamento o la percezione altrui.
É un’azione che si svolge utilizzando tattiche ingannevoli o subdole.
Il manipolatore ha come obbiettivo quello di soddisfare primariamente i propri interessi a spese dell’altro.
S’incontrano un soggetto che ha bisogno di accrescere la propria autostima ed uno che cerca approvazione.
Il primo sfrutta il secondo che diventa vittima spesso senza rendersene conto.
Si instaura quella che possiamo definire una relazione di potere.
Il manipolatore mina l’integrità e l’autonomia decisionale di un individuo, questo avviene facilmente se si incoraggia la dipendenza nei confronti del manipolatore.

Sistema Stanislavskij

Stanislavskij non vuole persuadere manipolando.
Leggiamo a pag. 53: «Io non ho cercato di suggestionarvi, e non vi ho imposto i vostri sentimenti, ma vi ho lasciato la massima libertà di manifestarli naturalmente, secondo come li provava ognuno di voi. E voi da parte vostra non avete accettato quello che m’inventavo io sul pazzo come realtà effettiva, ma solo come ipotesi. Non vi ho obbligato io a credere nel pazzo; voi stessi, volontariamente, avete ammesso che un fatto simile può accadere nella vita.»
Queste parole descrivono un rapporto regista-attore estremamente rispettoso.
C’è una proposta che si basa su un “se”.
“Se dietro la porta ci fosse un pazzo tu che cosa faresti?”
L’attore può accettare l’ipotesi e agire di conseguenza, oppure può decidere di non accettarla e rifiutarsi.
Se l’attore decide di svolgere il tema deve assumersi le sue responsabilità.

Un patto per creare

Fin tanto che le ipotesi degli autori e dei registi sono semplici, anche le responsabilità sono contenute.
Gli attori accettano facilmente le situaioni che promuovono un’immagine di sè bella, attraente, corretta, ecc..
Quando si deve affrontare una situazione pericolosa o violenta è diverso.
Ricordiamo la scena dell’interrogatorio del film Il Cavaliere Oscuro.
È una delle scene chiave, con Joker che schernisce Batman per tutto il tempo.
Joker vuole dimostrare che la sua forza non ha valore in questa situazione.
Sappiamo sia da Nolan (Batman) sia dal regista che Heat Ledger ha cercato a tutti i costi lo scontro reale.
Non era richiesto, ma l’attore ha voluto seguire il “se” superando i limiti.

Le scene di intimità

Le scene che coinvolgono la propria intimità, i baci o il sesso, sono un altro campo delicato.
Quando l’autore propone “se lei e lui si baciano?”, gli attori si trovano nella situazione di dover rappresentare aspetti di sè molto personali.
Nell’attore o nell’attrice scattano immediatamente una serie di interrogativi.
Quanto mi posso lasciare andare?
Devo seguire il mio istinto?
Come reagirà il mio collega?
Sarò troppo invadente?
Molti attori preferirebbero essere diretti in modo preciso.
Spesso in queste scene, invece, il regista lascia fare.
Quindi la coppia deve prendersi le sue responsabilità.
Altre volte, proprio in questo tipo di scene, il regista forza gli attori ad andare oltre.
Celebre la scena del burro in Ultimo tango a Parigi.
Maria Schneider disse di aver vissuto male quel momento, di essere stata presa alla sprovvista.
In un’intervista affermò di essersi sentita violentata.

Oltrepassare i limiti

Abbiamo portato come esemio due film in cui gli attori hanno affrontato scene in in cui il “se” li ha portati a superare dei limiti.
Sono stati manipolati?
Hanno deciso consapevolmente?
É difficile da stabilire.
Non dobbiamo dimenticare che in seguito all’interpretazione di Joker, Heat Ledger si è perso.
Maria Schneider dopo Ultimo Tango a Parigi non ha avuto una vita felice.
Sono esempi estremi, ma vanno tenuti in conto.
I limiti vanno oltrepassati con prudenza e consapevolezza.
Ma non si può rinunciare ad oltrepassarli in campo artistico.

Haber vs Lavia

Nel 2011 Alessandro Haber (65 anni) era impegnato in Otello con Lucia Lavia (19 anni).
A pochi giorni dalla prima Haber viene sostituito con Franco Branciaroli.
In una nota il Teatro Stabile di Bologna spiega che in conseguenza dei «gravi comportamenti tenuti nel corso delle prove dello spettacolo nei confronti di Lucia Lavia», ha deciso di «risolvere con effetto immediato il rapporto di lavoro» con l’attore.
I comportamenti a cui fa riferimento la nota sarebbero stati uno scambio di schiaffi in scena durante le prove tra Haber e l’attrice Lucia Lavia dopo che lui avrebbe cercato di baciarla.
I sua difesa Haber disse: «La mia era solo un’interpretazione creativa. Come sempre stavo unicamente cercando di fornire un’interpretazione del mio personaggio del tutto in linea con il mio ruolo di attore e di interprete. Non v’è mai stato alcun comportamento scorretto o tentativi di baciare l’attrice Lucia Lavia con intento differente di quello di dar vita e corpo al mio Otello. Si è trattato peraltro di un episodio accaduto durante le prove alla presenza di attori, registi e tecnici: prove che si svolgevano dunque davanti a numerose persone».
Lucia Lavia era alla sua prima esperienza di un certo rilievo ad appena 19 anni.
Essendo la figlia di Gabriele Lavia, è chiaro che ha ottenuto il ruolo facilmente.
Di conseguenza ci possiamo domandare se era pronta ad affrontare una situazione di questo genere.
In ogni caso, questo episodio, ci dimostra quanto possa diventare ambiguo il lavoro di un attore quando si affrontano tematiche legate alla sfera dell’intimità.

Il Cavaliere Oscuro – Scena interrogatorio

(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 21 marzo 2023 con Mario Restagno – Relazione a cura di Eva Giaccone)

Eva Giaccone

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