velocità

La velocità della società occidentale | Sistema Stanislavskij

La velocità della società occidentale è stato l’argomento con cui è iniziata la lezione del 2 dicembre.
Viviamo ormai da diversi decenni un accelerazione nello sviluppo industriale, in quello economico e psicologico.
C’è una spinta che proviene dal  mondo anglosassone ad aumentare il ritmo.
Confrontandoci con artisti e docenti inglesi è interessante notare come siano veloci nella loro azione.
Chi ha vissuto a Londra può testimoniare come la vita sia frenetica.
La velocità è una qualità utile in diversi settori che ha consentino un’affermazione economica in occidente.
É un risultato ottenuto pagando un prezzo su altri versanti.

La velocità e il corpo

Il sistema biologico che fa funzionare il nostro corpo ha un suo ritmo, ma noi imponiamo un cambiamento per esigenze socio-economiche. Per esempio stiamo svegli di notte per lavoro o divertimento, ma il nostro corpo dovrebbe riposare.
Modifichiamo il ritmo sonno/veglia senza preoccuparci delle conseguenze che tendiamo a sottovalutare.
Ricorriamo a sostanze per stare svegli o per dormire.
Consideriamo il corpo uno strumento che deve dare soddisfazioni all’ «Io».
Il nostro «Io» si impone e non ritiene di dover ascoltare il corpo.

La velocità e la psiche

Una frase che mi ha colpito di questa lezione è stata: “Se l’uomo perde il senso della vita prima o poi si ritroverà davanti a un muro che non riuscirà a scavalcare.
In questa corsa ci stiamo abituando a fare cose senza domandarci perchè le facciamo.
Anche in questo caso sottovalutiamo il danno che ci stiamo facendo.
Dobbiamo farci delle domande: “Perché frequento un accademia? Perché ho scelto questo percorso?”
E dobbiamo darci delle risposte.
Invece, spesso, proprio il nostro «Io» teme che la risposta non sia adeguata.
Sentiamo il giudizio di amici e parenti.
Vogliamo risposte rassicuranti e, quando sospettiamo che non lo possano essere, le evitiamo.
Andiamo avanti, sempre più veloci, come quando si chiudono gli occhi per attraversare i binari o un incrocio.
Speriamo che in qualche modo le cose si aggiustino secondo le aspettative del nostro «Io».

Bauman e Cantelmi

Vi sono gravi sofferenze nella società occidentale dovute alla mancanza di senso.
La stessa società contribuisce a non darci lo spazio per rallentare.
Servono donne e uomini che si lascino trascinare e facciano quello che è utile per sostenere i consumi.
Al riguardo sono illuminanti le ricerche di Zygmunt Bauman espresse in Vita liquida [Roma-Bari, Laterza, 2006. ISBN 88-420-7699-6].
L’incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori.
Dobbiamo consumare “per far girare l’economia”.
Il pensiero di Bauman è stato ripreso da Tonino Cantelmi che ha visto nelle caratteristiche della rivoluzione digitale (velocità, narcisismo, sensation seeking, emotivismo, ambiguità e non definizione, rinuncia al futuro) una causa dei disagi psicologici che aumentano in modo esponenziale.
Le persone più sensibili sono le più colpite.

Quali soluzioni

Il nostro Direttore ha partecipato ad un convegno recetentemente tenutosi a Verona.
Il pedagogista John Dotti è intervenuto con una riflessione sull’importanza di aiutare i giovani a dare un senso a quello che fanno.
I giovani pensano di dover riempire ogni vuoto, ma in realtà è proprio in esso che avviene una nascita.
Da un’assenza, da una crisi, da una sofferenza nasce qualcosa.
Il principio che è stato affermato fin dai primi giorni di accademia, “sentire di meno per sentire di più”, risponde perfettamente alla necessità di creare vuoti in noi.
Il Direttore consiglia di non aver paura di andare contro corrente, di prendere una pausa dai ritmi comuni che ci circondano, dal nostro quotidiano. Lo scorso anno la nostra compagna Alessia ha fatto il cammino di Compostela. Ha cercato il silenzio. Non si deve aver paura di dire stop, allontanarsi dalle relazioni e adattarsi a un nuovo ritmo più lento, è ciò che può salvarci.

I generali della psicotecnica

Dopo questa premessa iniziamo la lettura del capitolo 12, che affronta i motori detti ” generali” della psicotecnica.
Il sentimento è il primo generale, tuttavia se non è spontaneo non ci permette di lavorare.
É sostenuto dall’ immaginazione che mette in moto il nostro apparato creativo, e possiamo abbinarlo a ciò che definiamo “passione”:
E qui abbiamo citato un verso di Eros Ramazzotti, “ci vuole passione con te…”.
Il secondo generale è l’intelletto.
L’intelligenza nel saper scegliere ciò che è giusto, nell’affidarsi a persone che non ci portino fuori strada, riuscire a comprendere davvero un testo e la sua profondità.
Infine come ultimo generale troviamo la volontà, perché senza di essa non potremmo raggiungere l’obbiettivo.
Molti giovani di talento non fiescono a creare una carriera perché mancano di volontà.
Con i 3 generali possiamo creare arte, senza uno di questi l’attività artistica risulterà debole, fragile.

Truccare l’anima

Infine come ultimo argomento leggiamo a pag. 257: “Perché tanta attenzione per il corpo? È forse più importante della mente ? Perché non si trucca o mette il costume all’anima ?”
Noi siamo abituati a preparare il nostro corpo per andare in scena, ma non siamo abituati a preparare la testa.
Ciò che ci vuole insegnare staninslavskij è che serve una preparazione alle emozioni, bisogna saperle “truccare “l’anima, bisogna conoscere le emozioni e la psicologia che le guida per imparare a preparare davvero la testa.
Imparare a proteggersi per non portare ciò che accade in scena nella nostra vita di tutti i giorni,
lasciarsi abbandonare ma mai travolgere

(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 2 dicembre 2022 con Mario Restagno – Relazione a cura di Giorgia Chianello)

Giorgia Chianello
Giorgia Chianello

Related Posts

×

Hello!

Click one of our contacts below to chat on WhatsApp

× Chatta con Giulietta