Guardare il pubblico oppure no? Fanno bene gli attori a rivolgersi verso gli spettatori? Prima di ragionare su questo argomento abbiamo parlato dell’agire in scena attraverso l’immaginazione.
Agire attraverso l’immaginazione
Se in scena è presente un oggetto bisogna focalizzarsi su di esso.
Sappiamo che in scena non è l’oggetto in sé ad attirare l’attenzione, ma quello che l’oggetto suggerisce all’attore.
Quindi è importante trasformare l’oggetto aiutandosi con le circostanze date per renderlo più interessante.
Provare a fare entrare l’oggetto in una storia emotiva può essere una soluzione che sicuramente può diventare uno stimolo di creazione.
«Bisogna saper trasformare l’oggetto, di conseguenza anche l’azione passerà dalla freddezza mentale e razionale al tepore, al calore del senso e del sentimento.»
Quando ci troviamo di fronte all’incertezza o alla pigrizia, prima di entrare in scena questo strumento ci può venire in aiuto, risveglierà l’immaginazione e l’immaginazione a sua volta farà agire.
In scena bisogna sempre buttarsi, qualcosa sicuro succederà, l’immaginazione provoca l’azione.
(Vedere anche Il ruolo dell’immaginazione)
Guardare il pubblico?
Abbiamo anche analizzato la frase «non bisogna mai guardare il pubblico» di Torcov (pagina 105).
Ma è davvero così?
Dipende dalle situazioni.
In questo caso in classe stanno parlando de Il Gabbiano di Anton Cechov, quindi è assolutamente corretta l’affermazione di non guardare il pubblico.
Altri esempi possono essere Strindberg o Ibsen con le loro rispettive opere La signorina Giulia e Casa di bambola.
Gli autori di queste opere vogliono creare una sorta di incubo in gli spettatori sono coinvolti.
Pertanto è intollerabile che un attore guardi il pubblico.
La quarta parete, in questa tipologia di spettacolo, è fondamentale.
Strindberg, nella prefazione della Signorina Giulia, afferma che lo spettacolo dovrebbe scorrere senza intervalli.
I gestori dei teatri sono contrari, perché nell’intervallo gli spettatori consumano al bar.
L’autore spiega che per il suo tipo di drammaturgia è fondamentale che gli spettatori non siamo distratti.
Sospendere l’azione e lasciare che il pubblico si distragga significa dover ricominciare il secondo atto con fatica.
Bertolt Brecht, invece, sperimenta un tipo di teatro opposto a questo.
Propone una nuova estetica teatrale in cui non abbiamo quinte.
Gli attrezzisti e i tecnici spesso sono a vista.
La finzione è dichiarata.
Agli attori non si chiede di immedesimarsi, anzi, di estraniarsi dal personaggio.
In questo modello di drammaturgia lo spettatore è libero di credere oppure no.
In conclusione
Quindi è sbagliato guardare il pubblico?
No, sono tutti e due linguaggi possibili.
É sbagliato quando l’attore strizza l’occhio ad un ammiratrice uscendo dal suo personaggio.
(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 3 novembre 2022 con Mario Restagno – Relazione a cura di Pietro Pellegrino)