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I sensi, cinque o di più

I sensi: cinque o di più

Nella lezione del 18/11/2022 abbiamo affrontato l’analisi dei cinque sensi che utilizziamo per vivere.

«Niente è nell’intelletto che prima non sia stato nei sensi” significa che i sensi vanno visti come uno strumento di conoscenza necessario per l’apprendimento, la costruzione di sensazioni ed emozioni e per creare la propria identità.» [Aristotele]

Fin da piccoli ci hanno insegnato che siamo dotati di cinque sensi: vista, udito, olfatto, gusto e tatto.
Grazie a queste capacità gli esseri viventi che popolano la terra sono sopravvissuti e si sono imposti.
Ci sono specie animali che hanno sviluppato un senso in particolare, come nel caso dei cani.
Il loro fiuto è molto più perfezionato di quello umano.
Si discute se i sensi debbano essere considerati solo cinque.
Per esempio, ci sarà capitato certamente si sentire dire: “Il tale ha un ottimo senso dell’orientamento”.
Oppure abbiamo sentiro parlare del senso dell’equilibrio, e così via.
Allargando l’analisi vi sono persone che hanno ancora altre sensibilità,
A molti può essere capitato di percepire un avvenimento in anticipo.
Poiché non abbiamo un organo preciso preposto a tale attività, tendiamo a non considerare queste capacità un “senso”.
Non è detto che in futuro non si arrivi a definire un “sesto senso”.

Quale senso è più importante

Credo che la gerarchia della percezione sia influenzata non solo da fattori biologici, ma soprattutto da elementi culturali e, quindi, variabili. Chi appartiene a culture che danno grande importanza alla musica sarà più abile a descrivere i suoni uditi, chi proviene da un Paese con una grande tradizione artigianale, sarà più capace di descrivere la forma di un oggetto al tatto, paesi con tradizioni culinarie molto importanti sarà in grado di utilizzare meglio il gusto e l’olfatto. In Occidente si tende a determinare come senso principale la vista, ma in realtà il vedere una persona ci può generare, in soli tre secondi, giudizi e pregiudizi errati, mentre il contatto ci aiuta a capire la vera natura di chi abbiamo di fronte.
Tutti i sensi sono importanti, tuttavia vi sono ciechi che vivono anche senza la vista e sordi che vivono senza l’udito.
Nella storia dell’evoluzione il primo senso che si afferma è il tatto.
Onestamente non possiamo dire che è in assoluto il più importante. Tutti i sensi hanno una loro funzione.

Contatto

Contatto deriva dal latino “cum” (con) e “tactum” (toccato, ma anche tatto).
Il tatto non è soltanto una semplice modalità fisica, ma è una sensazione percepita come un vero e proprio sentimento.

Nella nostra società, soprattutto in questo periodo, in cui la paura delle malattie ci ha portato ad evitare il più possibile qualsiasi forma di contatto umano, le sensazioni sensoriali sono diminuite drasticamente.

Molti di noi quando siamo tristi o demoralizzati, tendono a desiderare il contatto fisico con altre persone.
Talvolta basta un abbraccio, stringere una mano, una carezza per far diminuire il senso di tristezza che ci avvolge.
Essere toccati e toccare è una delle forme fondamentali dell’interazione tra esseri umani.
È ampiamente dimostrato a livello scientifico come il contatto fisico apporti benefici psicologici e fisiologici a qualsiasi età.

Quando siamo soli ed isolati siamo molto più fragili e manipolabili, uno schermo non è in grado di sostituire un contatto fisico anche se ci sembra di essere più connessi. Il contatto ci a trasmettere le emozioni che proviamo in modo molto più efficace che con la comunicazione verbale.

Il tatto nella fase infantile

Sin dalla nascita la connessione tra la madre e il bambino è fondamentale per la crescita, questa connessione nei primi anni di vita aiuta il bambino a costruire relazioni future sicure. Nei bambini piccoli pensiamo che sia importante fargli vedere e sentire cose piacevoli, ma in realtà il tatto è il primo sistema sensoriale che si sviluppa nel cervello prenatale ed è il più sviluppato al momento della nascita. Quindi il primo senso che viene sviluppato è il tatto.

I bambini che da piccoli non ricevono una sufficiente interazione umana da adulti possono essere depressi e ansiosi, talvolta anche essere inclini alla violenza e antisociali.
Le case farmaceutiche nel passato consigliarono di non allattare i bambini, ma dietro a queste scelte si nasconde una strategia economica che non apporta nessun vantaggio né alle mamme né ai neonati.

Sono informazioni che il nostro direttore trae da un saggio di Ashley Montagu che fa da riferimento a queste lezioni.
Ashley Montagu (1905-1999), professore di Anatomia e Antropologia, ha scritto Il linguaggio della pelle.
É un testo fonamentale per approfondire l’importanza del contatto fisico nelle relazioni umane.
Nelle proassime lezioni affrontere alcuni capitoli de Il linguaggio della pelle.

(SFA, “Recitazione Cine-TV”, relazione del 18/11/2022 di Eva Giaccone)

Eva Giaccone

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