innamoramento

Innamoramento nell’arte | Sistema Stanislavskij

Innamoramento e arti sceniche hanno qualcosa in comune?
É stato l’argomento di questa lezione di “Sistema Stanislavskij” alla Scuola Formazione Attore di Torino.

Una nuova sensibilità

Ne Il lavoro dell’attore su se stesso Stanislavskij sostiene che l’attore deve rivivere sempre la parte, che sia la prima rappresentazione o l’ennesima.
Questa nuova sensibilità è il risultato di un cambiamento socio-culturale molto più vasto.
In particolare, la fine dell’ottocento è caratterizzato dalla scoperta dell’inconscio.
Il teatro di Ibsen e Strindberg affrontano tematiche psicologiche.
Gli attori sono chiamati ad interpretare personaggi complessi.
Il pubblico è interessato alla rappresentazione delle relazioni e dei conflitti legati alla sfera affettiva.
Gli eroi o i principi passano in secondo piano.

La quarta parete

Se prima l’attore fingeva le emozioni che provava ora gli viene richiesto un altro approccio.
Già nel suo saggio del 1758 Denis Diderot aveva formulato il concetto di quarta parete.
Recitare in una stanza a cui manca una parete dimenticandosi della presenza del pubblico.
É una situazione che richiede maggiore realismo.
Nel teatro boghese di fine ottocento la stanza preferita diventa la camera da letto.
Il pubblico è invitato a curiosare nell’intimità e gli attori mettono in scena quello che non si mostra.
Il processo avviato a fine ottocento accelera con l’avvento del cinema.

Il cinema

L’occhio delle macchina da presa è ancora più invadente.
Mentre a teatro lo spettatore rimane sempre ad una certa distanza, l’obbiettivo cinematografico si avvicina quanto vuole.
Abbiamo visto alcune scene di Hitchcock.
In Rear Window la cinepresa è nella stanza dove vive Jeff.
I baci che si scambiano Grace Kelly e James Stewart sono ripresi in primissimo piano.
Il pubblico è lì con loro.
Negli anni cinquanta, ingranditi sul grande schermo, l’impatto era molto forte.
Oggi siamo molto più abituati.

Innamoramento

Più avanti nella lezione si è discusso della fase di innamoramento.
Cosa c’entra con gli attori e la recitazione?
Quando ci si innamora si entra in una fase della vita che Francesco Alberoni ha definito “stato nascente”.
L’epigenetica ha dimostrato che, durante questa fase, tutte le cellulare del corpo sono coinvolte in un processo di rinnovamento.
Chimicamente, però, l’essere umano non è in grado di sostenere la fase dell’innamoramento per lungo tempo.
Abbiamo bisogno anche di stasi.
L’innamoramento spinge a fare follie: a volte gli amanti cambiano completamente la loro vita.
La storia di Romeo e Giulietta è esemplare.
Appartengono a due familgie che si odiano: la loro relazione va contro tutte le regole.
Alberoni sostiene che lo stesso processo avviene quando le persone vengono coinvolte da un leader politico o religioso.
Anche in questo caso abbiamo uno stato nascente.
Per esempio una conversione: San Paolo sulla via di Damasco cambia totalmente la sua vita.
Da persecutore dei cristiani diventa lui stesso cristiano.

Innamorati per sempre

La nostra tesi è quella che anche gli artisti vivano questa esperienza.
Non solo, il nostro direttore afferma che le arti si nutrano esattamente dell’energia degli amanti.
Creare un’opera d’arte è sempre un parto.
Ogni processo artistico è denso di erotismo.
Mentre tra due persone è finalizzato al possesso dei corpi, quando due attori interpretano Romeo e Giulietta stabiliscono una relazione estranea al possesso.
É un grande errore confondere il piano dell’arte con quello della vita.
Il desiderio è il principale motore dell’attività artistica.
Un attore è un innamorato per sempre.

Voce e corpo

Continuando la lezione abbiamo inoltre capito che l’attore, per ogni movimento che deve andare ad eseguire in scena, deve entrare dentro di sé e cercare le sensazioni che gli provocano.
Quindi anche il semplice gesto di sedersi sul proprio divano di casa, in scena deve essere ‘’sedersi sul proprio divano’’.
Per Stanislavskij, l’attore doveva sezionare ogni singolo elemento della scena e andare ad associare una sensazione vissuta alle azioni che doveva compiere il personaggio in scena.
Oggi più semplicemente l’attore lascia entrare dentro di sé il personaggio e segue il flusso.
Altro compito fondamentale dell’attore è riuscire a coordinare voce e corpo con estrema precisione per comunicare le sensazioni interne più sottili.
Per far questo bisogna essere in grado di registrare le emozioni e le sensazioni provate per poi riuscire a incanalarle perfettamente nella voce e nel corpo e arrivare così a trasmettere al pubblico quelle sensazioni ed emozioni.

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(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del 21 febbraio 2023 con Mario Restagno – Relazione a cura di Cecile Coquinot)

Cecile Coquinot

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