Dilettanti e pedagogia è il titolo che ho voluto dare a questa relazione.
Durante la lezione di giovedì 7 novembre abbiamo continuato la lettura del testo di riferimento Il lavoro dell’attore su sé stesso di Konstantin Stanislavskij.
Siamo partiti dal saggio d’esame del protagonista Kostja Nazvanov e dei suoi compagni di corso.
Dilettanti in scena
Il direttore della scuola ha iniziato l’anno accademico in un modo singolare.
Gli studenti devono preparare uno spettacolo che andrà in scena in teatro.
Dopo l’iniziale incertezza, si diffonde l’entusiasmo.
Nazvanov, il protagonista del libro, sceglie una scena tratta da Otello di Shakespeare.
A pagina 15, 16 e 17 del testo viene descritto in maniera accurata, con tutte le sensazioni fisiche ed emotive che gli attori dilettanti si trovano a fronteggiare.
Il potere del pubblico
A pag. 16 Nazvanov scrive: “Non conosco gioia più forte di quella provata in pochi minuti sul palcoscenico”.
É una frase che mi ha profondamente colpito.
Nel momento in cui ha urlato “Sangue, Jago, sangue”, tutto il pubblico è rimasto coivolto.
Nazvanov ha provato una sensazione inebriante.
Il nostro direttore spiega che il pubblico è in grado di trasmettere sensazioni molto potenti.
Per farcene un’idea dobbiamo porrre l’attenzione su situazioni macro.
Maradona è un esempio illuminante con la sua dipendenza dalla cocaina.
Segnare un gol alla domenica pomeriggio con 80.000 persone che esultano è un’esperienza molto gratificante.
Alzarsi al lunedì mattina molto meno.
Come può un essere umano compensare questo vuoto?
Il ricorso alla chimica è una scorciatoia per continuare a vivere sensazioni inebrianti.
Per gli attori succede la medesima cosa anche se in forma meno potente.
Dobbiamo imparare a non dipendere dall’approvazione del pubblico.
Pedagogia positiva
“In arte bisogna cercare prima di tutto il bello e capirlo. Per questo cominciamo dai momenti buoni del saggio.” [pag. 18]
Alla ripresa delle lezioni Torcov commenta l’esito dello spettacolo.
Nonostante la performance sia distastrosa per gli attori dilettanti, sceglie di porre l’attenzione sui momenti positivi.
Questo atteggiamento rivela un lato estremamente interessante di Stanislavskij.
É una pedagogia positiva.
Si costruisce sugli aspetti buoni: non è sano fissarsi sugli elementi negativi.
Molti docenti fanno l’errore di cercare gli errori.
A molti di noi è capitato di incontrare insegnanti che nelle verifiche puntano a cercare quello che l’allievo non sa.
Non è il caso di Stanislavskij.
In questo testo che stiamo studiando vedremo spesso come la sua pedagogia sia ispirata a cercare il buono e il bello.
Reviviscenza
“Presi isolatamente, questi due momenti felici possono rientrare in quell’ «arte della reviviscenza» che è uno degli oggetti fondamentali del nostro studio.” [pag. 18]
All’inizio del capitolo “arte scenica e mestiere scenico”, Torcov parlare dell’ “arte della reviviscenza”.
La reviviscenza indica il processo mediante il quale l’attore rievoca e analizza una sua esperienza personale, simile o uguale a quella del personaggio che interpreta, e la usa per immedesimarsi in esso.
La reviviscenza è forse uno degli spunti più interessanti e caratteristici di Stanislavskij, che spiega come l’attore non si debba limitare ad interpretare in modo distaccato e superficiale, ma debba cercare di entrare in simbiosi con il personaggio, quasi rasentando la realtà nella sua interpretazione.
Natura organica
Quando saliamo sul palco, o più in generale facciamo una performance, i movimenti e le azioni che nella vita reale ci vengono facili e quasi automatici, in quel contesto ci appaiono macchinosi e poco credibili.
È molto difficile riprodurre la realtà in maniera esatta.
Il mestiere dell’attore ha la responsabilità di ricreare in scena le cose che noi vediamo in natura.
Questo è un traguardo irraggiungibile, infatti non bisogna riprodurla in maniera perfetta e identica, ma cercare di impreziosirla con sfumature diverse e personali.
Infine abbiamo ragionato sul ruolo fondamentale del subconscio e della coscienza, che hanno bisogno di alternarsi per produrre dei risultati soddisfacenti da utilizzare nell’interpretazione.
È un intreccio di memoria emotiva che ci fornisce il subconscio e memoria fisica delle reazioni del nostro corpo a quello stimolo.
Altri articoli:
Dilettantismo alla scuola d’arte di Mosca
(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 7 novembre 2024 con Mario Restagno – Relazione a cura di Amir Madih)