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L’Ego e i danni che può provocare | Sistema Stanislavskij

Abbiamo iniziato la lezione del 07/02/23 parlando dello sfruttamento dell’arte e dei danni che può provocare l’Ego.

Lo sfruttamento dell’arte

«Gli sfruttatori sono i peggiori nemici dell’arte. Bisogna lottare fermamente contro di loro, e se non si riesce a correggerli, bisogna cacciarli dal palcoscenico».
Stanislavskij rivela un’attenzione ed una sensibilità etica importante.
In questa pagina descrive una situazione molto diffusa nel mondo dello spettacolo.
«Shakespeare non ha scritto “La bisbetica domata” perché l’ allieva Vel’jaminova mettesse in mostra il suo bel piedino, o civettasse con i suoi ammiratori. Shakespeare aveva un altro scopo che tu non hai visto e che ti è rimasto estraneo. Purtroppo spesso si approfitta della nostra parte per scopi completamente estranei! Tu per mostrare la tua bellezza, altri per raggiungere la popolarità, il successo esteriore, per far carriera.»
Da queste parole è evidente che per Stanislavskij l’arte ha uno scopo nobile.

Esibizione e successo

Esibire e successo esteriore non sono i valori che dovrebbero ispirare attrici e attori.
«Ricordate bene quello che sto per dirvi. Il teatro, poiché è pubblico, e proprio per la parte esteriore che gli è propria, è un’ arma a doppio taglio. Da una parte sostiene un’importante missione sociale, dall’altra rappresenta un forte stimolo per chiunque voglia servirsene per farsi una carriera.»
L’arte ha un’importante missione sociale.
Molti artisti non si interessano a questo aspetto che, invece, è sottolineato da Stanislavskij.
Ma non dobbiamo pensare che il maestro russo sia rigido.
Infatti ci dice che nella realtà non troviamo la purezza.
«Vediamo grandi attori che in momenti di debolezza si abbassano al mestiere e mestieranti che in certi momenti riescono ad innalzarsi fino all’arte autentica. Lo stesso succede in ogni spettacolo, per ogni parte. Accanto a momenti in cui si rivive la parte, ci sono momenti di rappresentazione, di degenerazione, di mestiere; e momenti in cui dell’arte si approfitta soltanto.»
Nessuno è completamente e assolutamente puro.
Siamo umani e fragili: possiamo avere delle cadute e delle incorenze, ma l’importante è non puntare allo sfruttamento dell’arte.

Ego e idealismo

La qualità principale che Stanislavskij vuole insegnare ai suoi studenti e futuri attori è l’apertura agli altri.
Per trasmettere al mondo qualcosa di bello un attore non può essere egocentrico.
L’Ego conduce progressivamente a non interessarsi degli altri e poi a sovrastarli.
La corrente di pensiero filosofica che mette al centro l’io viene chiamata “idealismo”.
“Io penso, dunque esisto”, diceva Cartesio.
In questo modo noi diamo prevalenza al pensiero sulla materia.
Ma se il nostro pensiero non è puro, le nostre azioni per affermare l’io diventano pericolose.
La II guerra mondiale è stato anche un risultato dell’idealismo.
Hitler pensava che gli ariani fossero migliori e più adattti a dominare.
E siccome lo pensava ha voluto realizzare questa idea secondo lui giusta.
Ogni potere assoluto si fonda su un atteggiamento idealista poiché si propone di imporre le sue idee sulla realtà.

Esempi dela storia

L’Ego è distruttivo e ce lo insegna la storia.
La Rivoluzione Francese è iniziata con grandi ideali di libertà e uguaglianza, ma è finita molto male per i protagonisti Robespierre, Danton Marat, ecc…
In particolare, Robespierre ha abbracciato la linea intrasigente della purezza dell’ideale.
Per l’idea sono stati giustificati terrore e omicidi.
Noi osserviamo periodicamente il ripetersi di eventi di questo genere.
Le guerre scoppiate ultimamente in tutto il mondo sono segnali di un nuovo idealismo che trionfa.
Vengono prese decisioni folli e illogiche giustificate da un’idea.
Sappiamo che con le armi non si fa la pace, eppure facciamo esattamente il contrario di quello che serve.

