Diventare consapevoli è il tema che abbiamo affrontato il 20 gennaio 2023 aprendo il libro Il lavoro dell’attore su se stesso a pag. 302.
Siamo quasi alla conclusione del testo che abbiamo cominciato a leggere nell’ottobre del 2020.
Diventare conspevoli
Tutte le cose che facciamo esprimono la nostra filosofia di vita, creata dalla nostra esperienza, consapevole o inconsapevole.
La maggior parte delle persone ne sono inconsapevoli e il loro pensiero viene facilmente condizionato.
I mezzi di comunicazione, pubblicizzando mode alimentari, estetiche, etc., puntano ad omologare le persone, privandole delle loro particolarità e, quindi, della loro unicità.
La causa di questa inconsapevolezza è causata anche dalla velocità che caratterizza la nostra epoca, non permettendoci di ricavare del tempo per noi stessi e per domandarci il perché delle cose.
Dobbiamo correre, dobbiamo stare al passo, dobbiamo produrre e ciò fa sì che “non abbiamo tempo”, frasi spesso sentita, per curare la consapevolezza.
In campo artistico
Anche in arte avviene la stessa cosa.
Si fanno delle scelte artistiche o si sceglie di portare in scena un certo spettacolo, condizionati da ciò che pensiamo possa piacere.
Il testo di Stanislavskij cita ad esempio il balletto, dove certi gesti vengono fatti per puro fattore estetico rimanendo privi di significato.
Viene esaltata talmente tanto l’estetica che si arriva a mettere in secondo piano la propria salute per raggiungere un’idea di perfezione utopistica.
Questo esempio si può applicare nei vari settori artistici dove si arriva a compromettere se stessi, nel nome dell’arte.
Lo sport, invece, ha un approccio opposto: la salute è fondamentale per lo svolgimento della performance.
Lo si può notare nelle visite mediche che vengono richieste per svolgere un dato sport.
Per svolgere attività agonistiche serve un certificato di sana e robusta costituzione.
Ad alti livelli, prima delle gare, si accerta che l’atleta non abbia fatto uso di droghe.
Certamente anche nello sport abbiamo esempi contradditori, per esempio il pugilato.
É uno sport che praticato alla lunga prova gravi effetti collaterali.
Educare la nostra estetica
É importante educare la propria idea estetica per far sì che sia sana e che non ci danneggi.
Nella danza, ad esempio, Martha Graham ha proposto una rivoluzione di tale arte proprio partendo dalla sua filosofia estetica.
Alle sue ballerine ha tolto “le punte” perché le piante dei piedi sono fatte per stare a terra.
All’inizio del 900 Marta Graham liberò la femminilità: diceva che bisognava “danzare con la vagina”.
In campo espressivo e attoriale, restare legati a dei principi come quelli di Stanislavskij o Shakespeare, vuol dire rimanere nel solco della storia dell’arte.
Shakespeare scrive: “L’orrore del reale è nulla contro l’idea dell’orrore” (Macbeth).
In Amleto critica la recitazione enfatica, invitando a non straziare la passione.
Stanislavskij riprende questa idea della recitazione nel 1900 e propone un’estetica che aderisce alle leggi della natura.
Gli ultimi consigli di Stanislavskij
Nel balletto il sentimento è un gesto estetico: c’è solo forma.
Nella recitazione l’emozione deve partire dall’interiorità dell’attore per manifestarsi nel volto.
Se l’attore si concentra sulle proprie capacità espressive fa un grande errore.
Quanto io curo l’aspetto esteriore tanto più sarà vuoto quello interiore.
“Fate quello che vi pare, ma un solo patto, che crediate sinceramente a quello che dite e fate in scena e che siate convincenti. È necessario che chi recita trasformi in autentica verità ciò che è falso e convenzionale.”
Ed ecco la differenza dell’arte teatrale e cinematografica con le altre arti.
L’attore va in scena con il suo corpo.
L’opera d’arte siamo noi attori e non qualcosa di distaccato da noi.
(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 20 gennaio 2023 con Mario Restagno – Relazione a cura di Carlotta Taddei)