Introduzione al “Lavoro dell’attore su stesso” | Sistema Stanislavskij

Stiamo affrontando l’introduzione de “Il Lavoro dell’attore su se stesso” curata da G. Guerrieri.

Creazione organica

Stanislavskij respinge la teoria dell’imitazione e della rappresentazione dall’esterno; ciò non vuol dire che l’attore non possa usare la teoria dell’imitazione per creare delle sfaccettature diverse da inserire all’interno di un personaggio. Secondo Stanislavskij, infatti, l’attore deve sollecitare la propria natura nascosta per poter agire sulla “maschera” e manifestare la vita emotiva del personaggio.

L’ Io

Nella creazione del personaggio, è importante che l’attore crei un’altro se stesso; questo comporta una profonda e sincera conoscenza del proprio “io”. Ovviamente non esiste un modo di interpretazione uguale per tutti. Prendiamo come esempio un classico di Shakespeare: “Romeo e Giulietta”. Quest’ opera nel corso dei secoli è stata interpretata e messa in scena da tantissimi attori diversi, ma nessun attore ha mai interpretato Romeo o Giulietta nello stesso modo, ogni Romeo e ogni Giulietta hanno avuto delle sfumature diverse in base all’io dell’ attore.
Per poter creare un personaggio, l’attore deve diventare un’altro se stesso dilatando il proprio io, esplorando tutte le emozioni consce e inconsce, questo è il lavoro dell’attore su se stesso.

La verità

Stanislavskij non parte né dall’imitazione né dalla finzione, ma da una verità interiore, vissuta che automaticamente provoca verità di emozione. Essa è una garanzia di autenticità, lo spettatore ha bisogno di credere e di vedere che quella emozione si vera, ma per far si che questo accada, deve essere l’attore in primis a sentire vera quell’ emozione.
Un uomo normale può non essere sincero, l’attore sulla scena no.

Testo e sotto-testo

“Gli attori sanno troppo bene la parte. Devono imparare a dimenticarla”.
In passato una figura molto importante, anzi quasi indispensabile, era quella del suggeritore, il quale suggeriva le battute agli attori in scena. Stanislavskij abolisce questa figura, deve essere l’attore a digerire e vivificare le parole del testo.

Altri articoli sull’introduzione de “Il Lavoro dell’Attore su se Stesso“:

Il lavoro dell’attore su se stesso di Eva Giaccone

Il lavoro dell’attore su se stesso di Alessia Liffredo

(SFA, Sistema Stanislavskij, lezione del  6 novembre 2023 con Mario Restagno – Relazione a cura di Gloria Puglisi)

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