Ego e autodistruzione

L’Ego ha anche un grande potere autodistruttivo.
Quando un essere umano non riesce ad abbandonare l’egocentrismo infantile entra in una spirale negativa, una sorta di buco nero che assorbe tutta la sua energia.
Si tratta di un comportamento infantile che con gli anni siamo chiamati a superare.
Quando una persona è matura è in grado di darsi agli altri.
Una persona immatura è focalizzata su se stessa.
Non è in grado di aiutare gli altri.
Ho bisogno di sentirsi importante e trova tutti i stratagemmi possibili per ottenere importanza.
Può mettersi mostra con azioni eclatanti, ma può anche suscitare pena stando male.
L’obiettivo è sempre avere l’attenzione degli altri.

Artisti ed Ego

Gli artisti, più delle altre categorie di persone, rischiano di cadere nel tranello dell’Ego.
Il mestiere attoriale porta ad essere al centro dell’attenzione.
Spesso si tende ad esaltare le doti puramente fisiche dell’attore.
Tutto è concesso, pur di mettere in risalto lo splendore della propria persona, alla ricerca degli applausi più scroscianti.
Sanremo di quest’anno è stato un esempio di che cosa siano in grado di fare gli artisti per far parlare di sè.
«Questa gente approfitta dell’ottusità degli uni e del cattivo gusto degli altri. Ricorre a protezioni, intrighi, e altri mezzi che non hanno niente a che vedere con la creazione.»
Lo sfruttamento dell’arte per la propria vanagloria diventa l’obiettivo di molti artisti.
Secondo Stanislavskij, purtroppo, la maggioranza vede nelle arti principalmente un mezzo di affermazione del proprio Ego.

Combattere l’egocentrismo

Per aiutare gli attori ad uscire dallo sfruttamento dell’arte per il proprio protagonismo, Stanislavskij è ricorso, per esempio, alla rotazione delle parti principali.
Tra i numerosi attori che facevano parte della compagnia molti erano dilettanti, ma altri erano bravissimi attori.
In questo modo, scambiando i ruoli anche gli attori più preparati si ritrovavano a recitare anche come comparse.
Questo era utile perché a loro volta coordinavano dei piccoli gruppi di comparse e gli insegnavano adi ottenere consapevolezza nei movimenti e nei gesti.
Una decisione importante che ha portato a porre sullo stesso livello tutti gli artisti coinvolti, evitando di cadere in manie di protagonismo.
Tale scelta che serve a far comprendere anche all’attore che è necessario essere umili e rispettare le indicazioni del regista, cioè la figura che ha il compito di dirigere il gruppo.

Le azioni, i “se” e “le circostanze date”

Conclusa la riflessione sullo sfruttamento dell’arte, affrontiamo un nuovo capitolo, intitolato: Le azioni, i «se» e «le circostanze date».
Torcov, il direttore della scuola d’arte, manda in scena la Maloketova.
«Ecco la trama. Quando si alza il sipario tu sei seduta in scena. Sola. Siedi. Siedi. Siedi … alla fine si chiude il sipario. Ecco tutto. Niente di più, semplice, no?»
Nonostante la semplicità della richiesta la ragazza è prima a disagio, poi si mette ad esagerare con le pose.
Nazvanov chiede di provare anche lui.
Alla fine ammette di essersi trovato a disagio pur non dovendo fare nulla di speciale.
Con questo esercizio Torcov dimostra quanto sia difficile essere naturali in scena.
Noi pensiamo di dover recitare e, quindi, fingere.
Invece, nel sistema Stanislavkij, bisogna essere veri.

Altri articoli sul tema

Lo sfruttamento delle arti per scopi personali

(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 7 febbriao 2023 con Mario Restagno – Relazione a cura di Eva Giaccone)

Eva Giaccone

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