Realtà e finzione nel cinema si confondono| Sistema Stanislavskij

realtà finzione

Nella lezione del 1° Dicembre 2021 ci siamo dedicati al capitolo “il senso del vero”. Leggendo ciò che Stanislavskij scrive, attraverso le parole di Arkadij Nikolaevic, ci siamo interrogati sulla distinzione tra realtà e finzione che spesso non è così netta, soprattutto nel cinema.

Realtà e finzione al cinema

Nel cinema si predilige la verità, tanto che quando è possibile si mette l’attore, a sua insaputa, davanti a “sorprese” che rendono l’interpretazione effettivamente vera. Ad esempio nel film “Il silenzio degli innocenti” vi è una scena in cui la studentessa Clarice (Jodie Foster) racconta al pluriomicida Hannibal Lecter (Anthony Hopkins) la sua storia, venendo però preceduta dall’intelligenza di quest’ultimo che ha già capito molto su di lei. Per rendere l’interpretazione di Jodie Foster più spontanea, Hopkins ha pensato di usare dati personali dell’attrice.  Cita luoghi della sua infanzia riuscendo a soprendere la Foster. Lei infatti non si aspettava di sentir dire quelle parole e di sentirsi tirata in causa personalmente nella scena. Alla fine il regista scelse proprio questo ciak da inserire nel montaggio finale.

Il caso Django

Altre volte succede che accadano incidenti non previsti. Un esempio lo troviamo nel film “Django Unchained”, dove Leonardo Di Caprio, che sta interpretando il protagonista, da sceneggiatura deve sbattere la mano sul tavolo durante un pasto. Concentrato nella situazione, non fa caso a dove poggia la mano e rompe un bicchiere che era sul tavolo. La mano comincia subito a sanguinare, ma l’attore continua la scena come se fosse tutto programmato. Ovviamente tutte le reazioni degli altri attori, rimasti nel personaggio, sono autentiche. Anche in questo caso Tarantino, regista del film, quando si trova al montaggio, tra i vari ciak finisce per scegliere proprio questo.

Quando si finge bene

Quando però tutto va “per il verso giusto” gli attori fingono. A volte fingono talmente bene da sembrare reali. Vediamo ad esempio che spesso le scene di intimità diventano l’argomento preferito di tante riviste che cercano lo scandalo. I giornalisti domandano agli attori “quanto c’era di vero” nella scena. Il direttore ci ha fatto notare che, se ci pensiamo bene, una risposta precisa o sicura non c’è: giornalisti e pubblico si devono accontentare di cosa dicono gli attori. La verità di un bacio rimane chiuso nel cuore dei suoi protagonisti. Anche se i protagonisti dicessero di essere andati oltre la finzione, dovremmo fidarci della loro parola. Ma non è detto che ci dicano la verità.

Il silenzio degli innocenti

Scena della mano insanguinata in Django

(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 1° Dicembre 2021 con Mario Restagno – Relazione a cura di Ester Barbarossa)

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Ester Barbarossa

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