Abbiamo introdotto questa lezione di Stanislavskij con una riflessione sulla sua pedagogia: «Tutte queste scene difficili le facciamo più che altro, perché capiate meglio che cosa vi manca ancora e che cosa dovete imparare. Fate quello che potete.» [pag. 155]
La pedagogia di Stanislavskij
Più volte abbiamo notato che Stanislavskij è ispirata da una pedagogia molto efficace.
Qui vediamo che invita gli studenti a buttarsi, a provarci.
In campo artistico è necessario sperimentare.
Studiare una parte non perché la devo mettere in scena, ma perché devo sperimentare.
Tentare un ruolo non perché è adatto a me, ma perché sono curioso di provare qualcosa di diverso.
Dobbiamo comunque provare a fare ruoli che non ci appartengono sia per quanto riguarda l’aspetto sia per dei lati caratteriali.
Devo sfruttare questa difficoltà e lavorarci.
Una pedagogia che libera
È importante saper riconoscere anche quello che non sappiamo fare.
Non alimentare sensi di inferiorità e di paura.
Spesso partiamo con il pregiudizio di non riuscire, ma è bene provarci, sperimentare, non dobbiamo giudicarci se sbagliamo.
Non dobbiamo farci influenzare dagli obiettivi.
Gli obbiettivi servono, ma non possono diventare un assoluto.
La pedagogia di Stanislavskij, secondo il nostro direttore, si rivela estremamente equilibrata.
Ci invita a non dare troppo peso a ciò che pensa il pubblico perché potrebbe causare dei danni alla nostra autostima.
Rende consapevoli che è impossibile essere tutti allo stesso livello.
Il denaro bruciato
Proseguendo con la lettura, vediamo che Torcov cerca di risolvere i problemi con la scena del “denaro bruciato”.
Nazvanov deve buttarsi sul gobbo che sta bruciando il denaro.
La sua azione è falsa, recitata.
Torcov allora gli propone un esperimento.
«Sta attento! Io do fuoco a questo pezzo di carta e lo butto in quel grosso portacenere. Appena vedrai la fiamma, corri a salvare quello che ancora non è bruciato. Pronti?»
Appena Nikolaevic dà fuoco al foglio Nazvanov si butta verso il tavolo e, siccome V’juncov si trova sulla sua stessa strada, gli dà una spinta tale che per poco non gli rompe un braccio.
«Adesso sì che sarebbe potuta succedere una disgrazia. Prima non era che una recitazione enfatica. Naturalmente non voglio che rompiate un braccio a qualcuno, ogni volta. Voglio solo dire che non hai tenuto presente un fatto elementare: i soldi prendono fuoco in un attimo e per salvarli devi agire immediatamente.»
Anche qui possiamo vedere che Stanislavskij è ispirato da una pedagogia efficace.
Mette l’allievo in condizione di provare veramente.
L’allievo si fida e si butta: fa un’azione reale.
Alla fine ragionano su quello che è successo.
L’azione reale viene memorizzata e diventa finzione, ma una finzione molto vicina alla realtà
Il talento
Certo, il sistema di Stanislavskij è molto preciso, analitico, forse pignolo.
Esprime la cultura di un popolo abituato ad organizzarsi per sopravvivere.
Per noi che viviamo in un clima più favorevole questa meticolosità può apparire esagerata.
Spesso riteniamo che così il talento viene soffocato.
Il talento è un grande capitale, ma spesso chi lo possiede non lo sfrutta.
Proprio perché è un dono ricevuto senza fatica, non viene coltivato.
(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 2 marzo 2023 con Mario Restagno – Relazione a cura di Cecile Coquinot)